«Eravamo arrivati a questa gara con la spia delle energie al lumicino. Ci siamo allenati per quel che potevamo in questi giorni e devo dare gran merito allo staff tecnico e fisioterapico, perché ci ha consentito di presentarci a questo appuntamento al meglio, recuperando diverse giocatrici. Poi, sul campo, siamo stati bravi a non cedere mai, nemmeno di fronte alle difficoltà, a giocare convinti palla su palla e a conquistare un meritato successo, costruito e voluto con tutte le nostre forze».
È il solito pratico e più realista del re Mauro Fresa, quello che commenta, qualche minuto dopo a conclusione, il successo interno dell’
Europea 92 sulla Prima Classe Bbc Roma.
Negli occhi del trainer ravennate ci sono ancora le immagini di una squadra convinta (e convincente), capace di lottare tirando fuori gli artigli e mettendo in mostra, una volta in più, la forza di un gruppo pronto a darsi una mano vicendevolmente, facendosi carico delle proprie responsabilità in ogni singola situazione.
Così le europee sfatano uno degli ultimi tabu presenti nell’albo tecnico della società del capoluogo (sinora, in due stagioni di cadetteria, erano sempre uscite sconfitte in occasioni ufficiali contro le giallorosse capitoline) e lo fanno in una serata in cui, complice una sorta di resa (quasi) incondizionata a fronte al gioco arioso ed armonioso delle beniamine di casa, per il sodalizio del presidente ospite Mattioli (presente a bordo campo a seguire la prova delle sue ed estremamente nervoso al termine, quando, non nascondendosi certo dietro un dito, non risparmierà pubblicamente i propri strali né a Palmeri, né a Prosperi) si apre sempre più un vortice che porta diretto alla discesa in serie B1.
Dal canto loro, Zanolla e socie mandano in brodo di giuggiole i propri supporters, conservando la quintultima posizione (se il campionato finisse oggi, le pentre sarebbero salve) ed avvicinandosi con grande forza morale allo scontro di mercoledì in casa del Castellana Grotte. «Ora, di qui alla fine del campionato, curiamo loro – conferma Fresa – il Conegliano Veneto, l’Arzano e, soprattutto, il Reggio Emilia. Il primo pensiero, però, va a noi stessi e a come affrontare, gara dopo gara, quest’ultima parte di stagione».
Più che al futuro prossimo, dunque, in casa Isernia a tener banco è il presente. Che, di riflesso, coinvolge l’andamento di un match in cui le europee, a parte l’avvio di secondo e terzo parziale e la fase centrale dell’ultimo set, viaggiano sempre col piede fermo sull’acceleratore, restituendo – e con gli interessi – alle romane il ko patito all’andata.
L’avvio delle molisane è di gran classe. Ben sorretta dalla ricezione, Elisa Moncada imbecca al meglio i propri centri. Sia Wagner che Grando sono un rebus di difficile soluzione per il muro capitolino. Sarcinella si sgola per richiamare le sue. Ma la ricezione balbetta (Mitrovic è presa sotto tiro) e davanti le sole Donà e Corvese creano qualche grattacapo alla difesa di casa.
Isernia è sopra di tre al primo tempo tecnico (8-5), vantaggio mantenuto anche in occasione della seconda sospensione imposta dal regolamento. Con Golinelli ad ispezionare i nove metri, Arimattei, Zanolla e Wiegers picchiano con assoluta regolarità dall’ala, di fronte Drozina prova a lambiccarsi il cervello per trovare soluzioni degne di tal nome. Ma è troppo tardi per le romane. Che patiscono un lungo passaggio a vuoto dopo il ventunesimo punto (la prima a farne le spese è Mara Palmeri – la giocatrice di Monterotondo rivedrà il taraflex solo sui titoli di coda – sostituita dalla Sestini).
Al cambio di campo, le ospiti presentano un’ulteriore novità. L’argentina Cirilli prende il posto della serba Mitrovic, ma il cambio crea non poche difficoltà alle capitoline soprattutto quando il palleggiatore ospite si trova a partire in penetrazione da posto uno.
Eppure. Eppure Roma inizia meglio. Col servizio forzato della Donà mette in crisi Isernia. Che, però, pian piano ritrova i punti di riferimento. Così, intorno a due muri consecutivi della Wiegers, le pentre mettono una freccia dal vago sapore di stangata, morale prima ancora che tecnica.
Tant’è che Zanolla e socie contengono il piccolo rientro finale delle ospiti e chiudono a ventuno il secondo set. Tra le romane, i mugugni di più di una giocatrice fanno presagire l’arrivo delle tenebre.
Drozina prova a risvegliare le sue in tutti i modi. Urlando e cercando di estrarre dal proprio cilindro qualche coniglio (proverà anche a sorprendere le avversarie, ma con scarsi esiti, rimandando un pallone di là con una piazzata da beach). E il tabellone luminoso (5-8) alla prima sospensione tecnica pare, in parte, darle ragione. Isernia, però, alla distanza, presenta il conto, costruendosi con tenacia il successo (nel tabellino entra anche Spataro con un muro di quelli verticali) e sigillandolo grazie ad un primo tempo di
Meika Wagner, indubbiamente la mvp del match. Anche se non le sono da meno tutte le compagne di squadra chiamate in causa, ciascuna autrice di una prova superlativa.