AMPLIFICATORE
Ultimamente sto orientando le mie letture sulle autobiografie, in particolare di grandi atleti: mi piace l’idea di poter cogliere un aspetto, un metodo di lavoro, una tecnica per superare un ostacolo, l’esperienza di chi è riuscito a raggiungere il massimo, o al massimo si è avvicinato molto. L’altra sera ero sola in casa, alla TV non c’era niente che mi ispirasse e così mi sono messa a guardare una raccolta di interviste, effettuate durante il lockdown, a una serie personaggi illustri italiani, che raccontavano la loro storia, con aneddoti della propria vita ed esponendo il loro punto di vista su argomenti vari e, mossa dalla stessa curiosità, ho iniziato ad ascoltarle. Tra esse c’era quella a un attore italiano, che stimo anche in relazione al suo impegno nel sociale, Lino Guanciale, il quale, parlando del successo, ha citato il grande Massimo Troisi, che lo considerava un «amplificatore di certi tratti già presenti della personalità di chi vi incappa», sottolineando che, se usato bene, ti consente di avere dei riscontri notevoli rispetto ad alcune iniziative che porti avanti. L’idea della popolarità come amplificatore mi è piaciuta molto e penso si adatti bene alla società di oggi, che basa gran parte del nostro successo, grande o piccolo che sia, sui like ricevuti e i followers su piattaforme online che, per loro natura, consentono una diffusione di immagini e di messaggi, potenzialmente senza confini, proprio in proporzione alla popolarità che si ha, così come mi piace molto l’idea di poter utilizzare questa visibilità per farsi portatori di valori, facendo sì che la propria notorietà possa diventare uno strumento di diffusione di messaggi positivi. Fin dall’antichità la stigmatizzazione dell’atleta è accompagnata da tutta una serie di valori che dovrebbero appartenere alla sua persona solo per il fatto di fare quel mestiere: kalos kai agathos dicevano i greci, bello e buono: anche il fisico dunque acquisiva un valore morale. Il mondo dello sport si è unito spesso sotto la bandiera di un ideale comune, attraverso la grande popolarità che circonda i campioni e che porta a considerarli un esempio in quanto tali: i loro messaggi corrono rapidi di follower in follower, di spettatore in spettatore. Sfruttando il medesimo meccanismo anche le sponsorizzazioni, linfa vitale per gli atleti e le società sportive, danno il loro supporto economico in cambio di un’immagine, dell’immagine più bella che lo sport possa trasmettere, quella della vita in tutte le sue sfaccettature, perché il successo è un amplificatore così come lo sport è un catalizzatore emozionale, perché l’anima che lo pervade è la stessa che regola il mondo.
LA BOLLA di Valeria Papa
Numero: 5
#LaBolladiValeriaPapa #Vale9 #lasquadradiroma #TheSpiritoftheWolves