Di fronte ad un pubblico che avvicina, se non pareggia, il record di presenti a Cavazzale, 1100 spettatori, la
Caoduro conquista la più bella e sofferta delle sue 4 vittorie in campionato, sconfiggendo Zazzeri Firenze al 5°set.
Di fronte alle telecamere di Rai Sport Satellite ed al gruppo di majorettes campionesse d’Europa Palladio Dance, Mari e compagne hanno dato prova di grande temperamento, resistendo alla rimonta toscana da 0-2 e riuscendo a rimanere lucide anche con Firenze ad un passo dalla vittoria (13-10 nel tie-break).
Karina Ocasio centrale e
Zuzana Vargova laterale sono state le invenzioni di Rossetto ed il campo gli ha dato ragione, con la portoricana top scorer della gara con 22 punti e Vargova con il suo record di punti, 11.
Senza Zanolla così, presente in tribuna, la gara ha visto l’ottima partenza della Caoduro che, riusciva a reggere l’urto di Croatto ed Homzova in attacco ed a incamerare i primi 2 set.
Firenze alzava la difesa e, con la forza della disperazione, approfittando anche di un calo vicentino, dominava 3° e 4° set.
Il tie-break vedeva la partenza migliore di Firenze (6-2) ripresa subito dalla reazione biancogialloblù (8-2 di parziale).
Le toscane però riuscivano a portarsi ad un passo dalla vittoria (13-11) prima di crollare di fronte a Valentina Arrighetti, ex della formazione fiorentina che sanciva il successo berico.
Delio Rossetto è tranquillo ora, dopo la gara di ieri sera molto provante dal punto di vista dei nervi.
Il coach berico è adesso più rilassato e commenta il risultato:
”Sono 2 punti importanti per la nostra classifica ma ho temuto che potessero anche essere 1 solo; per fortuna alla fine è stato premiato il nostro coraggio e la voglia di soffrire”.
I primi due set in particolare, sono stati giocati molto bene dal team di Cavazzale: ”Nei primi 2 set, la mia squadra ha dato il 110%; era logico che cedesse dopo!” continua Rossetto.
Una vittoria comunque che fa morale: ”Dopo l’infortunio di Zanolla e Basciano che se ne è andata, abbiamo avuto momenti difficili; ora respiriamo un po’”.