Ininfluente sul piano della classifica (Volta e Conegliano sono tagliate fuori dal passaggio del turno), il successo sul Conegliano ha regalato all’
All Fin la consapevolezza di essere in crescita sul versante del gioco. Un 3-0 fa sempre piacere, ma
Evelyn Marinelli (lo si intuisce dalle sue parole in divenire) è più proietatta nel futuro: “Sicuramente dobbiamo ancora lavorare parecchio per sistemare alcune cose –osserva il libero-. Ci sono dei meccanismi da mettere a posto. Ci manca un po’ di gioco e questo si è visto maggiormente domenica scorsa fuori casa contro di loro, quando ci è mancato il ritmo. Cerchiamo di allenarci bene, ma è anche vero che con gli infortuni non so se ci siamo allenate al completo per tre giorni di fila. La squadra è tranquilla. In questa Coppa Italia stiamo cercando di conoscerci al meglio, perché è vero che è rimasta parecchia gente dall’anno scorso, però sono giunti degli innesti non da poco e l’alzatrice è nuova. Direi tutto bene, ho visto che a tratti giochiamo bene; ogni tanto ci scappa qualche stupidata, che tuttavia ci può stare. Martedì guarderemo il video e analizzeremo cosa è andato e cosa no. Ci concentriamo su questo in attesa del campionato”.
Davide Zanichelli non si esalta: “Magari anche la partita d’andata a Conegliano poteva scorrere in questi termini. Loro forse in casa avevano più motivazioni e hanno avuto una Costagrande stratosferica. Noi abbiamo pagato delle ingenuità. Stavolta siamo stati composti, bravi e abbiamo fatto quello che avevamo studiato. C’era anche voglia di dimostrare di avere certe capacità. Loro forse hanno giocato con grinta e sicurezza minori e noi siamo emersi”. Ripamonti? “Noi la conosciamo. Ha avuto qualche problema fisico, ma per noi è una sicurezza. E’ la settima di questa squadra, ma una settima che ti risolve molte cose. Avevo già annunciato che con Alessia Conti non al 100% avrei provato qualcosa di diverso. Lei ha fatto quello che sa fare. Mattiolo è in ripresa: ha fatto due set ad altissimo livello. Vindevoghel ha giocato bene come al solito. Come ho già detto altre volte, se i nostri automatismi funzionano, è l’avversario che deve preoccuparsi di noi”. Il gioco al centro latita un po’: “Sì, è la cosa più difficile perché è quella allenata meno in questo ultimo periodo. Vuoi per infortuni, vuoi per riposi concessi, vuoi perché le centrali non possono saltare mille volte, le ho concentrate maggiormente sulla correlazione muro-difesa. Quando avremo tempo in palestra di vedere delle veloci con un ritmo di allenamento più alto, andrà a posto anche questo aspetto”.