Foppapedretti Bergamo: Giovanni Panzetti vince il premio “Dirigente sportivo dell’anno”
Autore: Lega Volley Femminile
15 Gennaio 2013

Martina Caironi, medaglia d’oro sui 100 metri alle Paralimpiadi di Londra, e Giovanni Panzetti, direttore generale del Volley Foppapedretti Bergamo, sono i personaggi sportivi bergamaschi dell’anno 2012 a livello agonistico e dirigenziale indicati dai lettori della testata giornalistica online www.terzotempomagazine.it.

“Martina Caironi riceve il Premio Atleta Bergamasca dell’Anno 2012 per aver conseguito uno straordinario risultato individuale rappresentato dall’alloro olimpico, dando esempio e testimonianza di forza morale e costanza, nonché impegnandosi a trasmettere valori e significato della pratica sportiva paralimpica.

A Giovanni Panzetti va il Premio Dirigente Sportivo dell’Anno 2012 per essere riuscito a dare continuità al progetto della pallavolo femminile a Bergamo e aver operato scelte tecniche e di rinnovamento in un delicato momento economico, consentendo di mantenere la plurititolata squadra rossoblu ai vertici assoluti”.

Questa la motivazione dei premi, la cui assegnazione avverrà giovedì 17 gennaio nel corso di una conviviale riservata del Rotary Club Dalmine Centenario.

Un premio individuale e uno di… società dunque per Giovanni Panzetti: dopo la conquista dell’accesso alla Final Four di Coppa Italia, importante traguardo per la società rossoblù dopo un’estate “travagliata”, il Direttore Generale del Volley Bergamo si è visto comunicare anche la vittoria del sondaggio di terzotempomagazine.it, i cui lettori hanno scelto Panzetti tra tutti i dirigenti sportivi bergamaschi dell’anno 2012.

Quanto sia importante la conquista della Final Four traspare dalle parole di Giovanni Panzetti, che si presta a una analisi da “giro di boa” di metà stagione.

Quanto era inaspettata questa qualificazione? “A inizio stagione sembrava difficile da ottenere, poi man mano ci siamo resi conto che era alla nostra portata”. E ora ci si va per… “Sicuramente faremo di tutto per vincere. Le tre squadre che si sono qualificate, oltre a noi, sulla carta sono superiori alla Foppapedretti, ma nella pratica le abbiamo battute tutte nel girone di andata”.

Ora che la Foppapedretti non è più una sorpresa, si può dire che questo gruppo lavora per vincere? “In qualsiasi caso si lavora per vincere, anche le squadre che lottano per salvarsi devono avere il principio di giocare per vincere e questo porta a dare il massimo. L’essere sempre andati a punti non vuol dire che siamo pronti a vincere, ma ci proviamo”.

Che cosa ha stupito di più del gruppo rossoblù? “Personalmente sono rimasto sicuramente colpito dalla capacità di questo gruppo di trovare subito una comune visione del fare pallavolo, condita da molta serietà, molta concentrazione e molta voglia di faticare”.

La difficile situazione economica che sta investendo la pallavolo italiana è purtroppo d’attualità più dei risultati, in questo periodo. “La situazione dei club riflette in pieno la situazione dell’Italia. Quando a maggio abbiamo dichiarato le nostre difficoltà, qualcuno ha pensato a un bluff. La realtà del campionato dimostra che non era così: noi abbiamo cercato dei rimedi e l’unico che abbiamo trovato, in questa fase del sistema pallavolo, è ancorarsi alla realtà e dare delle priorità nel proprio budget”.

Che cosa possono aspettarsi i tifosi del volley italiano? “I tifosi, in quanto tali, devono capire che le squadre sono una bandiera, indipendentemente dai budget a disposizione. Ma devono pretendere che le risorse che i club hanno siano impiegate al meglio”.

Si può dire che questo sia uno degli anni più difficili della “gestione Panzetti” a Bergamo? “Sicuramente è il più difficile, perché le certezze erano poche in avvio e si è andati avanti ribaltando completamente la squadra, cosa che, per la nostra filosofia, non si era mai fatto prima”.

La Foppapedretti pensa al mercato in questa fase di riapertura? “Alla luce dei risultati, non ce n’è bisogno”.

Qual è la squadra che può mettere maggiormente in difficoltà la Foppapedretti? “In un campionato come questo, si può vincere e perdere con tutti, e non è un luogo comune. Perché il campionato si è molto livellato sia per la mancanza di budget, sia per l’arrivo di giocatrici non conosciute appieno e per l’inserimento di molte giovani”.

Quanto è lecito sognare da qui a maggio? E quanto ancora si può crescere? “I sogni sono il sale della vita, quindi sognare fa bene, lo dicono anche i medici. E un gruppo come questo ha il diritto di farlo.
Sicuramente si può crescere ancora se la consapevolezza delle atlete più giovani si tradurrà in capacità di fornire prestazioni costanti”.

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