Scavolini Pesaro: Giancarlo Sorbini nuovo presidente della società. Intervista a Sandro Sardella
Autore: Lega Volley Femminile
10 Settembre 2009

Si è perfezionato ieri anche a livello di organi federali l’iter burocratico che ha portato ufficialmente Giancarlo Sorbini alla presidenza della Scavolini bicampione d’Italia. Da oggi, quindi, Sandro Sardella (ancora in società quale vicepresidente) non è più sul gradino più alto della società pesarese, dopo tredici stagioni (la prima nel 1997/98) nelle quali la Robursport è salita dalla B2 sino a giocarsi due volte la European Champions League, e un quarto di secolo passato al seguito delle colibrì (il suo arrivo in società è nel 1984). Negli ultimi sette anni di A1 della presidenza Sardella i successi più importanti: due scudetti (2007/08 e 2008/09), una Coppa Italia (2008/09), due Supercoppe Italiane (2006 e 2008), due Coppe Cev (2005/06 e 2007/08), una Coppa Italia di A2 (2002/03), nonchè scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana di sand volley (2009). “Voglio ringraziare tutti i miei collaboratori e chi ha condiviso con me le responsabilità della gestione in questi anni, in primis Alberico Miniucchi” dice Sardella. “Con l’aiuto della famiglia Scavolini prima di tutto, e poi della famiglia Sorbini e di tutti gli altri sponsor abbiamo portato Pesaro ai massimi livelli nazionali e internazionali partendo dal basso, attraverso un lungo pellegrinaggio tra mille palestre e palazzetti. In particolare, siamo molto riconoscenti verso l’Amministrazione di Sant’Angelo in Lizzola, i sindaci Francesco Bernardini e Guido Formica ed il Volley Montecchio per l’ottima ospitalità in questi ultimi 10 anni pieni di calore ed affetto. Ora finalmente abbiamo una casa, a Pesaro, sperando di averne presto un’altra, definitiva, con la riapertura del palasport di viale dei Partigiani”. Il ricordo più bello? “Sono due. Uno è il primo scudetto, conquistato in un anno in cui non eravamo certo i favoriti, e invece ce l’abbiamo fatta grazie ad un gruppo unito come non era mai successo prima. Merito di Angelo Vercesi, che non aveva nemmeno il patentino e allenava con una deroga, eravamo un vero gruppo con un’anima solo dirigenti, staff tecnico ed atlete. Anche nel momento più difficile, dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia, abbiamo continuato a crederci, tutti assieme: atlete, staff tecnico, società. Non dimenticherò quella riunione a fine partita che ha creato la giusta motivazione per la vittoria, poi, dello scudetto “. Il secondo? “Sempre quell’anno, il vedere nelle finali dei play-off il vecchio palasport strapieno. Abbiamo dimostrato che anche il volley femminile era in grado di fare il tutto esaurito, giusto vent’anni dopo i due scudetti della Scavolini basket”. Un rimpianto? La Champions League? “No, davvero. E’ molto prestigiosa per il nome che porta, ma da un punto di vista tecnico ed organizzativo è un trofeo che viene dopo campionato e Coppa Italia, almeno per me. Così com’è, non la cambierei con uno dei titoli che abbiamo già vinto. Ci sono regole che non hanno senso: in finale non possono andare due squadre dello stesso paese, chi organizza la Final Four si qualifica automaticamente”.

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