Centomila e più spettatori nel giro di un mese: un numero che meglio di qualsiasi parola rappresenta la grande ineasauribile voglia di volley, indoor e sulla sabbia, che sta riempiendo l’Italia.
Partiamo dal 15 maggio, al PalaLottomatica di Roma si gioca il V-Day, Trento si riprende il tricolore maschile davanti a circa 10mila persone. Passiamo al 6 giugno. Il Forum di Assago ospita gara 5 della serie finale dei play off scudetto femminile, 8mila persone assistono alla sfida decisiva tra Bergamo e Villa Cortese, sono la punta di un iceberg che nelle precedenti quattro partite aveva già visto la presenza di 16mila spettatori.
Nel frattempo è partita la World League e l’amore verso la nazionale maschile è testimoniato dagli impianti pieni di entusiasmo di Ancona (6200 persone), Andria (5500), Messina (4000), Catania 4500), tutti sold out o giù di lì, alcuni “pienoni” non sono stati quantificati completamente per evitare problemi per “eccesso di spettatori”.
Poi, il trionfo del Mondiale sulla sabbia, 50000 mila spettatori presenti nell’arco della settimana in cui si è giocato. Cifre esaltanti, forse nemmeno sognate quando si è iniziata a programmare quest’avventura tre anni fa. Per le finali, sul nuovo centrale del Foro Italico, gremito come mai in precedenza per nessun avvenimento sportivo, c’erano oltre 10000 spettatori (9991 i biglietti staccati più tutti gli addetti ai lavori, 1600 i pass distribuiti). Sono state le gare più seguite di sempre in un Campionato del Mondo di specialità, a livello delle grandi affluenze delle ultime due Olimpiadi ad Atene e Pechino.
Cifre che affermano che questa disciplina, dura e tecnica al di là di quel che appare, ha cancellato tanti luoghi comuni e tutte le remore che l’hanno circondata per troppo tempo.
Ieri abbiamo titolato una notizia “beach boom boom”, parafrasando il nome di un noto cocktail, perché come la tequila quando viene agitata, il volley sulla sabbia è esploso ed ha portato allegria e passione.