La UYBA fa domanda per la Cev Cup! L’anticipazione del Presidente Pirola su La Prealpina
Autore: UYBA Volley Busto Arsizio
21 Maggio 2016

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La notizia è di quelle che entusiasmano e fanno sognare i tifosi: la Unendo Yamamay Busto Arsizio vuole tornare da subito in Europa e ha fatto domanda per giocare nella stagione 2016/17 la Cev Cup, competizione già vinta nel 2010 e nel 2012. Ad anticiparlo è il Presidente biancorosso Giuseppe Pirolasulle colonne de “La Prealpina” di oggi.

Riportiamo per intero l’intervista realizzata dal giornalista Andrea Anzani, in cui in numero uno UYBA parla a tutto tondo della prossima stagione delle farfalle.

Un annuncio e tutte le risposte alle domande sulle questioni che hanno attraversato il mondo Uyba nelle ultime settimane. Dalla vicenda Forte, alla situazione Lugiato, passando dal bilancio del campionato appena concluso alla proiezione su quello che verrà, non tralasciando la questione PalaYamamay.

Giuseppe Pirola, presidente e patron dell’Unendo Yamamay, svela tutto a cominciare dal ritorno in Europa.

«Ci siamo iscritti alla Cev Cup – annuncia – perché vogliamo far giocare di più la squadra, per gratificare gli sponsor e perché l’Europa è il nostro habitat. Lo scorso anno rinunciammo a una Challenge Cup poco attraente, ma ora Fipav e Cev hanno accolto la nostra richiesta con favore: siamo molto fiduciosi di una risposta positiva. La scelta è stata fatta perché abbiamo già la copertura economica».

Dal futuro prossimo al recente passato:  una stagione tutta da lasciarsi alle spalle?

«Lo scorso anno sono partito in corsa dopo il passaggio di consegne alla presidenza: la squadra fatta l’ho sentita poco mia e abbiamo sofferto l’uscita di scena di Massimo Aldera. Inoltre l’investimento maggiore che abbiamo fatto, Yilmaz, non ha reso. Speravo nei playoff e nella Coppa Italia ma ci siamo bloccati a gennaio. Ora, dopo la delusione, ripartiamo per portare Busto Arsizio nelle prime quattro e in Europa».

La prossima stagione sarà la prima senza Michele Forte in società: che cosa è successo?

«C’è una diversità di vedute sul settore giovanile: da quando sono presidente ritengo che non ci debbano essere due società nel settore giovanile ma un’unica realtà sotto la quale far giocare tutte le nostre ragazze, dalla palla rilanciata al vertice, con la stessa maglietta. Il mio desiderio è un grande settore giovanile con una base ampia: non  cerco le  vittorie,  non voglio fare la guerra ad Orago. Mencarelli darà lo stesso metodo di lavoro a tutti i gruppi, creeremo la cantera. I Forte, invece,  volevano continuare a tenere distinte Futura e Futura Giovani. Sulla questione del fisioterapista da avere sempre presente, invece,  si poteva trovare un’intesa. Le porte della società sono sempre aperte per Michele e per la sua famiglia che detiene ancora il 33% delle quote del club».

L’a.d. Paolo Lugiato è “scomparso” dall’organico della Futura?

«È un grande manager molto impegnato e faceva fatica a seguire da vicino le vicende della squadra. Certe situazioni necessitano invece di una presenza più costante. In quest’annata ho maturato la convinzione che un CdA in una società di volley non funziona: si cambia,  sarò io l’amministratore unico, con Enzo Barbaro direttore generale. Lugiato, se vorrà, potrà continuare a darci una mano. Si tratta di ridisegnare meglio quel che avevamo fatto in corsa 12 mesi fa, in società non ci saranno altri ingressi: restano tutti coloro con i quali si lavora da tempo, siamo a posto così, questo gruppo di lavoro mi piace».

In giorni non facili per la società, Francesco Pinto è tornato vicino alla Futura ed ha avuto parole importanti nei suoi confronti: una grande investitura pubblica…

«Pinto è fondamentale, è un leader riconosciuto nel mondo imprenditoriale e in ogni ambito: ha capito quanto io mi sia messo in discussione. Lo stesso posso dire di Paolo Orrigoni: la loro vicinanza mi fa dare ancora di più e dire  che il progetto ha davanti a sé un futuro di rilievo».

Con i tifosi abbonati resta in sospeso la questione della partita dei playoff compresa e non goduta…

«Restituiremo i soldi della partita scontandoli dal prezzo dell’abbonamento a chi lo rinnoverà o la stessa quota a chi non sarà ancora abbonato e ne farà richiesta».

Tante voci sulle squadre che giocheranno al PalaYamamay nel prossimo campionato: qual è la situazione?

«Noi e il Club Italia, che ha confermato la sua presenza. L’esperimento con le azzurrine ha funzionato e ha prodotto anche un piccolo utile. Ho proposto a Lega e Fipav di giocare entrambe in casa nella stessa domenica: le azzurre alle 15.30/16  e l’Uyba a seguire: vogliamo che sia una grande festa del volley, che potrà portare ancora più pubblico. Un’idea innovativa e non vedo ostacoli. Spero si faccia. Nelle domeniche libere ci sarà spazio anche per altre realtà come Powervolley e Sab Grima che vorranno eventualmente affittare il palazzetto che deve vivere principalmente per il volley ma che va riempito di contenuti. Costa 150mila euro l’anno, se lo facciamo rendere gli utili confluiscono nelle casse della Futura. Inoltre, siamo in fase avanzata negli studi di fattibilità per l’allestimento di una super hospitality. Nei programmi c’è anche di fare due campi sotto una tensostruttura, ma su questo ci confronteremo con la nuova amministrazione comunale».

I risultati della prima squadra sono fondamentali per creare attenzione e entusiasmo: dalle prime mosse l’Uyba è tornata a investire molto. La squadra è fatta da meno scommesse e più certezze: c’è un budget maggiore rispetto a un anno fa?

«Il budget è simile, la differenza è la mia indicazione sulla forte italianità della squadra. Sta nascendo un gruppo che  mi piace molto, una squadra che sento mia. So delle attese dei tifosi ed anche a me piace vincere: Diouf è tornata e sarà qui per tre anni, Stufi ha una gran voglia di rivincita e Spirito ha la nostra maglia sulla pelle. Mi piacerebbe avere altre italiane, come Sylla e Marcon, ma non sono raggiungibili. D’Odorico mi piace molto, come Plak che seguo da anni. Sulla questione risorse sono pronto ad andare a trovare gli imprenditori di Busto porta per porta per coinvolgerli in questo progetto: la città può rispondere. Investire nell’Uyba offre un ritorno anche nel sociale».

A proposito di città: la questione Pro Patria la vede coinvolta da vicino?

«Sono state chiacchiere che ho fatto con Collovati tempo fa ma nulla di concreto. Sono comunque aperto a tutto, anche a sponsorizzare se c’è progettualità e ci sono sinergie da poter mettere a regime. Non valuto invece l’acquisizione di quote della società. Nel calcio, Unendo Energia è presente già sulle maglie della Caronnese che è la società più solida e seria che ci sia in giro. Il Varese? Laurenza mi ha restituito quanto anticipato fino all’ultimo euro».

Torniamo alla squadra: a Mencarelli che cosa chiede?

«Mi aspetto i risultati. Nell’ultima stagione non lo abbiamo messo nella condizione ideale, ora la squadra è fatta a sua misura, dunque non può sbagliare. Dallo staff alla società creeremo le situazioni ottimali: se non arriveranno i risultati sarà un problema. Ma sono convinto che faremo un’ottima stagione».

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