Wash4Green Pinerolo
23/12/2024
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LeggiCome le capsule del tempo dei film americani: prendi un ricordo e lo chiudi con cura in un contenitore, per farlo arrivare intatto al futuro.
È quanto hanno fatto giocatrici, staff tecnico e vertici societari del Fenera Chieri ’76 a conclusione della stagione.
Stati d’animo, emozioni, momenti, persone, aneddoti, episodi, gesti. Frammenti di una bellissima avventura, da conservare in un barattolo sulla mensola del caminetto, accanto ai ricordi più cari.
Alberto Cento
Alla fine di questa stagione non c’è un ricordo particolare ma la soddisfazione di aver fatto un percorso eccezionale con uno staff di primo ordine e con un gruppo di ragazze che hanno saputo integrarsi tra loro sia in palestra che fuori. È stata una bellissima cavalcata che ha avuto anche dei momenti difficili che abbiamo superato con forza. Grazie a tutti. Forza Chieri!
Anna Mezzi
Ricordo la pentola della vittoria, il ghiaccio che mi è arrivato addosso durante i festeggiamenti, il sorriso da joker, il mega sandwich che abbiamo fatto in panchina durante tutto l’anno per festeggiare i punti-spettacolo delle nostre compagne. I sorrisi dei volontari che ci accoglievano appena entrate in palestra poco prima di una gara. Mario, Robbertino ed R#4.
Costanza Manfredini
È difficile trovare un ricordo di questa stagione così lunga e così piena di emozioni. Ricordo i nostri rituali e le nostre scaramanzie pre-partita: la cosiddetta cabala. La situazione durante i play-off ci è leggermente sfuggita di mano, io vinta la sera prima di ogni gara mangiavo gelato preso sempre nella stessa gelateria e sempre gli stessi gusti, e per il pranzo pre-partita pasta integrale con il pesto. Per gara3 ho perfino convinto il coach a farmi portare il mio barattolo di pesto a Rimini per rispettare la cabala… e ha portato bene! Il resto è storia!
Davide Stocco
Il ricordo che porterò dentro per sempre sono il profumo e la sensazione di gioia che c’erano nel pullman mentre ci trasferivamo dall’hotel al palazzetto di Rimini in gara3. La canzone intonata all’unisono e la voglia di giocare quella partita! Un momento che rimarrà per sempre unico!
Elena Perinelli
La prima cosa che mi viene in mente ora, forse perché ancora recente, sono tutti i gelati che ho mangiato durante i play-off… per scaramanzia il giorno primo di ogni partita! Tutto era diventato scaramanzia, infatti penso che non dover più essere schiava di qualsiasi cosa sia la liberazione più grande da quando abbiamo finito di giocare! Il bello è che ha funzionato…
Eleonora Batte
Penso che entrare titolare in serie A sia stata una delle esperienze più belle della mia vita. Avere l’adrenalina a mille, la voglia di spaccare il mondo, di dare un contributo alla squadra nei momenti di difficoltà. Penso mi abbia aiutato tantissimo a crescere, a credere in me stessa, a spingermi oltre i miei limiti. Non avrei mai pensato di poter avere un’occasione del genere a soli 17 anni. Non la dimenticherò mai.
Emanuele Aime
Ricordo la vittoria a Cuneo di gara3: dalla forza del gruppo uscita dopo quella vittoria si è capito di poter andare lontano.
Fabrizio Morra
Sarò banale, ma il tie-break di gara3 a Cuneo scandito dal crescendo ritmato Chieri Chieri dei nostri tifosi è difficile da dimenticare.
Filippo Vergnano
Che dire? È stata senza ombra di dubbio la stagione più bella ma anche più incredibile della giovane storia del Fenera Chieri ’76!
Dalle “stelle” di gennaio alle “stalle”‘ di febbraio, dalla polvere di Baronissi all’altare di Rimini. Un’escalation di risultati stupefacente, sotto tutti i punti di vista.
Mi porterò dietro tutto, ogni singolo momento, di un gruppo di atlete e di tecnici, ma soprattutto di persone, dai valori altissimi.
Ma fra tutti il ricordo di una scena che sul momento, in tutta onestà, avevo bollato nulla più che una boutade: quando nell’ultimo allenamento prima di gara1 di play-off con Trento, il nostro ammiraglio Max salutando il supertifoso Elmo, che sarebbe stato via per tutti i play-off, lo congedò dicendogli “Quando rientrerai saremo in A1”.
E ha avuto ragione lui.
Perché a Chieri, come diceva bene Giovanni Guidetti, “Non siamo mica tanto a posto”!
Gaia Dell’Amico
Ricordo il momento in cui sono entrata in campo contro il Club Italia. Ho provato una fortissima emozione mista ad un po’ di paura.
Gianfranco Cumino
Il mio ricordo è la carica prima della finale col coro sul pullman… e la carica dopo la partita con la preparazione delle pentole di caipiroska.
Gippi Ronco
Il ricordo più bello è stato quando Alberto è tornato al palazzetto dopo essere stato ricoverato in rianimazione al San Giovanni Bosco per polmonite.
Giorgia Valetto
Ricordo la bacheca di Angy nella mia infermeria.
Giuditta Lualdi
Ricordo il primo giorno al palazzetto per la presentazione della squadra, nessuno si conosceva ed eravamo tutti timidi, poi passo dopo passo ci siamo ritrovati a costruire un’opera d’arte, e alla fine… la coppa.
Giulia Angelina
Di questa stagione non si possono dimenticare tante cose, ma questa storia è da raccontare.
A fine ottobre eravamo fuori a cena, nel parlare di quanto sarebbe stata un’impresa da eroi vincere questo campionato, sono partite le scommesse.
In pochi sanno quanto io abbia un odio molto molto particolare per tutto quello che rientra nella categoria agrumi (credetemi, che chi non ha visto non può immaginare), e io dico “Se saliamo in A1 mangerò uno spicchio d’arancia”. Tutto l’anno a vedere questo momento tanto possibile o tanto lontano, altre volte come qualcosa di impossibile.
Eppure è successo… e anche se con difficoltà quell’arancia l’ho mangiata.
Non potevo non essere di parola in mezzo a tutta quella festa. Cosa non si fa per un play-off vinto così…
Giulia Bresciani
Ricordo quando dopo tanti tentativi radio Manila ha finalmente fatto ascoltare il messaggio vocale di Sofi, mandando in onda la canzone scelta… che, diciamocelo, di quella in realtà non ci interessava niente!
Ricordo l’Africa di Anna.
Ricordo, nel male, quando ho dovuto guardare giocare le mie compagne da casa contro Trento… è stata una sofferenza enorme ma sono state grandi!
Ricordo i versi di Cumino a rallegrarci le giornate con le sue sgallettate che poi sono diventate anche quelle di tutti.
Ricordo Gippi che nei festeggiamenti dell’ultimo punto che ci ha portato in A1 non ha retto la gioia e si è accasciato a terra per tre secondi, per poi rialzarsi e ricominciare a dare pacche e “cazzotti” a chiunque.
Giulia Salvi
Nel barattolo dei ricordi metto innanzitutto la gioia mista ad emozione del primo giorno di ritorno in questa società durante la presentazione… Indescrivibile!
Per non parlare dei discorsi di Lucio che facevano partire all’istante un ruggito interiore incontenibile, lo sguardo esaltato di Sara De Lellis a fine di gara2 con Marignano sul punto di mangiarsi il giornalista, e il “panino” a tre tra me Sofia e Anna per festeggiare un punto incredibile.
Luca Secchi
Il mio ricordo sta tutto racchiuso in alcune parole di Lucio in uno dei suoi primi interventi: “Il PalaFenera è la nostra casa. Casa della famiglia di cui tutti facciamo parte”.
È stato proprio così.
Lucio Zanon di Vangiurata
Ci sono momenti cruciali che definiscono una stagione, la indirizzano con forza nella direzione giusta.
A noi è accaduto, ne sono certo, quando in una fase delicatissima del campionato – eravamo alle prese con infortuni vari e un momento di forma non brillante, e dovevamo superare alcune sconfitte inattese – il nostro capitano, Sara De Lellis, si è infortunata anch’essa nel riscaldamento che precedeva un’importante partita a Caserta.
Buttare nella mischia, improvvisamente e senza aver potuto preparare nulla, una giovane promettente ma inesperta, in un ruolo fondamentale, e per di più in trasferta in un campo “caldo”: c’erano tutti gli ingredienti per un disastro annunciato.
Invece…
Invece da lì è iniziata la riscossa.
Sara Colombano, la nostra giovane palleggiatrice, è entrata in campo con personalità, convinzione, voglia di giocarsela, senza farsi soffocare da una responsabilità che avrebbe potuto risultare schiacciante. Si è battuta con energia e con gioia.
La squadra ha dimostrato che “la famiglia biancoblù” non è uno slogan vuoto, e si è stretta intorno a lei, sostenendola, incoraggiandola, aiutandola a superare gli inevitabili errori. Ciascuna delle altre ha fatto, con generosità e slancio, più del suo. Una difesa impossibile, un attacco tirato con coraggio invece di appoggiarlo, una battuta insidiosa, un muro sorprendente e perentorio… la spinta del capitano che da fuori faceva il tifo per la sua giovane compagna.
In quel momento, proprio nella più grande difficoltà, la squadra si è ritrovata, ed è iniziata la cavalcata che ci ha portato ai play-off ed all’incredibile domenica di Rimini: molte vittorie, anche qualche sconfitta, ma non abbiamo più mollato, fino alla fine.
E il coro, bellissimo e commovente, “La Fenera paura non ne ha!” ci ha accompagnato partita dopo parti ed è diventato il simbolo della nostra impresa.
Marco Sinibaldi
Che dire… Il ricordo più bello di quest’anno è sicuramente legato all’ultimo punto in gara3 contro Marignano, con la vittoria dei play-off e il raggiungimento della serie A1… Un eccesso di emozioni che non ho mai provato in vita mia, trasformate in urla a squarciagola e abbracci sinceri, liberatori.
Paola Sandrone
Ricordo il viaggio di andata dell’ultima trasferta, a Rimini. È iniziato il tutto nel migliore dei modi ahahah: il pulman si è rotto dopo 40 minuti e siamo rimasti all’autogrill per due ore e mezza. È qui che abbiamo trasformato l’imprevisto in un pomeriggio pieno di risate e giochi da bambini che hanno tirato fuori il Peter Pan che c’è in ognuno di noi. È stata un’occasione per fare ancora più gruppo, per caricarci ancora di più e andarci a prendere la finale.
Roberto Ariagno
Biella, 1 maggio 2018, finale regionale Under 18 Lilliput-Igor Novara, tifoserie scatenate con tamburi e cori… Nel cambio campo tra quarto e quinto set, a gioco fermo, si sente esultare e parte il coro “Chieri! Chieri!”: sono le nostre ragazze che seguono la gara sul sito della Lega e festeggiano il 2-3 su Cuneo! In quel momento ho avuto la sensazione che tutto fosse possibile.
Samantha Middleborn
Il mio ricordo preferito è stato l’arrivo in Italia dopo 36 ore di viaggio. E solo pochi giorni dopo giocare la prima partita e vincere, e quanto felici fossero l’intera squadra e tutti. Lì ho capito quanto fosse valsa la pena di fare quel viaggio così lungo.
Sara Colombano
Ricordo quando il ginocchio di Sara ha deciso di farmi giocare senza preavviso! Come non potrò mai dimenticare l’emozione provata con la medaglia al collo! Un anno che rimarrà nel mio cuore.
Sara De Lellis
Parto ogni anno con la valigia piena di sogni, speranze, paure e obiettivi, poi durante la stagione tutto comincia a prendere forma. Ora che mi trovo nuovamente a chiuderla, quella valigia è molto più pesante di quando sono arrivata perché porto con me i sorrisi delle mie compagne, dello staff e dei volontari, gli abbracci della mia amica Anna Mezzi che sono una rarità insieme al suo continuo appoggio, porto con me l’urlo di Giulia Salvi nella finale in gara3 che mi confermava che avevo vinto la mia finale… Devo dire che ora la mia valigia straripa di felicità!
Sofia Moretto
Ricordo l’emozione che ho provato nell’essere entrata e aver contribuito alla vittoria di gara1 dei play-off contro Trento, e l’euforia in gara3 contro Cuneo sull’ultimo punto, pronte ad andare in finale!
Ricordo quando Angy si è buttata a terra durante un allenamento. Ha spaventato tutti, invece poi si è scoperta una routine per proteggere la sua caviglia.
Ricordo le scorpacciate di baci di dama che ci portava zio Mario il giovedì sera.
Ricordo il ciu urlato a squarciagola da Bresci che a momenti mi spacca i timpani.
Ricordo il mio saluto petto contro petto con Annina, e le spallate con Gippi ogni pre-gara per la cabala.
Yasmina Akrari
Il mio non credo sia il ricordo più bello ma senza dubbio è il più divertente. Rido ancora quando ripenso a quella cena, a Orvieto. Avevamo appena finito una lunga serie di colloqui individuali con Luca, non so se provate psicologicamente da questi incontri o che altro ma è stata la cena più divertente dell’anno. È iniziata con una sfida su chi riuscisse a fare il fiore con la lingua e con dei giochi di coordinazione, ed è finita che sembrava di essere a La sai l’ultima. Risate sguaiate e lacrime agli occhi, con Perinelli che la faceva da padrona perché non era in grado di fare nessuna di quelle cose.