La seconda vittoria consecutiva dopo il cambio al timone ha rilanciato le quotazioni dell’All Fin e, contestualmente, alimentato qualche rammarico. Al termine della sorprendentemente netta vittoria a Pavia (essendo le pavesi in corsa per i playoff), Evelyn Marinelli saltellava felice come una Pasqua (e del resto era il giorno adatto): “Una grande soddisfazione. Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto nel migliore dei modi. Abbiamo cercato di cambiare atteggiamento, cosa che dovevamo fare da tempo, e soprattutto stiamo esprimendo un buon gioco. Non chiedermi il perché. Lo sport è strano, bastano poche cose a dare sicurezze. Sono contenta. In queste ultime due partite abbiamo mostrato un buon morale. Eravamo cariche. Magari la prestazione è stata uguale ad altre volte, ma le sensazioni in campo mi sono piaciute”. Il Pavia? “Sapevamo che era dura – risponde il libero – Da noi avevamo perso, da loro eravamo preparate ad affrontare una brutta bestia, se mi passi il termine. Però non le ho viste giocare convinte. Si sono lasciate demoralizzare dagli arbitri. Sono situazioni che sono capitate anche noi e, mi spiace, ma proprio per questo motivo non mi sento di essere solidale con loro. Ognuno ha le sue. Speriamo di continuare così e di incamerare sempre più punti. Al fatto che saremmo state seconde senza la débacle con Urbino io non penso, perché ritengo che i punti persi siano stati altri, per esempio a Vigna di Valle e quello con Urbino all’andata”.
Se Zamora Gil si è guadagnata la palma di top scorer, a Bragaglia spetta quella della miglior percentuale: 64% su 14 attacchi. La cubana ha schiacciato 30 palloni (40%), Vindevoghel 26 (38%), Conti 22 (36%), Guerrini 6 (17%). In parità il numero dei muri, 10, e nessun ace realizzato.
Andrea Fasani si coccola il risultato ottenuto: “Era una partita difficile. La Riso Scotti era in serie positiva e pochi team hanno raccolto punti a Pavia. Però, se la nostra squadra riesce a esprimere un tipo di gioco e un atteggiamento positivo, che è l’unica cosa chiesta in questi giorni insieme alla cattiveria agonistica, ha le qualità per venire a capo delle capacità dell’avversario. In un contesto di pressione – osserva il mister – questo periodo di partite ravvicinate poteva spedirci nel baratro; invece ne siamo usciti con il massimo: due 3-0. Siamo riusciti a far bene le cose che avevamo preparato. Le ragazze sono state lucide, rotazione per rotazione hanno mantenuto le chiamate. In battuta abbiamo deciso di rischiare qualcosa e questo ci ha permesso di tenere Pavia su percentuali di ricezione abbastanza basse limitando il gioco al centro, che ci aveva creato problemi all’andata ed è molto sfruttato dalla Spinato, e riuscendo a fare delle letture buone a muro su palla alta. Abbiamo inoltre contenuto Rangelova: 8 punti in tre set per una delle migliori opposte della categoria significa che abbiamo lavorato bene a muro e in difesa. Nel punto e punto e nelle situazioni di difficoltà avevamo sempre un atteggiamento positivo. Le ragazze hanno tenuto la testa alta, con la consapevolezza che il punto perso non era una dramma. Si pensava alla palla successiva. Brava l’alzatrice a gestire tatticamente la gara e brave le altre nell’esecuzione di quanto preparato. Sfruttando magari meglio qualche contrattacco ci saremmo complicati meno la vita, ma accontentiamoci. L’importante era dimostrare che siamo vivi. Abbiamo l’obbligo di cercare il massimo anche nei prossimi match”.
L’allenatore chiude il mini-ciclo da primo coach encomiando chi gli ha dato una grossa mano: “Devo menzionare l’aiuto fornitomi dallo scoutman Paolo Cabrini. Per me è stato determinante poter contare sulla sua esperienza e sulle sue competenze, perché da soli non si va da nessuna parte. Mi sembra doveroso riconoscere ciò e non prendermi meriti che sono anche della squadra, brava a reagire bene e a collaborare”.