Vasja Samec Lipicer benvenuto a Bolzano: com’è nata la possibilità di approdare al Südtirol Neruda?
“Dopo due stagioni molto belle per me in Polonia, al Sopot, si era esaurito un ciclo ed a me sarebbe piaciuto continuare a lavorare con Micelli col quale mi sono trovato molto bene. Ma questo non è stato possibile, ma volevo restare a lavorare nell’alto livello ed oggi l’Italia è il top che ci sia al mondo. Dopo un po’ di tempo Francois aveva bisogno di un secondo allenatore, io ero libero e così si sono create le condizioni per poter lavorare insieme a Bolzano”.
Coach Salvagni le ha già spiegato cosa vorrà da lei?
“Certo, abbiamo parlato di che lavoro vuole svolgere in palestra e cosa si aspetta da me soprattutto dal punto di vista tattico. Mi occuperò soprattutto di studiare gli avversari e le nostre scelte tattiche. Inizialmente dovremo fare un lavoro di base per amalgamare il gruppo ed iniziare a costruire il nostro gioco, ma sono convinto che il Südtirol Bolzano sia un’ottima squadra che possa dire la sua in uno dei campionati italiani che si annuncia come il più equilibrato degli ultimi anni”.
In effetti praticamente tutte le squadre si sono rinforzate parecchio, ci sono tutti i presupposti per vivere una serie A1 di altissimo livello.
“Ad oggi è difficilissimo se non impossibile dire chi vincerà lo scudetto. Sarà sicuramente un campionato lungo e difficile, con tante squadre di alto livello. Per me personalmente sarà il primo anno senza dover disputare anche le Coppe europee, così ci si potrà concentrare solamente sul lavoro quotidiano in palestra. Avendo le settimane intere a disposizione si potrà lavorare molto anche sulla tecnica individuale, una cosa che sarà utile soprattutto alle ragazze più giovani”.
Che impressione le ha fatto il Südtirol Neruda allestito quest’anno?
“Io sono una persona ottimista di natura, sono molto fiducioso ed il tempo è dalla nostra parte per poter costruire qualcosa di bello. Credo che la società si sia mossa molto bene, allestendo un gruppo che abbia tutte le carte in regola per vivere una stagione positiva. Dobbiamo partire consci di due cose che saranno per noi fondamentali, ovvero cercare di vincere tutte le partite contro le nostre dirette concorrenti e poi cercare di mantenere il PalaResia il più inviolato possibile. Nelle partite in casa dovremo avere sempre una marcia in più che ci viene data anche dal nostro pubblico, per poi cercare di andare a piazzare qualche colpo anche in trasferta”.
In Polonia ha già avuto l’occasione di allenare Maret Balkestein-Grothues che ritroverà ora a Bolzano.
“Maret è una giocatrice davvero straordinaria, fosse rimasta al Sopot anche nella stagione scorsa avrebbe potuto diventare la prima giocatrice straniera ad essere capitano di una squadra polacca. Ma conosco bene anche altre giocatrici della rosa per averle studiate negli anni scorsi. È il caso di Popovic, contro la quale abbiamo giocato in campionato l’anno scorso, oppure la Bauer che ci ha eliminati ai playoff della scorsa Champions League con Piacenza. Ma poi conosco bene anche Pincerato per averla vista giocare spesso, così come Zambelli che ho studiato quando giocava in Francia oppure come Vrankovic, una ragazza molto talentuosa, Bartsch l’ho vista giocare a Dresda così come Papa la conosco dai tempi della A2”.
Lei ha vissuto diverse stagioni in vari paesi d’Europa, esperienze che sono state anche di vita oltre che professionali.
“Assolutamente sì, sono state esperienze importanti per farmi crescere sia come allenatore che come uomo. Mi hanno arricchito anche a livello umano, dandomi l’occasione di confrontarmi con diverse culturare, di conoscere tante persone. Lavorativamente parlando ho avuto la fortuna di disputare spesso le coppe europee e poter così vedere come il volley sia sentito ed amato in tantissime nazioni del nostro continente. Devo ringraziare anche mia moglie che con la sua attività di giocatrice mi ha permesso di muovermi spesso insieme a lei”.