Unendo Yamamay Busto Arsizio: Ciara Michael protagonista sul sito ufficiale Cev
Autore: Lega Volley Femminile
9 Settembre 2013

Guadagnarsi uno spazio sulla home-page del sito ufficiale Cev – Confederation Europeenne de Volleyball (www.cev.lu) – non è certo facile, soprattutto in un periodo come questo, dominato dalle notizie sui campionati europei, in pieno svolgimento. Ci è riuscita tuttavia la nuova centrale della Unendo Yamamay Busto Arsizio, Ciara Michel. Il sito di riferimento della pallavolo continentale dedica alla giocatrice inglese una lunga ed interessante intervista, alla vigilia della sua prima esperienza in Champions League. Di seguito il testo tradotto in italiano e l’intervista in lingua originale.

Busto Arsizio (ITA) 9 settembre 2013. Ciara Michel, 28 anni, atleta olimpionica 2012, lo scorso maggio è stata selezionata dal club italiano della Unendo Yamamay BUSTO ARSIZIO, medaglia di bronzo nella 2013 CEV Volleyball Champions League. La centrale che ha lasciato il Regno Unito alla tenera età di 10 anni per trasferirsi in Florida, sarà la prima giocatrice di Pallavolo femminile dalla Gran Bretagna a giocare in una competizione per club d’elite in Europa a partire da ottobre con il primo turno delle eliminatorie. Ciara ci racconta le sue aspettative, anche personali, condividendo con noi i ricordi dell’indimenticabile esperienza olimpica a Londra 2012.

Ciara, tu sei la prima giocatrice di pallavolo femminile con passaporto britannico che parteciperà alla CEV Volleyball Champions League. Che cosa significa questa opportunità per te?

E’ eccitante pensare che ci sia una certa importanza storica associata a me in questo importante passo nella mia carriera. Non sono riuscita a dormire per giorni dopo aver firmato il contratto con la Unendo Yamamay a maggio, e anche adesso che sono qui, e la realtà del mal di gambe e la sveglia presto sono iniziate, ancora mi pizzico di tanto in tanto per vedere se sto sognando, oppure mi ritrovo sorridente senza nessuna apparente ragione. E’ così emozionante vedere i fan che sventolano bandiera inglese quando mi vedono! Devo lavorare molto per migliorare il mio gioco, in modo da avere la possibilità di giocare come si deve la Champions League e spero di rendere orgogliosi tutti i membri del Team britannico.

Hai girato il mondo trasferendoti in Florida a soli 10 anni e hai giocato anche in Australia e in Germania prima di venire in Italia. Quali sono i pro e i contro che hai raccolto da tutte queste esperienze e da quella – per così dire – da “vita zingara “?

Trasferirsi negli Stati Uniti all’età di dieci anni è stato, per la mia esperienza nella pallavolo, la cosa migliore che potesse capitare. Anche se non ho praticato questo sport fino ai 14 anni, se la mia famiglia fosse rimasta in Gran Bretagna molto probabilmente non l’avrei mai praticato! Il più grande “contro” del viaggiare, dopo i miei anni universitari, è stato mettere la pallavolo in un ruolo secondario rispetto allo studio, il che ha significato perdere diversi anni di esperienza professionistica. Tuttavia, io non cambierei le amicizie e le esperienze che ho avuto in questi anni, e mi considero fortunata di aver avuto il meglio da entrambi questi due mondi.

L’anno scorso sei stata olimpionica per il Team inglese a Londra. Quali ricordi custodisci del torneo olimpico?

Mille pensieri diversi mi rimbalzano in mente quando sento le parole ‘Olimpiadi’ o ‘Team GB’ . E’ dolce amaro sentire le emozioni e l’eccitazione dei giochi che mi rimangono dentro, dandomi la sensazione di farfalle nello stomaco, in combinazione con un pò di tristezza perchè ora sono solo ricordi sbiaditi. Ricordo che prima della partita inaugurale siamo passate in un pub fuori Earls Court e tutti i nostri amici e le nostre famiglie si erano riuniti fuori per manifestarci il loro affetto: c’erano anche mia sorella e i miei genitori che non vedevo da tempo! Mi ricordo sempre la pelle d’oca alla cerimonia di apertura, in fila accanto alla Russia, quando sono riuscita a vedere in una folla di migliaia di persone i miei genitori che saltavano ed impazzivano per me. Mi ricordo il tempo libero trascorso nel villaggio con la mia compagna di stanza e le compagne di squadra, l’incontro con atleti di altri sport e di altri Paesi, e quanto fosse strano sentirsi come in in una bolla, circondata da celebrità dello sport. Una delle cose migliori delle Olimpiadi è stata convogliare a Londra la mia famiglia e i miei amici provenienti da tutto il mondo (mia sorella è venuta dall’Ecuador), dagli Stati Uniti e dall’Australia, così come tutti i britannici. Io non sono il tipo da tatuaggi, ma ho foto e ricordi nel mio appartamento per ricordarmi di questo e degli altri momenti importanti nella mia vita, per regalarmi un sorriso guardandoli.

Un anno dopo le Olimpiadi pensi che ci sia qualche possibilità di sviluppo per la pallavolo nel Regno Unito?

Nonostante tutto il duro lavoro svolto da un sacco di persone che stanno dietro le quinte e si impegnano per la pallavolo nel Regno Unito, la decisione di UK Sport di smettere di finanziare le squadre è stata pesante, e ha paralizzato questo sport. Senza un vero sistema, e senza una squadra senior a cui guardare, i bambini non iniziano a giocare e la pallavolo non avrà mai grandi possibilità contro potenze di vecchia data delle altre nazioni.

Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissata per la prossima stagione? Stai bene a Busto Arsizio? L’Italia rappresenta ancora il sogno di qualsiasi giocatore professionista di pallavolo anche se campionati molto più redditizi si stanno manifestando in paesi come la Turchia e l’Azerbaigian?

Penso di essere davvero fortunata ad essere stata scelta da questa squadra. Dopo solo una settimana, sembra che la Unendo Yamamay sia fatta su misura per me. La squadra ha un feeling molto professionale ma non stressante. Nonostante l’alto livello e l’amore incredibile da parte dei tifosi, non ci sono personalità troppo forti, gli allenatori, le ragazze e i dirigenti allo stesso modo sono incoraggianti e amichevoli. Questo è un buon ambiente per imparare e migliorare, e il mio obiettivo prima di tutto è quello di impressionare gli allenatori in modo da avere una possibilità in campo. Per quanto mi riguarda il denaro non è l’unica parte dell’equazione che porta alla scelta di una nuova squadra, e finora l’Italia e Unendo Yamamay hanno superato di gran lunga le mie aspettative!

Stai seguendo l’Eurovolley in Germania e in Svizzera? Hai in programma una visita alle partite a Zurigo o in Germania?

Seguo per vedere le partite di alcune delle mie compagne di squadra, ex e future, è sempre divertente guardare la pallavolo ad alto livello, sia maschile che femminile. Mi piacerebbe vedere dal vivo una partita, ma naturalmente il nostro tempo libero è limitato, e la mia priorità in questo momento è migliorare le mie capacità e conoscere la mia nuova squadra.

Infine , per citare lo slogan di Londra 2012, “ispirare una generazione”, se avessi la possibilità di parlare con un ragazzo o una ragazza del Regno Unito, come motiveresti questi ragazzi a crescere con la pallavolo?

Se ognuno di noi potesse fare nella vita ciò che ama, non lavorerebbe un giorno nella vita. La prima cosa da fare è quindi capire ciò che ci rende felici, poi perseguirlo e dare il meglio di noi stessi. E godere di ogni fase del viaggio, ovunque ci troviamo.

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