Volley Soverato: Jaline accusa pesantemente il club. Replica il presidente Matozzo
Autore: Lega Volley Femminile
18 Gennaio 2013

Mentre la squadra del Volley Soverato è impegnata a preparare la sfida di domani contro il Bisonte San Casciano, le dichiarazioni di un’ex giocatrice della squadra ionica hanno turbato le ultime ore in casa biancorossa. Stiamo parlando della brasiliana Jaline Prado Oliveira, 33 anni, dal 2006 in Italia, ex opposto del roster guidato da coach Breviglieri, che ha concesso un’intervista a UOL Esporte, rilasciando dichiarazioni decisamente pesanti nei confronti del suo ultimo club, il Volley Soverato.

L’atleta brasiliana, infatti, non ha utilizzato giri di parole e ha categoricamente affermato di essere stata vittima di comportamenti discriminatori e di essere stata licenziata senza una giusta causa. Le affermazioni più forti sono state rivolte nei confronti del presidente del Soverato, Dott. Antonio Matozzo: Jaline ha dichiarato infatti, di aver ricevuto maltrattamenti e minacce.

Queste sono le sue dichiarazioni precise: “Durante il mio settimo anno in Italia, purtroppo sono diventata una vittima. Sono stata maltrattata dal mio presidente e mi ha minacciata moralmente. Mi diceva che se non avessi fatto trenta punti a partita, mi avrebbe dato un calcio in c*lo e mandata via dal paese. Sono stata trattata come un cane. Ha anche mentito, dicendo che ho avuto un infortunio al ginocchio. Ho dimostrato che era un bugia. La pressione sugli stranieri è enorme. E’ sempre stato così, non è questo il problema. C’è stata una riunione tra il presidente e la squadra intera. Mi ha umiliata e poi in una chiacchierata privata, mi ha minacciata di nuovo. Le minacce sono iniziate nel mese di dicembre e ho resistito solo perché avevo bisogno dello stipendio. Il presidente ha avuto il coraggio di chiamare il consolato e chiedere la mia estradizione”.

Alle accuse risponde il presidente Antonio Matozzo con una secca dichiarazione rilasciata all’Ansa che fornisce un’altra versione dei fatti: “Mai minacciata, mai maltrattata – spiega Matozzo -. Anzi, ha sempre avuto tutto da me. Basti pensare che ancora vive a Soverato in un appartamento messo a disposizione della società. Il problema è che ha un disturbo al ginocchio che le impedisce di giocare, è stata messa fuori squadra perchè, dopo averle fatto firmare il contratto, è venuta fuori una risonanza magnetica che dimostra che ha un disturbo serio al ginocchio. Le abbiamo detto: se vuoi giocare firma e ti assumi la responsabilità di eventuali infortuni. Non sapevamo del problema quando le abbiamo fatto firmare il contratto. Nonostante questo, nel periodo in cui è rimasta qui, in 10 mesi le abbiamo dato, tra stipendi ed altro, 50 mila euro. Duemila euro li abbiamo pagati prima che firmasse ed ogni volta che aveva bisogno anticipavo io il denaro che le serviva, anche per andare dal medico”.

“Adesso ci ha fatto causa ed il suo avvocato dice che un ortopedico di sua fiducia sostiene che può giocare. Allora si assuma lui la responsabilità. Ma allora perchè ha rifiutato l’artroscopia ed una visita specialistica. Se dice di essere sana e di poter giocaré, perchè non si trasferisce in un’altra società dove la vogliono, visto che adesso è libera essendosi rotto il rapporto fiduciario che la legava a noi? E perchè continua ad occupare il nostro appartamento quando ha un biglietto pagato da noi per il Brasile per tornare a casa?” .

Anche la vicenda dei 30 punti a partita, secondo Matozzo, è strumentalizzata. “Spesso – spiega – mi ha chiesto degli anticipi sullo stipendio ed io glieli ho sempre dati. Allora, per spronarla, le dicevo: adesso però fammi 30 punti, ma non era una pressione, era uno stimolo. È sempre stata trattata con i guanti. La chiamavo affettuosamente ‘cioccolatino’. L’abbiamo presa perché doveva essere la nostra punta di diamante, ma in campo non saltava neanche. Sono fortemente amareggiato – ha concluso Matozzo – per questa vicenda. Una giocatrice di prestigio si dovrebbe solo vergognare di tenere questo atteggiamento”.

Di certo, le esternazioni, poco veritiere e inopportune della giocatrice carioca, non turberanno e non andranno mai ad infangare e mettere in dubbio il nome, la grande serietà e la professionalità che la società calabrese si è saputa costruire e riconoscere a tutt’oggi nel massimo panorama pallavolistico italiano. Parlano i fatti, le parole le porta via il vento…

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