Terra Sarda Tortolì: Natasa Leto il nuovo boom dell'Airone
Autore: Lega Volley Femminile
18 Giugno 2004

NATASA LETO
Nata a Zagabria (Croazia) il 27/05/1976
Ruolo: schiacciatrice
Altezza: 182 cm
96/99:  Mladost Zagabria    A1 Croazia
99/00:  Air Volley Napoli   A1
00/01:  Vasco da Gama   A1 Brasile
01/02:  Capo Sud Reggio Calabria (3 partite) poi Asystel Novara  A1
02/03:  inattiva
03/04 : Pallavolo Chieri

 Natasa Leto, la ventottenne attaccante croata, è pronta per una nuova esperienza, lei che ha un curriculum da brivido, lei che ha sempre dato l’anima in tutti i club che l’hanno accolta con entusiasmo, si farà valere sul mondoflex di Monte Attu. 

I dirigenti dell’Airone Tortolì non nascondono la gioia per aver concluso una trattativa difficile, considerato che il posto quattro ex jugoslavo era diventato un bocconcino appetibile per diversi di club.

La più felice di tutti è la stessa Natasa, nata a Zagabria ma residente a Pola, in Istria, sua città di riferimento da circa otto anni, da quando si è sposata con Sinisa. Dalla loro unione un anno e mezzo fa è nato il piccolo Marcus. Lei ha girato praticamente per tutto lo stivale e non solo: cominciò a Napoli nel 1999, l’anno dopo si trasferì in Brasile, per giocare con il Vasco da Gama. Seguì una brevissima pausa a Reggio Calabria, prima di essere chiamata a Novara, dove disputò un campionato da favola, arrivando alla finale scudetto, persa contro Bergamo. Da non dimenticare anche un’altra proficua esperienza in terra nipponica e una lunga militanza nella nazionale croata con la quale ha conquistato tre argenti consecutivi agli europei ’95,  ’97, ‘99 e un settimo posto alle olimpiadi di Sidney. Nell’ultima annata è stata una grande protagonista del nostro massimo campionato con la matricola Chieri; la nostra chiacchierata parte proprio dal suo rendimento in terra piemontese:

 

“Mi sono trovata benissimo, purtroppo abbiamo accumulato problemi di ogni tipo, hanno pesato le assenze di alcune mie compagne nei momenti cruciali del campionato, per questo non abbiamo ottenuto risultati concreti; questo è il mio più grande rammarico perché se la squadra fosse stata al completo, ora saremo tutte più felici”.

 

Hai girato dal Sud al Nord Italia, ora arrivi addirittura in Sardegna…

A dire il vero ho sempre preferito stazionare nelle zone alte dell’Italia perché preferivo essere più vicina alla Croazia, mi mancava l’esperienza in un’isola, mio fratello giocò in Corsica e ne ha ancora un buon ricordo. Stare in Italia è molto istruttivo, si cresce sempre e la competizione è stimolante, grazie alla presenza di molte atlete straniere.

 

E della Sardegna cosa sai?

Beh, mi hanno detto che è bellissima, e tra l’altro c’è il mare, proprio come a Pola, penso proprio che non avrò problemi di ambientamento. Tra l’altro non mi sono mai spostata da sola, Sinisa e Marcus mi seguiranno anche nella vostra isola. Non conosco la parola nostalgia: è da quando ho 18 anni che vivo fuori di casa.

 

Hai avuto modo di vedere l’Airone in azione?

Si, in occasione delle finali di Coppa Italia A1 a Bergamo, quando giocò contro il Busto; ho seguito ogni tanto le vicende del campionato di A2, ricordo in particolar modo la finale di Coppa Italia vinta dal Santeramo. E’ un livello completamente diverso rispetto alla serie A1.

 

Parliamo delle tue caratteristiche

Mi reputo una giocatrice completa in tutti i fondamentali; se proprio vogliamo essere pignoli, forse la ricezione è un gradino appena più sotto, ma  non smetto mai di applicarmi e di migliorarmi.

 

E del tuo futuro coach Mauro Marasciulo cosa sai?

Non l’ho mai conosciuto di persona, so che ha allenato il Vicenza, sono sicura che se lo vedo, lo riconosco di sicuro.

 

E di quella finale scudetto persa nel 2002 cosa mi dici?

Ce l’ho bene impressa nella mente. Sono rimasta contenta di quella esperienza, la squadra era fortissima, proprio come il Chieri di quest’anno. Mi è piaciuto tanto il rapporto instaurato con le mie compagne. Quell’anno ho lavorato con più impegno, ero motivatissima, se durante la finale  mi avessero dato qualche palla in più, forse ora staremmo parlando di scudetto…

 

Scudetto che anche in Brasile non sei riuscita a conquistare

Avevo tanta voglia di vincere anche in quella circostanza, purtroppo le altre componenti della squadra non hanno avuto in corpo la mia stessa adrenalina, anche lì ho fatto tanta esperienza, la pallavolo carioca è molto diversa da quella europea, anche se mi viene difficile spiegarti il perché.

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