Davanti la prospettiva dell’ultima sosta che anticiperà il rush finale, alle spalle una rincorsa portentosa, quasi sorprendente. La
Marche Metalli prende il fiato dopo aver messo insieme dieci punti nelle ultime quattro gare (e che gare), solamente Altamura ha fatto altrettanto. Di più, come i 17 punti raccolti nel 2005, quinto posto nella speciale classifica, lasso di tempo che è servito per recuperare 2 punti su Corridonia, 4 su Sassuolo, 7 su Collecchio, 10 su Firenze e 11 su Cavazzale. Un rendimento prezioso, la conferma che “abbiamo trovato certi equilibri strada facendo, dimostrando di saper giocare bene a pallavolo”. Idee lucide, quelle di Nicoletta Luciani, le stesse che ha dimostrato in campo, in un crescendo simile a quello della Marche Metalli. “Giocare in una squadra che ci crede, che lotta e non molla mai è sicuramente uno stimolo in più. Stiamo lavorando tanto e bene, curando aspetti tecnici come il muro”. Devastante per superare Firenze, per uscire per mettere per la prima volta i piedi fuori dalla zona retrocessione. “Guardare la classifica domenica sera – racconta la
Luciani – è stata una liberazione, perché era un’idea che non avevamo mai abbandonato. L’abbraccio con il presidente Pandolfi? Un rituale iniziato a Matera nel girone di andata. Gioire e soffrire con i dirigenti è la cosa più bella”. Alla ripresa un mini-torneo di sei gare (cinque per Firenze e Corridonia), la strada per la salvezza resta lunga. “C’è ancora da soffrire, ma a noi va bene così. Siamo abituati. Ma non chiedetemi quale sarà la quota salvezza, i conti mi piacciono poco. Noi dobbiamo continuare a vivere alla giornata, a pensare alla prossima partita, consapevoli che alla fine vincerà chi avrà più cuore. La sosta ci farà bene, abbiamo speso tanto nelle ultime partite”.