Pochi giorni dopo l’exploit dell’Italvolley ai Mondiali in Polonia che ha consegnato alla Federvolley il quarto titolo iridato i commenti (entusiasti) dell’opinione pubblica sulla Nazionale di Fefè De Giorgi proseguono a cascata. Tra l’altro un nuovo trionfo che alimenta il ciclo che sta portando avanti De Giorgi dopo la vittoria dell’Europeo un anno fa in Serbia. Mondiale, si badi bene a pensarci, che per la Nazionale arriva 24 anni dopo l’ultima volta datata 1998. Nella spedizione azzurra in Giappone si è laureato campione del Mondo tra gli altri l’allenatore della Seap-Sigel Marsala Volley Marco Bracci, che siamo fieri di avere in sella e compagno di Nazionale proprio di De Giorgi di quel fantastico “Dream Team” di quella che è stata la “Generazione di Fenomeni“.
Questo evento quale la vittoria del Mondiale di volley ci offre la possibilità di una intervista. Il nostro capo-allenatore con assoluto trasporto descrive quali emozioni l’hanno pervaso dopo essere salito sul tetto più alto del Mondo. Un commento autorevole e appropriato quello di Bracci di chi ha vissuto e assaporato in prima prima persona quei momenti e a cui si chiede, tra gli spunti di riflessione, cosa ne pensa di Ferdinando “Fefè” De Giorgi, Commissario Tecnico dell’Italia di volley maschile.
Domenica la Nazionale si è laureata campione del Mondo per la quarta volta. Un passo che prima di Giannelli e compagni aveva fatto Bracci da giocatore della selezione azzurra ventiquattro anni fa con la cosiddetta “Generazione di Fenomeni“, riscattando la delusione precedente ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996. Lei che ha vissuto un’esperienza simile, cosa ha provato esattamente?
<<Veramente difficile da spiegare a parole ciò che si prova. Memorabile. Ce ne si rende conto nei giorni seguenti e sono felicissimo che dei nostri connazionali che praticano sport, i quali fin da adolescenti tutti i giorni sono andati in palestra e si sono allenati per raggiungere certi traguardi, siano riusciti a vincere l’Europeo lo scorso anno e i Mondiali quest’anno. Mi associo ai complimenti di tutti fatti in queste ore. Riguardo all’impresa di 24 anni fa, noi vincemmo dopo la delusione di Atlanta 1996, perdemmo per due punti la finale olimpica. E` chiaro che ci abbiamo messo un pò di tempo, alcune settimane per ristabilirci perchè fu una batosta dal punto di vista psicologico. Però siamo dei professionisti, abbiamo cercato di capire perchè avevamo perso quella Olimpiade. Se non erro c’erano cinque reduci dall’Olimpiade, integrammo i nuovi, arrivò anche l’allenatore Bebeto che accettò la sfida di allenare la Nazionale di Velasco e tornammo a vincere. Della “vecchia generazione” nel 1998 rimanemmo io, Giani, Gardini e Papi. Mentre i nuovi avevano i nominativi di Meoni, Gravina, Fei..Direi che siamo stati bravissimi a rimanere con un ritmo alto e con un rendimento di livello>>
Non può mancare un pensiero su De Giorgi, ex compagno di Nazionale, condottiero e selezionatore di questa Italvolley. Uno tra gli artefici assieme ai giovani di questo trionfo. Così si esprime il nostro interlocutore d’eccezione:
<<Fefè (De Giorgi, ndc) è stato mio compagno di Nazionale, compagno di mille battaglie quindi sono contento dell’ennesimo traguardo raggiunto da quando si è messo ad allenare. Perchè è vero che questo era un campionato del Mondo ed è una coppa prestigiosissima, ma lui in passato oltre all’Europeo si era tolto altre soddisfazioni personali come la vittoria di alcune Champions League e anche scudetti. Una persona capacissima>>
Si tratta di una chiusura del cerchio per la Nazionale dopo avere portato a casa Europeo e Mondiale?
<<No, il cerchio si chiuderà con il prossimo Europeo e la nuova Olimpiade. Io sono certo che stanno pensando a cosa fare per le prossime estati per migliorarsi ulteriormente. L’obiettivo per loro sarà riconfermarsi e incrociamo le dita possano riuscirci e fare una bella figura>>
C’è un giocatore dell’attuale Nazionale in cui si rivede o le si avvicina per caratteristiche? Se non lo individua, indichi a suo parere chi è stato il migliore azzurro di questo Mondiale?
<<Il migliore è stato nominato Simone Giannelli, direi giustamente in quanto il migliore palleggiatore al Mondo, il migliore dell’Italvolley. Ne dovevano scegliere uno solo, in questo caso il regista che ha saputo nei momenti importanti e non solo quelli distribuire ai giusti attaccanti. Mi dico dispiaciuto perchè Lavia non ha ricevuto nessun premio individuale così come anche il nostro opposto (Romanò, ndc). Io penso che Romanò avrebbe meritato di portare a casa una targa-ricordo di questo campionato splendido>>
(- intervista di Emanuele Giacalone)
REDATTO E PUBBLICATO DA UFFICIO STAMPA SEAP-SIGEL