Grazie a una trattativa lampo il Fenera Chieri ’76 ha già scelto il successore di Max Gallo riportando al completo lo staff tecnico (per il resto confermatissimo e invariato) per il prossimo campionato di A2. Si tratta di Ettore Guidetti. Un gradito ritorno sotto l’Arco dal momento che aveva già allenato il Chieri Volley in A1 nella seconda parte della stagione 2008-2009.
Modenese di Mirandola, classe 1974, Ettore Guidetti è cresciuto a pane e pallavolo. Figlio, nipote e cugino d’arte, già da bambino dava una mano al papà Gian Paolo che allenava Modena nell’A1 maschile. Sempre a fianco del papà ha fatto dal 1999 al 2001 le prime esperienze professionali nella serie A femminile come viceallenatore a Spezzano. Ha debuttato come primo allenatore in A2 a Carpi nel 2001. Matera, Sassuolo, Altamura, Santa Croce, Chieri, Verona e Urbino sono state le tappe successive della sua carriera fra A1 e A2 femminili.
Nel 2013-2014 ha fatto un’importante esperienza come assistente di Lorenzetti nell’A1 maschile a Modena. Nella medesima stagione ha collaborato con Mazzanti nella nazionale femminile Under 18.
Nel febbraio 2015 si è trasferito nella Superlega polacca femminile al Legionowo, guidando il club al suo miglior risultato di sempre. Conclusa l’esperienza a dicembre a causa delle difficoltà economiche del Legionowo, nella seconda parte del 2015-2016 ha allenato in B1 l’Idea Bologna portandola alle semifinali dei play-off.
Ettore, bentornato a Chieri e benvenuto al Fenera Chieri ’76. Con quale stato d’animo stai vivendo questo tuo ritorno a Chieri?
«È una cosa che mi fa un piacere immenso ma che non so bene come definire. È come quando ti invitano a una festa di compleanno e alla fine ti dicono che la festa è rimandata. Ecco, ora finalmente è arrivata la data giusta. Posso riprendere da dove avevo interrotto».
Come ti senti cambiato rispetto a sette anni fa?
«L’entusiasmo è lo stesso. In quel periodo avevo tante sicurezze che ho poi scoperto non essere tali. Negli anni ho capito che c’è talmente tanto da imparare che non puoi neanche lontanamente considerarti non dico un bravo allenatore, ma nemmeno un allenatore. Questo mestiere è talmente stimolante che ogni giorno ti dà la possibilità di imparare e poter trasmettere un po’ di più. Nel 2009 ero meno insegnante di come mi sento oggi. Ora mi piace molto insegnare a vivere la pallavolo, non soltanto a giocarla».
Prendi chiavi in mano un’auto già pronta a partire. Che percorso ritieni di poter fare?
«Credo che la squadra sia stata fatta bene per l’obiettivo che si è dato la società: migliorare la posizione dell’anno scorso. Questo team ha tranquillamente nelle corde la possibilità di raggiungere un risultato di questo tipo. Attorno a questa potenzialità c’è un lavoro, c’è un focalizzarsi su obiettivi non solo di classifica ma anche tecnici. Se io sono al volante, le giocatrici sono i cavalli motore. Dovrò essere bravo a ottimizzare i loro pregi, e loro dovranno essere brave a sopportare i miei metodi di insegnamento».
Cosa ti senti di dire agli appassionati di Chieri?
«Chieri è la piazza dove più negli anni desideravo tornare ad allenare. È una delle poche città che vive la pallavolo come la si vive a Modena. La pallavolo a Chieri non è una cosa importante: è tutto. È una cosa molto profonda e questo mi dà un’energia incredibile. Il mestiere dell’allenatore ha molto a che fare con le relazioni, col feeling, con l’empatia. Quando ripenso a Chieri, ripenso a tanta gioia. Il sentimento per me è quello. Sono proprio felice. È un appuntamento con una bellissima donna che mi ero ripromesso di avere, e che finalmente è arrivato».