Corpora Aversa: il presidente Musto “Stagione intensa, obiettivi centrati”
Autore: Lega Volley Femminile
21 Aprile 2015

A pochi giorni dal quarto di finale di ritorno dei playoff promozione contro Rovigo, ultima battaglia della Corpora 2014/2015, il presidente Tina Musto traccia un bilancio dell’annata della propria squadra. Per le aversane la stagione appena conclusa è stata come sempre costellata da record e “prime volte”: la prima di una serie A femminile ad Aversa, la prima di una squadra della provincia a concorrere per i play-off promozione, il PalaJacazzi per la prima volta pieno per una partita di volley in rosa, la prima di un allenatore aversano in A, per giunta sulla panchina della propria città.

Presidente Tina Musto: stagione conclusa da 48 ore, come la giudica a mente un po’ più fredda?
La giudico in maniera super positiva. A inizio stagione abbiamo annunciato l’obiettivo, sfidando la scaramanzia, e l’abbiamo raggiunto. Il bilancio è per forza positivo.

Quarti di finale play-off: è più il rimpianto per non essere andati avanti o la soddisfazione per il traguardo storico raggiunto?
Un po’ di amaro in bocca c’è, certamente. Avremmo voluto continuare la nostra avventura e misurarci ancora contro le corazzate del nord. Non posso però rimproverare niente a squadra e staff tecnico: ci hanno fatto emozionare e ci hanno regalato la possibilità di sederci nel salotto delle grandissime con vista sull’Olimpo della pallavolo nazionale.

Se il presente racconta di un obiettivo centrato, il futuro cosa riserva?
Sempre la nostra squadra, dalla sua fondazione in poi, ha raggiunto il proprio obiettivo stagionale, e sempre ha migliorato la performance dell’anno precedente. Ripartiremo per la prossima stagione con l’obiettivo di fare ancora meglio. Ancora meglio dei quarti di finale dei playoff promozione significa lottare per salire fino all’ultimo respiro.

Su quali elementi è basata la fiducia di poter alzare ancora l’asticella?
Tanti elementi: la passione che ci anima, l’esperienza enorme che stiamo accumulando, la possibilità di estendere il nostro organico ad altre figure in grado di arricchirci sempre più. Gran parte della nostra dirigenza vive da una vita immersa nella pallavolo, ma campionati disputati a questo livello ti fanno imparare sempre qualcosa in più. Tutti noi crediamo sempre di averle vissute tutte e invece c’è sempre qualcosa di inaspettato che all’inizio ti disorienta ma poi contribuisce al processo di crescita di tutti.

Quali istantanee il presidente porta con sé di questa stagione così intensa?
Più che istantanee porterò con me le grandi emozioni di una stagione conclusasi bene ma vissuta sull’otto volante. Una partenza strana, con qualche punto perso, una grandissima reazione con la lunghissima ed esaltante striscia di vittorie casalinghe consecutive, una nuova flessione e la grande forza della squadra che ha saputo artigliare il traguardo con due vittorie esterne fondamentali. Porterò nel mio album questo insieme di grandissime sensazioni.

Volendo scegliere i momenti più duri e quelli più esaltanti, cosa le viene in mente?
Partiamo dai momenti più duri: personalmente la sconfitta di Bolzano. All’inizio non pensavamo che il campionato fosse così competitivo e lo 0-3 casalingo contro di loro, che nessuno accreditava come squadra che avrebbe dominato il campionato, ci fece sorgere molti dubbi, specialmente perché eravamo alla terza giornata. Poi loro si sono dimostrati fortissimi e il livello della A2 di quest’anno, voglio dirlo, assolutamente all’altezza del marchio “Serie A”.

I momenti più belli, invece?
Ne scelgo due: uno fuori casa e uno in casa. Subito dopo quella sconfitta contro Bolzano decisi di partecipare alla trasferta di Milano, contro le ragazzine terribili del Club Italia: vincemmo 3 a 2 al termine di una maratona, una delle tante di questa stagione. La squadra dimostrò di avere gli attributi per rinascere, così come è rinata tante volte nel corso dell’anno. Il momento più bello in casa è stato il PalaJacazzi pieno nella gara di andata dei quarti di finale playoff. Dobbiamo ripartire da quell’atto d’amore della città di Aversa nei confronti dei nostri colori.

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