LIU•JO Volley Carpi: il preparatore atletico Davide Serafini si racconta
Autore: Lega Volley Femminile
19 Marzo 2010

Da campione di pallamano a preparatore atletico e gestore di una palestra, Davide Serafini condivide “gioie e dolori” di questa prima esperienza di serie A della LIU•JO Volley Carpi. Collabora con il coach Augusto Sazzi e con tutto lo staff tecnico, cercando di far raggiungere e mantenere le migliori condizioni fisiche alle 13 “tigri biancorosse”
Davide Serafini, un vero professionista del suo lavoro, non si risparmia mai, sempre pronto in qualsiasi momento a dare l’ultimo consiglio alle giocatrici, ma da loro, pretende il massimo: concentrazione, volontà, spirito di sacrificio e tanta tanta passione perché sono queste le necessarie condizioni per affermarsi nello sport qualunque esso sia.

Ciao Davide, raccontaci un po’ di te
“Ciao a tutti i nostri tifosi, intanto. Ho 33 anni, sono laureato in scienze motorie e sono nello sport agonistico da sempre, prima come atleta, poi come preparatore atletico nella pallamano e nella pallavolo.
Inoltre gestisco con 3 soci un centro fitness a Carpi, il Body Village, specializzato nella preparazione sportiva, nel recupero post fisioterapico, nella ginnastica preventivo-posturale e nelle attività motorie per contrastare le patologie legate al metabolismo come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, etc. sono papà di una splendida bambina di 2 anni di nome Elena e collaboro con la squadra di pallamano di Carpi dal punto di vista tecnico e della preparazione atletica”.

Da esperto di pallamano ci descrivi un po’ questo sport?
“E’ uno sport poco conosciuto in Italia ma in tutta Europa ha un grandissimo seguito. C’è molto contatto fisico ma è anche un gioco estremamente tecnico e molto spettacolare Per chi non lo avesse mai visto potrei sintetizzarlo dicendo che ha i gesti tecnici della pallanuoto sommati alle movenze del basket”.

Perché la scelta di fare il preparatore atletico di una squadra femminile di pallavolo?
“Conosco il presidente Astarita da quando negli anni 90 seguiva la pallamano. Ho iniziato a collaborare con l’Universal Volley Carpi Femminile nel 2005 quando la squadra militava in serie C e iniziò a frequentare il mio centro per i programmi di potenziamento in sala pesi. L’anno successivo conobbi anche Augusto Sazzi e lui e il presidente mi chiesero di affiancarli nella gestione della preparazione atletica delle ragazze. Ho accettato molto volentieri perché, oltre ad essere un progetto professionalmente molto stimolante, avevo molta fiducia nelle qualità di coloro che avrei affiancato”.

In cosa consiste il tuo lavoro nella LIU•JO Volley Carpi?
“Sono il responsabile della condizione atletica delle ragazze. Collaboro con i tecnici per fare in modo che le ragazze raggiungano e mantengano uno stato di forma ottimale per poter esprimere al massimo le loro potenzialità tecniche. Curo inoltre tutte quelle attività che definiremo “preventive” per ridurre al minimo il rischio di infortuni”.

Ci sono particolari differenze nella preparazione di una squadra di B, da cui Carpi arriva, piuttosto che in quella di A2?
“Le uniche differenze sono nel fatto che in A2 la maggioranza delle atlete è professionista ed è quindi normalmente abituata a lavorare con più sedute al giorno. In B1 e, ancora di più in B2, certe atlete lavoravano, di conseguenza si allenavano solo la sera. È chiaro che la mole, il tipo e l’organizzazione del lavoro fisico non può essere lo stesso”.

Quali sono gli aspetti prioritari nella preparazione di una squadra di A2?
“La pallavolo è uno sport composto principalmente da movimenti tecnici molto rapidi in cui l’esplosività e la velocità esecutiva ne condizionano decisamente l’esito. Il pallavolista deve quindi essere in grado di spostarsi a terra molto velocemente in tutte le direzioni, saltare il più in alto possibile e avere la capacità di reiterare tali gesti per tutto il match. Questi aspetti valgono per tutte le categorie. Quello che cambia nell’organizzazione del lavoro da una serie A ad una categoria inferiore è sostanzialmente il tempo che si ha a disposizione per poter lavorare su tutti gli aspetti”.

Quali sono le maggiori soddisfazioni che puoi avere dal tuo lavoro? E le maggiori difficoltà?
“Quando le atlete non hanno particolari problemi fisici ed allo stesso tempo riescono a migliorare le proprie performance fisico-tecniche in termini qualitativi e quantitativi, significa che si sta eseguendo un buon lavoro. Dà grande gratificazione vedere le proprie atlete giocare bene ed essere soddisfatte della propria prestazione. Per ottenere questi risultati però ci deve essere una grande collaborazione e un convinto rapporto fiducia con gli altri tecnici e con le atlete. Le difficoltà nascono spesso da problemi di comunicazione tra gli elementi che compongono la squadra”.

Tu segui spesso la squadra durante le partite della LIU•JO Volley Carpi, ma quali sono gli aspetti più importanti su cui ti soffermi durante una gara?
“Durante le partite mi limito ad osservare le prestazioni fisiche individuali e lo sviluppo di queste ultime nell’evolversi del match. In realtà, lo confesso, spesso mi trovo a tifare e ad incitare le ragazze anch’io!”

Preparatore e compagno di Monica Davolio, 2° libero della Liu•Jo, è difficile da gestire questo tipo di rapporto?
“Assolutamente no. Monica è una grande professionista e in palestra vuole essere trattata (ed è trattata) esattamente alla pari delle altre”.

La tua più grande soddisfazione sportiva (pallavolistica e non).
“Nella mia carriera di atleta di pallamano ho avuto tante soddisfazioni con le squadre di club e la nazionale. Sicuramente la finale scudetto giocata a Modena contro Trieste rimane un bellissimo ricordo. Nella pallavolo sicuramente la scorsa stagione è stata davvero bella dal punto di vista professionale ed umano”.

Sogni e progetti futuri?
“Un grande sogno sarebbe accompagnare la Liu•Jo in A1. I sogni però sono astratti e ti fregano perché nei sogni si arriva al risultato senza fare fatica! La realtà è diversa. Vincere negli sport di squadra è veramente difficile. Per raggiungere grandi obiettivi bisogna impegnarsi sul campo tutti i giorni, imparare a soffrire ed avere l’umiltà di dirsi che c’è sempre qualcosa che puoi fare meglio di come l’hai fatto fin’ora. Negli sport di squadra è inoltre fondamentale che tutti facciano il loro lavoro rispettando i diversi ruoli con la massima collaborazione, assumendosi le proprie responsabilità senza crearsi degli alibi se i risultati individuali o di squadra non arrivano. Se un gruppo di lavoro riesce a fare questo avrà vinto comunque. Mi auguro che la Liu•Jo riesca a regalare a noi e tutti coloro che ci seguono grandissime soddisfazioni nel prossimo futuro”.

Gino Coloni (redattore Tempo)

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