PERUGIA – Le atlete sono la componente fondamentale di qualsiasi squadra, ma oltre alla composizione della rosa un aspetto sempre più rilevante ad alti livelli è la cura con cui si “protegge” la salute delle stesse. In tal proposito ricoprono un ruolo cardine due esperti del team come la figura del preparatore atletico e quella del fisioterapista. La prima ha il compito di accrescere e mantenere il livello fisico al massimo il secondo quello di prevenire e trattare eventuali problematiche legate allo stress a cui il corpo di ogni atleta è sottoposto.
Per la parte fisioterapica sin da metà della scorsa stagione il punto di riferimento delle “Magliette Nere” è Luca De Matteo, che nonostante il suo ambulatorio in quel di Marsciano ha trovato il modo di rispondere alla chiamata di un altro marscianese già parte della Bartoccini-Fortinfissi Perugia, il DS Remo Ambroglini ed è proprio da questo che parte il sanitario. “Se sono qui devo ringraziare il direttore sportivo Ambroglini ed il presidente Bartoccini, mi hanno chiesto aiuto per alcune dinamiche fisioterapiche che avevano l’anno scorso le quali non erano state risolte, poi insieme ad Andrea Giovi ed il resto dello staff siamo riusciti a trovare una soluzione, in queste situazioni il lavoro di equipe è fondamentale”. – Il percorso che porta uno specialista ad essere un riferimento anche nello sport di alto livello. – “Si arriva a lavorare con atleti di serie A grazie al lavoro che si esegue nel corso degli anni, capita magari che un atleta si rivolga a te e se si fa un buon lavoro la conseguenza è un passaparola che porta a farti conoscere ed apprezzare, del resto succede così anche per il lavoro in ambulatorio, però c’è una differenza, in ambulatorio si ha più un rapporto basato sull’individuo, mentre in una squadra di Serie A si lavora in equipe, insieme al preparatore atletico ed ai tecnici, un altro concetto fondamentale è quello di ascoltare sempre gli atleti così da evitare qualsiasi situazioni avverse. Il fisioterapista a questi livelli deve essere preparato dal punto di vista manuale e dal punto di vista di ascolto del gruppo squadra in modo da porter comunicare sempre con la staff e con la società”. – Dalle origini ad oggi. – “Il mio percorso formativo è stato molto intenso grazie anche ai consigli del Dott. Colautti che vanta una grande esperienza in ambito sportivo essendo responsabile sanitario della S.S. Lazio, lui mi instradato fin dall’inizio a quella che era la mia specializzazione e mi ha fatto specializzare nella terapia manuale è medico responsabile del nostro ambulatorio ARES, oggi abbiamo due sedi, una a Perugia ed una a Marsciano e all’interno abbiamo altre figure con la quale lavoriamo e ci dedichiamo a 360 gradi ai nostri pazienti, un progetto avviato 15 anni fa da me e mia moglie, Elena Terrosi che è la Podologa dell’ambulatorio, anche lei da questa stagione seguirà le ragazze della squadra, il primo compito sarà quello di analizzare gli appoggi plantari delle ragazze in modo da poter essere precisi e dettagliati sui test iniziali”.
Anche preparatore atletico emiliano Giacomo Drusiani non ha problemi a raccontare la sua storia ed a presentarsi da solo e parte raccontando il suo rapporto con l’attività motoria. “Faccio sport da che ho memoria. Dai cinque anni fino ai quattordici ho giocato a calcio come portiere, a tredici anni però ho iniziato a fare atletica leggera nel lancio del peso partecipando ai giochi sportivi studenteschi. Da quel momento non ho più smesso di fare atletica, soprattutto grazie anche ai buoni risultati ottenuti visto che in tutti gli anni in cui ho fatto atletica, sono quasi sempre andato sul podio ai campionati italiani, questo mi ha portato a specializzarmi in quest’ultima”. – Il sogno che diventa realtà. – “Fin da piccolo il mio sogno è stato quello di vivere di sport, così il passaggio all’Università di Scienze Motorie di Bologna, dove mi sono laureato con Lode alla Laurea Magistrale con indirizzo “Scienze e tecniche dell’attività sportiva”, è stato praticamente automatico. Ed è grazie al periodo universitario che mi sono affacciato al mondo della pallavolo. Al secondo anno di specialistica dovendo fare il tirocinio, ho chiesto ad Alessandro Guazzaloca (che frequentava anche il campo di atletica dove mi allenavo), preparatore atletico di fama mondiale che in quel periodo collaborava con Liu Jo di Modena, se avesse bisogno di un assistente e così è stato. Dopo quell’anno come suo assistente ne seguì uno lontano dal taraflex. Nell’estate 2017 però arrivò la chiamata di Carmelo Borruto, ex dirigente Liu Jo che aveva in progetto di portare in alto una squadra a Sassuolo, mi chiese di andare a fare il preparatore. Quindi tornai nel mondo della pallavolo con Sassuolo nella stagione 2017/2018 culminata poi con la promozione in A2, nel 2018/2019 arrivò vittoria della coppa Italia di A2, la Stagione 2019/2020 come ben sappiamo è interrotta per covid ma poi nell’estate 2020, arrivò la chiamata di Casalmaggiore in A1 con Carlo Parisi come allenatore. Nel 2021/2022 ho invece lavorato sempre in A1 nella neo promossa Roma. Non vedo l’ora d’iniziare questo mio terzo anno nella massima serie qui a Perugia”.