All Fin Cfl Volta Mantovana: Migliavacca, Crepaldi e coach Masacci commentano il ko di Roma
Autore: Lega Volley Femminile
10 Novembre 2009

VOLTA MANTOVANA. Vincere i primi due set non significa aver già la partita in pugno. La storia del volley è densa di match capovolti. Per la prima volta quest’anno l’All Fin Cfl si è fatta portare al quinto set quando mentalmente si era già accesa la spia della riserva. Un punticino magari alla fine tornerà utile, ma la fine è lontana e adesso bisogna giocare senza fare calcoli. Vindevoghel ha schiacciato 51 palloni (purtroppo bassa la resa: 25%) e ne ha ricevuti 36 (69%). Frackowiak ha un 35% su 37 attacchi e può decisamente fare meglio. Crepaldi, Malvestito e Brusegan hanno fatto registrare rispettivamente 50% su 18, 44% su 18 e 44% su 16.

Laura Migliavacca, quest’anno debuttante in A2 con un doppio salto dalla B2, in ogni partita giocata finora è stata gettata nella mischia in battuta. L’ingresso è sovente utile e proprio grazie ai suoi servizi in salto, l’All Fin Cfl nel primo set si è portata da 19-15 a 19-20. “Sì, nel primo ho fatto bene, poi alla fine non tanto – si schermisce la ragazza – Difficile decifrare la partita. Nei primi due siamo andate meglio del solito; in seguito, come ci è capitato in altre gare, abbiamo avuto poca cattiveria. Sicuramente non è un punto guadagnato, ma sono punti persi – afferma Migliavacca – Secondo me dobbiamo allenarci ad essere più lucide, perché spesso andiamo via con la testa e abbiamo dei vuoti. Speriamo di risolvere al più presto il problema – conclude – io sono fiduciosa”.

Laura Crepaldi è molto abbattuta e non sa spiegarsi bene cosa sia successo. La schiacciatrice tenta un’analisi: “Ad un certo punto la Roma ha iniziato a giocare al centro e forse ci siamo un po’ perse in quella situazione. Non le abbiamo messe in difficoltà in battuta, quindi le centrali sono state servite bene e ci hanno infilato parecchi primi tempi. Chihab ha fatto tanti punti in attacco e noi non siamo riuscite a riorganizzarci. Secondo me ha inciso anche la stanchezza. Negli altri set non abbiamo recuperato come nei primi due. Ci è mancata l’ultima spinta. Poi loro hanno ingranato iniziando a difendere e murare. Ne avevano di più”.

La giovanissima Benato anziché la veterana Marinelli nel ruolo di libero è una novità. Ultimamente Evelyn non aveva brillato, pure in allenamento, e l’allenatore ha voluto provare qualcosa di diverso. “Scelta tecnica – spiega coach Masacci – ma non dico che sarà definitiva”. “Vista la situazione della settimana – prosegue il mister – ho scelto di far giocare Benato e se tornassi indietro lo rifarei. Da questo punto di vista sono sereno. La piccola non è andata bene ma nemmeno male. Ha fatto alcune cose dicretamente. Questo è un campo che penalizza i difensori, perché è buio e basso, e dà qualche problema. Maria Eugenia ci ha dato un po’ di energia in alcuni momenti e ha cercato di essere aggressiva in copertura. Non abbiamo perso per colpa sua – tiene a precisare – e nemmeno ha fatto cose straordinare. Ha fatto una partita buona e mi sembra già qualcosa per una ragazzina di 16 anni alla seconda partita in A2”. Venendo alla partita, Masacci brontola: “Loro hanno avuto più voglia di vincere di noi ed è un problema per noi ricorrente. Siamo una squadra che quando le cose non vanno come si vorrebbe, facciamo saltar fuori i nostri problemi. Anche dopo la vittoria col Club Italia ho detto che siamo ancora alla ricerca della strada giusta. Ci sono fasi in cui facciamo confusione, perdiamo aggressività e lucidità. La resa di alcune giocatrici è ancora al di sotto delle aspettative. La stessa Vindevoghel ha fatto fatica in attacco e Frackowiak in battuta non prende il campo. Difendiamo poco e quando lo facciamo abbiamo difficoltà a mettere giù la palla. Dobbiamo lavorare ancora molto”. Oltre alla tecnica, la pallavolo è fatta di altri aspetti: “Da cambiare principalmente è l’atteggiamento della squadra nelle situazioni di competitività. Il gruppo comincia a chiudersi, c’è poca comunicazione, teniamo testa e occhi bassi. Siamo una squadra così, attualmente senza identità e che non riesce a mantenere la propria aggressività quando serve. Siamo molto più bravi a consolarci dopo la partita che ad aiutarci durante”. Non bisogna però dimenticare i primi due set intascati: “D’accordo. Li abbiamo vinti più che altro con il muro e riuscendo a rimanere più ordinati. Abbiamo sbagliato molto in battuta, ma almeno cercavamo di battere sulla Mattiolo. Poi, poiché siamo partiti sbagliando cinque delle prime dodici battute, per paura di fare l’errore, abbiamo cominciato a battere appoggiando di là la palla e loro hanno potuto variare il gioco coinvolgendo tutte. Hanno inoltre preso coraggio, tirato la battuta e la nostra ricezione non ha brillato. Tuttavia – non si rassegna il mister – per le giocatrici che abbiamo ritengo che si possano ugualmente trovare soluzioni per vincere le partite anche in situazioni di difficoltà. Invece non le troviamo. Braccino? Mah, io credo che sia più una questione di Dna e dobbiamo lottare per cambiarlo. Io ho l’impressione che l’anno scorso, con la squadra normale non quando eravamo decimati dagli infortuni, una partita come questa l’avremmo sicuramente portata a casa. Quest’anno, invece, appena c’è una possibilità di perdere ci buttiamo dentro a piedi pari. Non voglio continuare a parlare di piccoli miglioramenti – si ribella Masacci – perché non siamo più in pre-campionato e i miglioramenti devono essere veramente tali in tempi brevi. Non ci basta vincere un set o farne bene mezzo o avere una bella rotazione. Non possono essere questi gli obiettivi di una squadra come Volta Mantovana, occorre che facciamo bene le cose intere”.

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