Terminata la stagione, è tempo di bilanci. Certamente più che positivo è il resoconto che la dirigenza del club Campione d’Italia può stilare a fine giugno.
Aveva ragione il presidente Carlo Iacone a dire che la quinta posizione finale della classifica nella regular season non era poi così male per la
Despar Perugia .
Nonostante il piazzamento arretrato le perugine hanno saputo farsi rispettare da tutti nel finale dell’anno agonistico, mettendo a segno un Grande Slam memorabile.
La sessantaduesima edizione della serie A1 è sicuramente stata una delle più belle per i colori biancorossi, chiamata a gestire un gruppo di campionesse forse irripetibile.
Nonostante i gravosi impegni dettati dal calendario internazionale ma anche quelli sul fronte interno, il clan targato Pallavolo Sirio è stato in grado di esprimersi al massimo durante tutto l’arco della stagione.
Ci sono state sconfitte, è vero, ma il collettivo biancorosso ha saputo ripartire sempre con maggior determinazione e convinzione, trovando motivazioni giuste per inseguire il successivo traguardo.
Sono stati raccolti tre trofei per la bacheca, una stagione da incorniciare per Massimo Barbolini, il tecnico in attività più titolato della massima categoria femminile.
“Abbiamo fatto tanto quest’anno – commenta il coach delle umbre – per come eravamo partiti ad ottobre non era facile immaginare di arrivare in fondo a tutte le competizioni, di poter disputare quattro finali e di vincerne tre, c’è solo da dire brave alle ragazze”.
Il capolavoro resta quello compiuto nella finalissima dei play-off, tre successi che hanno cucito lo scudetto sul petto delle umbre e dato una gioia indescrivibile agli sportivi della regione.
“Quelle sono state tre partite straordinarie del collettivo – continua il tecnico di origine modenese – così come precedentemente erano state magnifiche le vittorie di Coppa Italia e di Coppa Cev. Stavolta siamo riusciti a mettere anche la ciliegina sulla torta”.
Darsi delle arie non è proprio nello stile del tecnico biancorosso che però è ancora visibilmente felice per aver ottenuto questa triplice affermazione.
“Nel bene o nel male questo è il mestiere di chi siede in panchina – conclude Barbolini – bisogna far rendere al massimo il gruppo che hai a disposizione, credo che le ragazze si sono dimostrate forti non solo fisicamente ma anche mentalmente, mi sento di ringraziarle per tutto ciò che hanno fatto”.
Ad attestare il merito di questa formazione è anche l’assegnazione di molteplici premi da parte delle istituzioni.