Il calendario con impegni ravvicinati può giocare brutti scherzi e provocare metamorfosi nel giro di una manciata di giorni. L’All Fin a Pavia è stata in partita per un set e mezzo, poi è sparita dal campo.
“Secondo me – commenta Davide Zanichelli – è stata una cosa non dico logica, ma fisiologica. Era la sesta partita in 18 giorni e non si può sempre spingere al massimo. Quella partita è venuta male; probabilmente qualche atleta è più stanca del solito. Succede, niente di preoccupante, però bisogna lavorarci sopra. L’attacco? Quando si esce dal match diventa pure difficile fare valutazioni tecniche. La partita ad un certo punto è girata in modo strano e non riuscivamo più a giocare. Il primo set è stato combattuto e abbiamo commesso pochi errori. Certo, certe giocate non venivano, ma senza allenamento specifico non ci si può aspettare altro. Peccato, abbiamo fatto fatica proprio a giocarcela mentalmente”.
Silvia Giovannelli non si abbatte: “Giocando così tante partite di seguito un calo ci poteva stare. Abbiamo patito un po’ di stanchezza fisica e magari anche mentale. Non è facile giocare tre partite in 8 giorni. Questo aspetto l’avevamo messo in preventivo, però è andata così. Dalla testa non siamo riuscite a far partire energie per trovare soluzioni a una partita che ci stava scivolando via, quasi non giocata dopo un primo set dove siamo state punto a punto, pur non esprimendoci al meglio. Loro hanno cominciato a fare meno errori. Non siamo state messe in crisi da nessuna avversaria in particolare. Hanno fatto un gioco regolare, con una battuta continua, difendendo e ricevendo abbastanza bene. Sugli scambi lunghi hanno indovinato qualche palletta, che a noi sono mancate le gambe per andare a prendere. Sono state brave a leggere il nostro gioco”.