Era ‘espatriata’ per cercare fortuna ed ora è tornata nella sua regione dopo un girovagare per la penisola durato sette anni. Cresciuta pallavolisticamente a pochi passi dal capoluogo, la prima volta a Perugia di
Beatrice Sacco ha un sapore davvero diverso.
Nata a Città della Pieve il 7 giugno 1983, la giocatrice che indosserà la maglia numero 10 costituisce il rinforzo per la seconda linea.
“Sono felice di aver avuto questa opportunità per riavvicinarmi a casa – esordisce l’atleta biancorossa – stare qui significa avere la possibilità di vedere più spesso mia mamma Nicoletta, mio papà Edo, mia sorella Katia ed il mio ragazzo Riccardo. La
Pallavolo Sirio è una buona società, la squadra è ottima, ho colto l’opportunità perché con queste compagne posso solamente migliorare”.
Nel suo curriculum ci sono già esperienze importanti quali quelle di Corridonia, Imola e Civitanova Marche in serie A2 e quella di Arzano in serie A1 lo scorso anno. Abituata a giocare da titolare, stavolta il suo ruolo potrebbe essere leggermente differente.
“Ho davanti a me Chiara (Arcangeli, ndr) – asserisce sicura – che costituisce un punto di riferimento. Quando entrerò penserò solo a fare bene, sono stata ingaggiata per dare il mio contributo alla squadra ed è esattamente quello che voglio fare”.
Ha preso confidenza con le nuove compagne e con il nuovo ruolo la specialista della seconda linea. Ormai sono quasi due mesi che gli allenamenti si susseguono e fare il punto della situazione non è poi così difficile.
“Stiamo curando molto la ricezione – prosegue – gli allenamenti procedono bene. Per quanto mi riguarda credo che non bisogna mai sentirsi arrivati, la difesa è il fondamentale dove voglio focalizzare la mia attenzione perché è li che posso avere ampi margini di miglioramento”.
Le ultime due considerazioni di Beatrice sono per le compagne più esperte: “Ammiro molto la professionalità di Tony (Zetova, ndr) e Mirka (Francia, ndr) – conclude – giocatrici che sino ad ora vedevo solo da avversarie. Sono davvero due campionesse dentro e fuori dal campo”.