Vince e si regala una Pasqua serena e gioiosa l’
Europea 92 Isernia e lo fa a spese di un Sassuolo, per cui evidentemente il capoluogo pentro è un po’ come la kryptonite per Superman, un elemento in grado di disorientare e far perdere improvvisamente le forze.
Le europee, stimolate a dovere dal loro tecnico (il ravennate Mauro Fresa) mettono in campo grinta, carattere e forza di volontà al di fuori del comune e matano un Sassuolo troppo discontinuo.
Già, perché l’avvio pare premiare le sassolesi, che abbriviano il primo tempo tecnico sopra di due (otto a sei) grazie ad una Turlea in palla, capace di sfruttare al meglio qualche passaggio a vuoto delle pentre. Il trainer romagnolo parla a lungo con le sue, indicando la strada vincente. Battuta tesa sulla Vitez, la friuliana va in palla e per Pincerato diviene difficile orchestrare una manovra degna di tal nome. Turlea è l’unica a passare con continuità, De Luca viene stoppata due volte consecutivamente da Moncada e Isernia dal 13 pari mette la freccia sino al 16-13. Pedullà prova ad operare qualche cambio. Il turno al servizio di Grando è letale, Wagner in prima linea killer, Arimattei e Wiegers scaldano il braccio e le emiliani perdono il set con la testa prima ancora che con la tecnica.
Così, quando la yankee ex Urbino mette a terra il pallone del 25-19 il pubblico prende già a sognare. A svegliarlo ci pensa una Turlea indemoniata che rianima le compagne assieme alla connazionale Nucu (tre o quattro fast rimbombano sinistre sul taraflex). Le pentre rientrano anche, ma il primo arbitro Bartolomeo Fagiolino (in una serata da dimenticare, tra doppie e trattenute non fischiate alla Pincerato ed errori di valutazione sarà di gran lunga, visti le notevoli rimostranze di Fresa in più di un’occasione, uno sciagurato spettatore del match) non vedendo una perfetta difesa di Wagner su pallonetto di Turlea contribuisce ad allargare un gap che consente alle ospiti di pareggiare conto set e punti.
Punte sul vivo, le isernine reagiscono con veemenza. Sassuolo pare partire nuovamente forte, ma nulla può sui block out di Zanolla, sui fendenti di Arimattei, sulle palle a un piede di Grando e sulle combinazioni in sette di Wagner. Dietro Golinelli è un metronomo ed uno stopper inappuntabile, Moncada inventa con la sapienza di una consumata scrittrice di versi e, giocoforza, per Pedullà il nervosismo diventa tangibile. Sul finale, l’esperto tecnico decide che per De Luca è anche il momento di dire stop (la spezzina viene messa in panchina e da lì non vede più la luce). Intanto continua la girandola di cambi (nel parziale verranno esauriti i sei cambi a disposizione per regolamento e al termine tutti gli elementi a referto vedranno almeno una volta il campo). Le europee lavorano di conserva e mettono la freccia imponendosi a 21.
Ma il capolavoro, le ragazze di Fresa lo realizzano nel quarto set, quando sotto di quattro al secondo tempo tecnico con un parziale di 11 a 7 (Wiegers mani out per il 22 pari), rimettono la gara sui binari giusti. Pedullà e Fresa chiamano time-out quasi in successione: i consigli migliori, però, li dispensa il tecnico delle isernine e, quando Wagner mura Vitez per il 25-23 il Palasport di via Giovanni XXIII esplode in una festa di suoni e colori.
La strada per la salvezza è ancora lunga, ma quest’Europea 92 può dire – e con forza – la sua sino al termine. L’Arzano dell’ex Palazzini è avvisato: sabato prossimo le pentre non hanno alcuna intenzione di concedere sconti.