All’anagrafe risponde al nome di
Valeska Dos Santos Menezes, ma per tutto il mondo della pallavolo è semplicemente Valeskinha. La trentunenne campionessa brasiliana, nata a Rio de Janeiro, ha vinto tutto nella sua lunga carriera, nella quale ha vestito le maglie di club come Rexona,. Flamengo e Osasco, conquistando con ciascuna di esse lo scudetto brasiliano, arrivando ad un totale di sei campionati vinti.
Oggi Valeskinha è a Novara, pronta a scrivere una nuova pagina e a trasmettere il suo spirito vincente all’
Asystel .
A 31 anni, la prima esperienza lontana dal Brasile, perché proprio l’Italia e Novara?
“ Avevo voglia di vivere un’esperienza nuova al culmine della mia carriera. In Brasile ho vinto tanto, è vero, ed anche per questo ero alla ricerca di stimoli diversi. Due anni fa ero stata qui con la nazionale verdeoro, una bella esperienza, è così quando mi sono state proposte diverse soluzioni in Italia, ho colto al volo la proposta dell’Asystel. Perché? E’ il club migliore, direi che basta”.
Tante tue connazionali in questi anni sono sbarcate nel campionato italiano. Ti hanno parlato della nostra pallavolo e di come si vive qui questo sport?
“Ho parlato dell’Italia con Sheila e Mari, che insieme a Ze Roberto saranno anche quest’anno a Pesaro. La pallavolo, comunque, è la pallavolo ovunque la si giochi e non credo che ci siano molte differenze tra quella che si gioca in Brasile e quella che si gioca qui da voi. Magari è diverso il livello di competizione: non conosco bene le altre squadre, ma mi dicono che sono tutte molto forti”.
Com’è stato il primo contatto con le tue nuove compagne?
“Direi molto positivo, sia con le ragazze che con l’allenatore. Lulama (Musti De Gennaro) parla piuttosto bene il portoghese e mi sta aiutando a comprendere meglio la vostra lingua, che in realtà non è tanto difficile da capire ma piuttosto da parlare”.
Come giudichi la tua squadra?
“Non siamo ancora al completo, ma da quello che ho visto siamo una squadra davvero molto buona. Ci sono tante giocatrici importanti ma anche le giovani sono davvero brave”.
Si dice che i brasiliani lontano da casa soffrano molto la “saudade”. Tu come combatterai la nostalgia di casa?
“Sarà dura, lo so, ma per fortuna oggi ci sono strumenti come internet ed il cellulare, che ti permettono di restare sempre in contatto con la famiglia e gli amici. E poi, quando proprio avrò voglia di sentire un po’ di calore brasiliano, mi metterò le cuffie ed ascolterò la musica del mio paese”.
Trovi una squadra che ha come obiettivi dichiarati la conquista della Champions League e dello scudetto, cosa pensi di poter dare per aiutare l’Asystel ad arrivare al top?
“Prima di tutto assicuro il mio massimo impegno in ogni momento, mettendomi a disposizione della squadra e dell’allenatore. Per vincere, poi, ci vuole un’insieme di molti fattori: la stagione è molto lunga e solo alla fine si può dire di aver lavorato bene”.
Giocherai in posto quattro, ma come Skowronska hai un passato da centrale. Non sarà il muro un problema dell’Asystel?
“Penso proprio di no, in effetti siamo tutte atlete alte e che sanno come mettere le mani a muro. Ma dovrò anche dimostrare di essere forte in posto quattro. Il cambio di ruolo, che ho fatto un anno e mezzo fa, non è stato semplice da affrontare, ma adesso credo di aver raggiunto un buon livello. La ricezione, invece, non è mai stato un problema, visto che anche quando giocavo ancora centrale ho sempre fatto il giro dietro”.