Leggi l’intervista del presidente Fabris a Sponsornet.it: “Sono le nostre norme a fare emergere i problemi”
Autore: Lega Volley Femminile
27 Dicembre 2012

La crisi economica, e non potrebbe essere altrimenti, ha coinvolto anche il mondo dello sport. “Il miglior modo di superare la crisi è affrontarla”, ha affermato qualche mese fa Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, massima espressione di un movimento in crescita, che ha elaborato strategie vincenti: “Per quanto riguarda il finanziamento delle attività della Lega, abbiamo registrato un consolidamento delle nostre entrate. Il contratto quinquennale con Master Group Sport, azienda leader in Italia dello Sport Marketing, i contratti biennali con Rai Sport e con IEC per la gestione dei diritti televisivi in Italia e all’estero, gli sponsor dei campionati. Nel breve periodo, insomma, la Lega possiede risorse per tutte le proprie attività. Evidentemente la Serie A ha appeal: lo conferma l’ingresso e il rafforzamento di nuovi investitori nei singoli club, di Serie A1 e A2”.

Ora che i tradizionali mezzi pubblicitari non esercitano più attrazione, come si riescono a invitare nuove aziende a investire nel prodotto volley femminile? Quali vantaggi può offrire la pallavolo di Serie A?
“Chi conosce davvero la Serie A Femminile non può che prendere atto che i protagonisti di oggi – ovvero i finanziatori, le imprese, le aziende -, specialmente in A1 ma anche in A2, hanno tratti diversi da quelli di solo qualche anno fa. Da semplici sponsor non partecipi alla gestione sportiva e societaria si sono trasformati in imprenditori che in prima persona finanziano, a volte in via esclusiva, i club e che assumono un ruolo diretto anche nella guida e gestione della squadra. Ultimi esempi sono quelli di Piacenza, Villa Cortese, Busto Arsizio, Conegliano, Frosinone. Il coinvolgimento di tali figure nasce dalla capacità della Lega di offrire loro le certezze economiche e di visibilità richieste, di motivarli nella loro decisione di entrare nel nostro mondo. Sono fatti che nessuno può smentire. L’obiettivo futuro è di avere in Serie A la predominanza di tale figura di imprenditore/sportivo, non solo mecenate ma uomo di impresa che investe su un prodotto di eccellenza com’è la pallavolo femminile. Una metamorfosi che non può essere imposta come regola, considerata l’esistenza di altre situazioni societarie in cui si è creato un mix, diverso ma ugualmente positivo, tra sponsor e società sportive in grado di competere ad alti livelli”.

Una soluzione per superare la crisi potrebbe essere, dal punto di vista degli imprenditori, quella di “mettersi insieme”, di creare delle partnership o joint venture per ottimizzare le risorse? Il caso della fusione tra Novara e Villa Cortese riflette questo modello?
Villa Cortese, con la recente definizione di nuovi assetti societari, rientra in realtà nella categoria imprenditoriale che ho illustrato prima. Certamente in un momento così economicamente problematico, far convergere risorse di più soggetti è una strada percorribile.

Inevitabile riflettere su quanto sta accadendo in queste settimane. La situazione societaria di Crema (mancati pagamenti, giocatrici svincolate, titolo sportivo ceduto alla Lega) pone delle domande sulla solidità finanziaria dei club di Serie A e sulla rigidità delle norme di ammissione ai Campionati. Che succede?
“Succede che è proprio l’applicazione delle norme da noi volute che ha portato a galla realtà che prima non potevano affiorare. Oggi pomeriggio, nell’Assemblea delle Società che ho convocato d’urgenza, dovremo analizzare anche altri casi oltre a quello di Crema, perché sono 7-8 i club che hanno fatto ricorso alla Camera di Conciliazione per discutere con i propri tesserati dilazioni e riduzioni percentuali dei compensi già deliberati. La mia volontà è non attuare nessun stravolgimento rispetto alle norme che abbiamo e che la Federazione Italiana Pallavolo ci ha dato, ma individuare se esistono strade percorribili, nel rispetto dei regolamenti, che consentano ai Campionati di chiudersi con l’esatto numero di squadre con i quali sono iniziati. Diversamente le norme saranno applicate, ovviamente a tutti, con le relative sanzioni”.

Crede che sia possibile evitare che tali situazioni si presentino nel pieno di una stagione sportiva?
“Segnalo che i casi dell’anno scorso di Conegliano (ritiratasi a dicembre 2011 dalla Serie A1, ridotta in corsa a 11 squadre, ndr) e quanto stiamo registrando oggi fuoriescono perché noi, io per primo, abbiamo progressivamente negli ultimi anni imposto regole sempre più severe per evitare il doping amministrativo. Prima del mio insediamento non si attuavano controlli all’atto delle iscrizioni ai campionati sui pagamenti effettuati nella stagione precedente. Non si attuavano controlli a novembre e a dicembre sulla regolarità dei pagamenti nella stagione corrente. Prima del mio insediamento le fideiussioni erano più basse e non veniva richiesto il pagamento di un ‘fee’ di ingresso alle società neo-promosse dalla B o a quelle che acquisivano i titoli sportivi. In questi anni abbiamo lavorato sodo per innalzare i controlli e rafforzare la solidità economica dei club che entrano nella Serie A. Io sostengo sempre, infatti, che non è obbligatorio giocare in Serie A. Chi ci arriva deve avere la struttura societaria e le risorse economiche di Serie A.

Nuove norme di carattere economico e finanziario potrebbero risolvere il problema?
Purtroppo non tutte le proposte che ho avanzato, ben più rigide e selettive, sono state accolte. E infatti oggi ci ritroviamo a Verona con tutti i Club di Serie A per discutere delle situazioni di difficoltà che prima ho evidenziato. Posso accettare qualsiasi critica alla Lega, tranne quella di non aver rigorosamente agito per renderla sempre più seria e trasparente nella gestione dei Campionati. Chi sostiene il contrario o è in malafede o non conosce com’era la situazione in precedenza.

Quale risposte si augura che darà l’Assemblea?
Spero che dalla riunione di oggi i club escano assumendo ulteriore consapevolezza sul fatto che vanno accettate quelle norme da me proposte in passato, che i club stessi, è documentato, hanno in maggioranza sempre respinto, pensando più al proprio interesse piuttosto che a quello del movimento in generale. Ora non c’è più spazio per scelte timorose. In vista della prossima stagione io e il Consiglio di Amministrazione abbiamo preparato un impianto regolamentare che permetterà di risolvere la questione alla radice. Io difendo le norme, non le cambio”.

a cura della redazione di Sponsornet.it

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