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LeggiSi completa con un jolly la triade degli allenatori dell’Ipag Ramonda Montecchio Maggiore. Dopo il primo coach Eraldo Buonavita e l’assistente Elisa Cella, ecco Marco Chiodini, che si dividerà tra le nuove responsabilità consultive da secondo e le consuete pennellate statistiche da scoutman.
Il tecnico di Arluno, classe 1993, dopo aver giocato da palleggiatore fino alla B2, entra nel mondo del coaching giovanissimo, a 19 anni, proprio nella squadra del suo paese. Pare chiaro sin da subito che quel ragazzo, Marco, non stia a bordo campo per gioco e da lì a poco arriva la prima chiamata importante: Scuola del Volley Varese. Vi trascorre sei anni, si forma ulteriormente e inaugura un percorso che lo conduce tra le più disparate realtà pallavolistiche.
Le principali sono il Cheseaux in Svizzera, il Sab Volley in A1, le esperienze esotiche in Tunisia tra CF Carthage e Club Africaine, il CUS Insubria di nuovo a Varese e gli ultimi tre anni in A2. Prima al CUS Torino, e poi il biennio alla Futura Volley Giovani, da cui si è trasferito a Montecchio.
In questo peregrinare quasi senza sosta, sono state due le costanti che hanno sempre guidato Chiodini. La prima è il ruolo ricoperto: lo scoutman. Il tecnico lombardo è abituato da una vita a masticare statistiche, per aiutare i coach a preparare le gare o magari per svoltare, presentando un dato inatteso via radio, le sorti di un match.
E le competenze così consolidate gli consentono una previsione sul prossimo campionato: «Fermo restando che bisogna essere performanti in tutti i fondamentali, una delle chiavi per l’A2 può essere il contrattacco. Il numero di difese, in relazione alla conseguente capacità di andare a punto, sarà importantissimo».
La seconda è invece l’allenatore di riferimento: Eraldo Buonavita. Con il coach novarese, Chiodini ha condiviso la maggior parte delle esperienze in carriera e ora i due si riuniscono all’Ipag Ramonda. «Si può definire il mio mentore» racconta. «È stato il primo allenatore importante con cui ho lavorato, merita assolutamente una panchina come quella del Montecchio. Ritrovarlo mi rende davvero contento».
Umore condiviso anche da coach Buonavita, che ricambia tutta la stima e l’affetto del giovane scoutman. «Marco, oltre che un bravo tecnico, è un amico. Si è sempre reso disponibile per me, sacrificando tempo e risorse pur di rispondere presente ad ogni mia chiamata. Mi sembrava doveroso coinvolgerlo nel progetto Montecchio».
L’area tecnica del club berico riparte dunque da un consistente sodalizio di amicizia, a cui si aggiungono tutte le conoscenze di Elisa Cella. Premesse confortanti, da tradurre in energia e ferocia agonistica sul campo. Perché, come ricorda Chiodini, «la prossima stagione sarà tosta».