“Visto che da diversi punti del tetto entra acqua, l’incontro non viene disputato per inagibilità del campo”. Recita così, con parole scarne e impietose, il referto arbitrale che, dopo il canonico periodo d’attesa rinvia alle decisioni del Giudice di Lega l’esito dell’attesissimo e fondamentale incontro tra Sigel Marsala e Bartoccini Perugia. Un esito che dovrebbe arrivare presto, probabilmente entro venerdì, e che rinvierà la disputa del match a data da destinarsi. Con conseguente aggravio delle spese di trasferta per il ritorno della squadra umbra a Marsala a carico della società azzurra. Quanto stasera accaduto non è altro che il frutto della noncuranza (e preferiamo non aggiungere altro) di un’Amministrazione Comunale che aveva comunicato di aver sistemato le falle apertasi sul tetto del PalaBellina, ma che in realtà non è stata capace di “tappare” in maniera quanto meno accettabile le stesse. Così una città, che vede ormai i propri storici impianti sportivi cadere a pezzi e, come nel caso del PalaBellina, trasformarsi in un vero e proprio colabrodo, appare mortificata nei suoi tentativi di riscatto messi in campo attraverso lo sport. Tralasciando, per non apparire tediosi e per evitare di offendere qualcuno, l’ormai annoso problema del Palazzetto dello Sport divenuto soltanto fonte di promesse perenni finora mai mantenute, vorremmo approfittarne per ricordare come certe cose non succedano mai per caso. Le piogge abbondanti cadute in febbraio hanno aperto le lacune di un impianto che ci era stato assicurato essere stato messo subito a posto. La sensazione più spiacevole è stata quella che, da parte dell’Amministrazione Comunale, ci si sia affidati soltanto all’ottimistico “speriamo che non piova”. Oggi invece è accaduto l’irreparabile: la pioggia si è abbondantemente ripresa la scena con tanto di interessi, rendendo impraticabile il taraflex del PalaBellina proprio in occasione della gara più importante della stagione. Con gravi danni d’immagine in primis per una città che da tempo cerca nello sport un riscatto che le spetta, ma anche per gli sponsor della società azzurra che tanto investono per mantenere alto il nome della stessa. Vedere le ragazze umbre farsi immortalare nelle foto tra i secchi con gli spazzoloni in mano se da un lato ci ha fatto sorridere, dall’altro chi ha fatto riflettere tanto. Ci ha fatto capire come quella di stasera, nella carriera di un’atleta, è stata e resterà una storia da raccontare ai figli e ai nipoti come una “barzelletta”. Con buona pace di chi il nome della nostra città sta continuando a calpestarlo, facendo magari finta di non rendersene conto. Marsala è ormai questa. Non ci resta che attendere.