La gara delle occasioni perdute.
È questa la sensazione che si vive in casa
Europea 92 immediatamente dopo l’ultimo muro Fornarina su un attacco di Ina Mäser a chiusura di un quarto parziale, in cui dal 12 pari in poi finisce per spezzarsi quell’equilibrio e quell’inerzia che, causa alcune amnesie difensive, nonché in fase di ricostruzione, le molisane non sono riuscite a far loro appieno.
In effetti, con un sestetto di casa spaurito per larghi tratti del match (l’assenza della Bragaglia, nell’economia di squadra, non è irrilevante, l’apporto dell’attaccante brasiliana, reduce dai postumi di una fastidiosa distorsione, è più formale che sostanziale) e, peraltro, condizionato da una “scimmia” psicologicamente inquietante sulla spalla (la quota zero punti in classifica da cancellare, il prima possibile, per una delle compagini accreditate, alla vigilia, quale principale candidata all’A1), le molisane hanno sciupato più di un’occasione per conquistare punti e migliorare la propria graduatoria.
Così gli occhi profondamente delusi e smarriti con cui Palazzini e socie fissavano, al termine, gli spalti del PalaRisorgimento erano la perfetta di immagine di quanto sarebbe potuto essere e, invece, non è stato.
LA CRONACA – Si parte con Pistola che propone l’attuale starting six base delle adriatiche e Montemurro costretto a fare a meno, per problemi fisici, del libero Catalano. Al suo posto, il trainer lucano sceglie di utilizzare Zanolla, abile a disimpegnarsi egregiamente per tutto il confronto in un ambito non propriamente suo. Quanto al ruolo di secondo centrale, ancora una volta la partente è Ylenia Vanni.
Una conclusione vincente di Vania Sokolova apre le ostilità. Poi un muro di
Elisa Zamponi (top scorer della serata, nel fondamentale, al pari di Maura Palazzini: per entrambe quota cinque point block) inizia a far presagire al pubblico di casa che, per le attaccanti di casa, occorrerà far gli straordinari per passare con regolarità.
Lo capisce bene l’opposta argentina Natalia Brussa, pronta a caricarsi la squadra sulle spalle e a picchiare con regolarità da prima quanto da seconda linea (chiuderà con 26 punti ed il 46% di efficienza a rete).
Il solo apporto dell’ex Corridonia, però, non basta e quando Fratoni viene stoppata in ben due occasioni consecutive da Vanni il punteggio a tabellone segna 5 (9-14) per le isernine.
Pistola decide di correre ai ripari ed inserisce Zeppoloni.
Le pentre si tengono sulla linea di galleggiamento, tenendo, seppur a volte con qualche difficoltà, il cambio palla. Le locali si riportano sotto, ma le isernine prendono due lunghezze di vantaggio sul 21-19 e sul 23-21. Potrebbe essere un’occasione ghiotta, tanto più con un valore aggiunto quale Sokolova in prima linea. Ma un break spaccagambe di 4-0 per le adriatiche chiude le ostilità sul 25-23 casa.
L’inizio di una resa? Nient’affatto. Perché le “europee” ci sono e rispondono “presente” agli stimoli del proprio tecnico, continuando a giocare punto a punto, come testimoniato dalla lunghezza degli scambi.
Le molisane vanno anche a 2 in occasione del secondo time-out tecnico del parziale, ma “mano calda” Brussa riporta costantemente sotto le sue. Si entra in zona calda con un ace di Elisa Zamponi (l’unica battuta vincente della serata per la compagine isernina) ed un muro di Maura Palazzini a sigillare il 23 pari. Poi, però, quel killer silenzioso di Okrachkova ed una murata su Sokolova chiudono le ostilità ancora una volta sul 25-23 casa.
Le ragazze del presidente Cicchetti non ci stanno e provano a reagire ad un simile stato di cose. Soprattutto quando Civitanova sembrerebbe involarsi (16-13 alla seconda sospensione imposta dal regolamento nel terzo set). Così., intorno a Sokolova, Sansonna, Mäser ed una pungente Genangeli (nel frattempo subentrata a Vanni), le “europee firmano un controbreak di 8 a 2, chiuso da una conclusione da posto uno dell’universale bulgara. 25-21 e partita in rampa di risalita.
Così non è. Perché, dopo un iniziale equilibrio, dal dodicesimo punto in poi, la Fornarina prende il largo di fronte ad un’Isernia smarrita in se stessa e condizionata – ma solo marginalmente – da qualche decisione arbitrale non delle più felici. Il passivo finale ( 10) finisce, perciò, per essere ingeneroso nei confronti di una squadra, quella pentra, che, per larghi tratti, ha fatto letteralmente ammutolire i fedelissimi presenti nel PalaRisorgimento, tenendo botta a così titolate avversarie.
SABATO A CONEGLIANO – Ora, però, per Palazzini e socie, nemmeno il tempo per riflettere su quanto accaduto, che già il calendario si apre ad una nuova sfida capitale in chiave salvezza: l’impegno esterno di sabato prossimo a Conegliano Veneto in casa della Zoppas.