Terza puntata con le vostre domande a Consuelo Mangifesta, che vi risponde direttamente da Londra!
Luca: Ciao Consuelo, sono un ragazzo che segue da anni la pallavolo maschile e quella femminile, spesso girando l’Italia in lungo e in largo visto che a Milano le squadre non riescono a stabilizzarsi nel territorio. Ho letto i tuoi post e i commenti degli altri tifosi seguiti alla sconfitta con la Korea. Beh posso dire una cosa: è arrivata l’ora di cambiare! Sinceramente ho sempre apprezzato Barbolini ma le scelte tecniche fatte a queste Olimpiadi non le ho sicuramente condivise.
Come si può portare una palleggiatrice come la Rondon? Giulia è una discreta palleggiatrice ma non può assolutamente essere il nostro palleggiatore. Se davvero Leo uscisse dal giro, la regia della nostra nazionale sarà davvero in mano a lei? Non la trovo assolutamente in grado di gestire una squadra che punti in alto ed anche nelle partite più facili contro Gran Bretagna ed Algeria si sono viste molte sue imprecisioni.
Per quanto riguarda il nostro libero, Paola Croce…io davvero non ho parole. Pessima Olimpiade per questa ragazza… e contro la Korea continua sofferenza in ricezione e completamente assente in difesa. Non trovi? A confronto con gli altri liberi delle nazionali più forti, davvero non ci sono paragoni. Leonardi? Sirressi? De Gennaro? Sicuramente quanto meno di pari valore e comunque giovani e con voglia di fare…
Una delusione personale ce l’ho invece per la Costagrande. Lei poteva essere il nostro “bomber” ed invece é finita giustamente in panchina (anche troppo tardi!) per un rendimento in attacco insufficiente. Come mai? Io mi ricordo che qualche anno fa in Italia era veramente una leader, dava sempre un grande apporto in attacco. Concludo chiedendoti: non trovi che entrambe le nostre nazionali presentano gravi carenze in ricezione? Soprattutto la maschile: grandi attaccanti ma carenti ricevitori. Si può vincere così? Grazie mille, un abbraccio
Ciao Luca,se leggi la mia ultima riflessione capirai da solo che il mio pensiero si avvicina molto al vostro. C’e bisogno di rinnovo, c’e’ bisogno di programmazione che forse e’ più semplice fare oggi dopo l’ennesima Olimpiade persa. A difesa di Barbolini, pur non condividendo alcune sue scelte, azzardo il mio pensiero. Secondo me anche lui sapeva di poter fare scelte differenti ma aveva bisogno di fare risultato e quindi si e’ fidato delle atlete che conosceva meglio. Perché portare alle Olimpiadi giovani con le quali non si e’ lavorato abbastanza e senza esperienza internazionale probabilmente non lo avrebbe reso tranquillo. Il problema e’ che alcune pedine importanti (vedi Costagrande) lo hanno tradito mancando l’appuntamento e gli hanno complicato la vita. Poi l’infortunio (gravissima la sua assenza) della Cardullo e il rendimento altalenante della Gioli hanno reso il percorso assolutamente in salita. Ora c’e’ tutto il tempo per cambiare e provare a dare a questa squadra un volto diverso.
Il libero e’ un ruolo complicato e trovarne non e’ certo semplice. La Cardullo e’ cresciuta in questa squadra, ne conosceva i pregi e i difetti. All’interno di questo gruppo si era ritagliata un ruolo di leader indiscussa e farne a meno ci e’ costato davvero caro. Pero’, sempre nell’ottica del rinnovamento, possiamo da oggi in poi fare affidamento su alcune sue colleghe che potranno di certo garantirci un sicuro apporto. Per quanto riguarda i maschi il discorso e’ ancora più complicato. La scelta di Berruto di portare con se’ due liberi, Giovi e Bari, e di farli giocare contemporaneamente, ha senza dubbio un suo significato. Ha scelto Bari per la ricezione, Giovi per la difesa… e fin qui ci siamo. Ma ha reso il loro ruolo ulteriormente complicato perché li costringe ad un super lavoro dal punto di vista psicologico. Entrare e uscire dal campo mantenendo sempre alto il livello di concentrazione non e’ la cosa più facile del mondo e ti garantisco che stanno reagendo alla grande visto il livello di gioco e lo stress che si vive in un’Olimpiade.
Sara: “Che non sarebbe stato facile lo sapevamo tutti. Ma non così difficile…”. Già! Le coreane sono state brave ma credo che noi non abbiamo dato il massimo. Forse la paura di perdere e di “ripetere la storia” è stata più forte della voglia di vincere?? Peccato! Da tifosa e appassionata di pallavolo ci credevo. Difficile partita psicologica ma non so se il “problema” sia stato solo quello. Mi è sembrato che il gruppo si fosse un po’ perso. Che ci fossero 6 atlete in campo ma non una Squadra. La Nostra Squadra. Quella che conosciamo e che ci fa sognare. E’ stata solo una mia impressione? Grazie.
Ciao Sara, e’ chiaro che quando una squadra non riesce ad imprimere al match il proprio ritmo e livello di gioco si deprime. Questa squadra e’ stata costruita per vincere giocando una pallavolo precisa e raramente di forza. Quando ricevi male e sei costretto a giocare costantemente palla alta con la giocatrice di riferimento, in questo caso la Costagrande, non ai suoi livelli, e’ chiaro che perdi lucidità. Per poter giocare la nostra pallavolo con palla spinta in 4 e fast per la Gioli (ad esempio) c’e’ bisogno di ricevere con percentuali alte. E questo, purtroppo, non e’ successo. Subentra la sfiducia, la paura di sbagliare, la voglia di non rischiare e si finisce per diventare molto vulnerabili.
Nicola: Ciao Consuelo! Come va a Londra? Spero tutto bene! (Perdonami sia per la lunghezza della mail, sia per il tu!) Fortunata te che ci sei e puoi seguire tutte le partite che vuoi!! Tutti continuano a criticare questa Italia, perchè si poteva vincere, era una partita alla portata e bla bla bla, forse è vero. Io, invece, voglio dare i meriti alla Corea del Sud per quella partita, non ha sbagliato praticamente nulla! Noi invece non siamo riusciti a murare, a contrattaccare e soprattutto battute troppo facili, quindi palla in mano alla palleggiatrice e schiacciata della super Kim! Ma in questa mail voglio soprattutto sottolineare come invece, secondo me, l’Italia ci abbia creduto fino alla fine! Mi sembra di averlo visto negli occhi e nelle giocate di Antonella Del Core, nella grinta che ci ha messo Lucia Bosetti fino all’ultimo tra l’altro in un ruolo non suo, nell’entrata di Fracesca Piccinini che a mio parere ha fatto una bella partita! Nei minimi, ma importanti, sorrisi che faceva Eleonora Leo Lo Bianco con le compagne o quando si faceva punto, nella solita grinta di Valentina Arrighetti! L’unico neo forse sono state le prestazioni un pò sotto gli standard di Simona Gioli, Carolina Costagrande (secondo me sentiva l’emozione del primo quarto di finale in una Olimpiade!) e Paola Croce.. Ma ci sta, è vero, in una partita così importante non ci dovrebbero essere, però ci sta! Sono delle campionesse (e lo dico perchè lo penso veramente. A me piacciono tutte le giocatrici e anche i giocatori della nazionale, nessuno escluso! Ho certo il mio preferito e la mia preferita però non do mai contro a nessuno!) ma allo stesso tempo sono umane, non dei robot! Vorrei dire tante cose ma sarei troppo lungo. E prima di chiudere ci tengo a dire una cosa riguardo a Giulia Rondon. Lei è stata scelta da Barbolini perchè è forte e brava! In Italia abbiamo la “sfortuna” (si fa per dire) di avere tante bravissime palleggiatrici. Guardiamo per esempio a Noemi Signorile, Marta Bechis, Letizia Camera, Francesca Ferretti, Valeria Caracuta, sono strepitose! Ma se è stata scelta Giulia un motivo c’è (senza nulla togliere alle altre)! Guardiamo solo alle partite contro Gran Bretagna e Algeria: secondo me ha alzato benissimo! E in più ha sfruttato la sua altezza per murare! Non merita tutte le critiche che le sono state fatte! Barbolini ha creduto in lei e lei ha ricambiato. Egregiamente!
Ciao Nicola, da buon tifoso proteggi il gruppo fino alla fine e questo ti fa onore. Tutti sappiamo quanto sarà stato difficile per l’Italia accettare la sconfitta contro la Korea. Tornare indietro, recriminare, accusare non e’ l’atteggiamento giusto per poter guardare avanti. Non si vive di rimpianti e meno male. Certo e’ che da oggi, pur ringraziando molte delle atlete che alla nostra nazionale hanno dato lustro per anni, bisogna pensare a come arrivare al mondiale del 2014 che giocheremo in casa. Abbiamo un gruppo di atlete campionesse del mondo a livello juniores da far crescere alle quali affiancare qualche veterana che abbia ancora la voglia di mettersi in gioco. E speriamo di ritrovarci presto ad esaltarci per le loro vittorie… pur passando attraverso sconfitte e delusioni. Ma e’ l’unico modo che abbiamo per crescere di nuovo.