La Beng Rovigo Volley giovedì 6 febbraio ha partecipato all’assemblea studentesca all’auditorium del liceo scientifico Paleocapa di Rovigo organizzata dal professore di educazione fisica Pier Giovanni Ambretti per gli studenti del biennio. Le atlete hanno affrontato il tema “A scuola di tifo” assieme al tenente colonnello dei carabinieri, Andrea Firrincieli, ad un rappresentante degli arbitri, Diego Gardina ed alcuni tifosi della Rugby Rovigo.
“Il progetto A scuola di tifo serve ad educare i ragazzi più giovani ad un tifo corretto – afferma il docente di educazione fisica Pier Giovanni Ambretti – a condividere e rispettare i valori dello sport ed ho scelto che vengano condivisi e trattati dalle due realtà sportive più importanti nella nostra città, la squadra di pallavolo che milita nel campionato di serie A, Beng Rovigo e la squadra che milita nel Torneo eccellenza, Rugby Rovigo. La presenza istituzionale delle forze dell’ordine chiamate ad intervenire quando succedono episodi violenti è stata fondamentale come il contributo della figura dell’arbitro che dirige e fa in modo che la gara venga svolta in maniera corretta”.
Negli ultimi periodi siamo stati spettatori di episodi di violenza sugli spalti delle tifoserie (soprattutto di calcio e basket) ed il tenente colonnello Andrea Firrincieli partendo dalla frase di Don Lorenzo Milani “A che servono le mani pulite se si tengono in tasca” sottolinea che: “E’ importante avere un comportamento corretto, onesto e rispettoso durante una qualsiasi partita, voi ragazzi non dovrete tenere le mani in tasca, ma partecipare ed intervenire chiamando le forze dell’ordine quando constatate un episodio di violenza”. L’intervento dell’ufficiale dell’Arma si è concentrato poi sulle inevitabili conseguenze e strascichi giudiziari che può avere un comportamento scorretto allo stadio o nei palazzetti auspicando infine che le nuove generazioni possano essere già d’esempio oggi a quelle che frequentano i campi e migliori un domani.
Le giallonere della Beng portano la testimonianza ai ragazzi di come percepiscono il tifo del pubblico durante una partita ed il capitano Elisa Peluso afferma: “Per me quando si inizia a tifare una squadra è perché ci si innamora di quello sport. Avere il pubblico al nostro fianco è come se fosse un giocatore in più in campo. Fortunatamente il tifo nella pallavolo è positivo, si vedono striscioni divertenti e questo aumenta la nostra carica. Oltre al pubblico c’è un altro protagonista importante, l’arbitro. Purtroppo (quando ci fischia contro) ha sempre ragione e quando avvengono delle decisioni che non si comprendono il capitano può avvicinarsi e chiedere informazioni come mi è successo domenica a Montichiari dove sul seggiolone ho trovato una simpatica signora che ad una mia richiesta ha risposto stizzita “stai zitta!”, cosa che non dovrebbe mai succedere perché come noi giocatrici non manchiamo di rispetto all’arbitro anche lui/lei deve averne per noi”.
Ed è proprio l’arbitro Diego Gardina ad intervenire: “Io non mi permetterei mai di rispondere così ad una giocatrice – afferma – e condivido quello che ha detto Elisa Peluso ossia che ci deve essere un rispetto reciproco tra i due. L’arbitro è simbolo di giustizia ed imparzialità all’interno di un campo, che conosce le regole e cerca di farle rispettare senza commettere errori. Il compito difficile di questo ruolo è di far capire alle giocatrici e soprattutto alle tifoserie cosa succede durante il match usando dei gesti. Questi gesti bisogna eseguirli in pochi secondi e con lucidità anche se la tensione aumenta soprattutto se hai un grande pubblico alle tue spalle che non vuole che la propria squadra perda come mi è capitato durante l’amichevole della Nazionale italiana a Porto Tolle in cui ho arbitrato. Oltre in importanti contesti succede anche con i campionati delle atlete più giovani in cui ci sono i genitori che prima si aspettano che la propria figlia giochi e poi che l’arbitro non le fischi contro altrimenti volano le offese. Noi giudici siamo umani e se ci accorgiamo di aver fatto alcuni errori ci confrontiamo con i colleghi di categoria più elevata in modo tale da migliorarci e non ripeterli più”.
Concludono l’assemblea i due rappresentanti della tifoseria delle Posse Rossoblu della Rugby Rovigo che hanno presentato ai ragazzi i vari modi per sostenere la squadra sia in casa con striscioni e coreografie che in trasferta per dare comunque la carica agli atleti affermando che “il tifo non ha età”.
La platea infine ha accolto con un applauso la richiesta del capitano della Beng Elisa Peluso che aspetta il tifo, al Palazzetto dello sport di via Bramante domenica 9 febbraio alle ore 18.00, dei ragazzi presenti in auditorium per sostenere la Beng nell’importante match contro il Saugella Team Monza.