Marta Agostinetto è il nuovo opposto del Fenera Chieri ’76… finalmente! Già, finalmente. Dopo essere stati presi a pallonate nelle diverse circostanze in cui si è giocato contro, ultime dell’elenco le finali dei play-off con Porcia, non si può che essere felici del suo arrivo in biancoblu. Molto molto meglio averla dalla propria parte, che non ritrovarla di nuovo da avversaria.
La forte attaccante veneta, classe 1987, a Chieri sarà al debutto in una squadra piemontese. In un decennio di carriera ai massimi livelli ha già girato l’Italia, da San Donà di Piave a Pavia, da Cremona a Perugia (compagna di reparto di una certa Antonina Zetova), da Genova e Monza, da Rovigo a Brindisi fino a Porcia. Tanta B1 e tanta A2 da protagonista con diverse promozioni all’attivo, da quella in A1 con Pavia nel 2008 all’ultima conquistata quest’anno proprio a spese del Chieri ’76.
Benvenuta Marta! Con il Fenera Chieri ’76 tornerai in A2. Quanto ha inciso sulla tua scelta questa eventualità, che pure non era ancora sicura?
«Non nascondo che ho scelto Chieri anche perché speravo nel ripescaggio. Al di là della categoria c’era un bel progetto con una società solida alle spalle, da questo punto di vista era un’offerta irrinunciabile».
Con quale spirito torni in A2?
«Aver guadagnato la categoria sul campo e subito dopo vederla sfumare non mi aveva lasciato un buon sapore in bocca. Portare avanti la cosa era quantomeno una soddisfazione personale. Non sono una che ama le cose fatte a metà».
Hai alle spalle una carriera importante con tanta B1 e A2 di vertice. Nello sport come nella vita c’è chi preferisce essere il pesce grosso dello stagno, e chi preferisce nuotare nell’oceano dove ci sono i pesci più grossi. Come ti poni fra queste due posizioni?
«In carriera ho fatto entrambe le scelte, a seconda dai momenti. Nell’oceano ti diverti molto di più, ma ci sono anche momenti in cui nello stagno non si sta tanto male pur avendo responsabilità molto maggiori. Sono due sfide diverse in cui devi comunque dimostrare qualcosa, ed entrambe offrono molto da imparare».
Qualcosa da dimostrare sul campo?
«Ovviamente! In primis a me stessa e in secondo luogo a chi pensava che la mia fisicità potesse essere un’ostacolo per raggiungere certi obiettivi».
Sei già passata da Chieri tante volte da avversaria. Che impressione ne hai avuto dall’esterno?
«Non ho mai avuto modo di conoscere la città, mi sono fermata al palazzetto che reputo uno dei più belli in cui abbia mai giocato, soprattutto per il suo fondo fantastico. Per essere al Nord il tifo è molto caloroso. Da avversaria la società si è sempre dimostrata solida e seria, qualità difficili da trovare soprattutto di questi tempi».