Riportiamo l’intervista integrale pubblicata su “La Prealpina” di oggi 6 maggio 2016 a firma Andrea Anzani
Scende in campo Francesco Pinto. Dopo le settimane di silenzio in casa Unendo Yamamay caratterizzate dal fragoroso addio di Michele Forte e della sua famiglia, a prendere la parola è il presidente di Inticom, sponsor di via Maderna dal 2006, ma soprattutto uno dei principali artefici dell’epopea Yamamay. Non è un caso che in un passaggio delicato della vita della Futura a metterci la faccia sia proprio Pinto: il segnale che arriva è di quelli forti e rassicuranti. Quel che la gente biancorossa sta attendendo sul futuro del club e sulle sue prospettive scosse da una stagione complicata sul campo e dal nuovo scenario in società. «È evidente che una fase di cambiamento si sta completando. – attacca Pinto -. L’uscita di scena della famiglia Forte impone un momento di riflessione: è un grande dispiacere per chi come me ha un rapporto di amicizia solido e profondo con loro, come lo è vedere che nella vita ci sono momenti in cui si fanno scelte diverse». «Mi sono interrogato su che cosa fosse giusto fare per me, per l’azienda e per la Futura – aggiunge – e da un lato non voglio perdere l’amicizia, mentre dall’altro mi sento responsabile verso il movimento e verso quanto abbiamo fatto in questi anni. Non voglio far venire meno un apporto alla società che nel suo nome, per natura, contiene un progetto: ritengo mia responsabilità accompagnare ancora la Futura in questo nuovo percorso». Pinto, dunque, torna al centro della scena appoggiando la società: «Non in un nuovo progetto ma in un cammino basato sulla coerenza con ciò che c’è in campo e fuori, mantenendo una solida relazione col territorio». Perché questa scelta netta? «Va rispettato il ruolo di Giuseppe Pirola che in questi anni ha sostenuto con mezzi importanti questa avventura consentendoci di funzionare. Anche oltre il risultato sportivo di quest’anno: se abbiamo sbagliato qualcosa è stato più in campo che fuori, ma sono cose che accadono nello sport. L’impegno di Pirola merita di essere sostenuto: ha consentito alla Futura di essere competitiva e di continuare la sua storia». Dopo le parole di sostegno al presidente, arriva un’investitura per Enzo Barbaro: «E’ importante in questo momento di separazione che il nostro movimento si compatti sotto la sua guida tecnica e manageriale. Da 12 anni è con noi, è la persona sulla quale riponiamo aspettattive di crescita tecnica e societaria nei prossimi anni e non mi riferisco soltanto alla squadra ma ad un utilizzo più ampio del palasport, a nuovi servizi ed al settore giovanile. Ha carisma, competenza e preparazione: deve diventare la persona centrale del progetto». Pinto, poi, si rivolge ai tifosi: «Il disagio e la preoccupazione dei sostenitori in questa fase va accettato, ma a tutti dico che siamo qui, che abbiamo una storia da onorare e una presenza sul terriorio da ribadire. Come Yamamay ci siamo dal 2005 e dal 2006 come sponsor: non ho un orizzonte temporale, non posso prevedere il futuro, ma ciò che vediamo nascere ora è in linea con quel che vorremmo. E sapere che ci sono amici come Paolo Orrigoni ancora con noi mi inorgoglisce e mi fa capire che non siamo soli in questo viaggio». Il progetto UYBA 2.0 è stato presentato a lunghissima scadenza (2039) e con investimenti dirottati sul settore giovanile: la gente, però, ha esigenze più immediate, vuole una squadra competitiva dopo una stagione amara… «Anch’io non guardo al 2039. La vita è oggi – sottolinea Pinto -, l’uomo saggio è colui che vive bene il presente. Ogni stagione deve avere un senso in sé. Il settore giovanile non è una minaccia per il movimento di vertice e per come lo intendiamo noi, ovvero come coinvolgimento e non caccia ai successi, non significa togliere risorse alla prima squadra. A proposito di risorse: quando c’è una corretta gestione della parte tecnica, il budget conta ma non è tutto. Abbiamo una storia nella quale le risorse non sono mai state comparabili con i primi della classe: oggi serve il giusto per fare molto bene, gli altri carburanti sono amore, passione e competenza. Vogliamo essere i migliori nell’utilizzo di quel che si ha a disposizione».Che cosa non ha funzionato nella prima stagione di UYBA 2.0? «E stato il primo anno senza Massimo Aldera e abbiamo cambiato guida tecnica dopo tanti anni – spiega Pinto -, eravamo destinati a ripartire: abbiamo fatto bene come società e meno sul campo, dove i cambiamenti sono stati tanti. Ma Busto è destinata a vivere, non a sopravvivere. Conosco le attese del nostro pubblico, competente e appassionato: vuole una squadra che combatta e noi vogliamo fare una squadra con questa attitudine. Un altro anno come l’ultimo non vogliamo farlo. Le risorse? Ci lavoriamo sempre: spenderemo tutto per creare un’eccellenza sportiva». A.A.