Lega Volley Femminile
20/11/2024
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LeggiUna storia di passione lunga 40 anni costruita da centinaia di attori protagonisti. Una storia fatta di storie che entrano dentro altre storie, di conclusioni e nuovi inizi. Una storia a cui il Chieri ’76 ha scelto di ispirarsi fin dalla sua nascita nel 2009, con quel ’76 inserito nel nome che rappresenta sì un’eredità da tenere in vita, ma anche un impegno da onorare giorno dopo giorno. E’ la storia della Pallavolo Chieri, società fondata alla fine di marzo del 1976 protagonista di un passato glorioso, culminato nei primi anni 2000 con la scalata delle categorie fino all’A1 e la conquista di una Top Teams Cup.
La Pallavolo Chieri oggi avrebbe 40 anni. Il Fenera Chieri ’76 ha voluto ricordare questa ricorrenza con una targa che il presidente Filippo Vergnano ha consegnato a quattro pionieri a cui si deve la nascita della Pallavolo Chieri, in primis quel Renato Pierleoni che ne è stato primo direttore tecnico e primo allenatore. Accanto a lui Fiorenzo Gementi, Gianni Giacone e Ciro Signoriello.
Ciro Signoriello è fra i premiati il più addentro al Chieri ’76 di oggi. Allenatore della Pallavolo Chieri dal 1983 al 1990, da tre stagioni mette a disposizione delle atlete biancoblu gli spazi e le attrezzature della sua palestra a Poirino, il Gym Studio. Chi meglio di lui per scambiare due battute sulla pallavolo chierese, fra passato e presente?
Ciro, quali sono i tuoi primi ricordi quando senti nominare la Pallavolo Chieri?
«Faccio fatica a indicare dei ricordi precisi. Arrivavo dal calcio che è tutto un altro mondo a livello emotivo, educativo, fisico… All’inizio la pallavolo mi sembrava uno sport da signorine. Invece ho scoperto un mondo bellissimo, capace negli anni di fare passi da gigante. E’ una storia per me lunghissima, e la Pallavolo Chieri è il cuore di questa storia».
Rivedi qualcosa della tua Pallavolo Chieri nel Fenera Chieri ’76?
«La tenacia, la voglia di vincere. E’ quel che più conta nello sport, a qualunque livello. Ce l’avevo io e lo rivedo in queste ragazze. Sono una squadra determinata, di buon livello mentale. La determinazione è quel che ti permette di vincere le partite, specialmente in un campionato equilibrato come questo dove, l’abbiamo visto, si poteva vincere o perdere con quasi tutti. La determinazione è anche quel che trascina il pubblico, che in modo positivo e spontaneo fa nascere il tifo nel palazzetto nei momenti cruciali. Tutto questo è molto bello, anche perché dimostra che c’è un forte senso di appartenenza».
Un tratto distintivo che riconosci nel Chieri ’76 di oggi?
«A livello societario è un progetto serio e ragionato, fatto di piccoli passi ben ponderati: si fa quel che si riesce, con investimenti oculati. Ha radici profonde, anche fra la gente e gli appassionati. E’ un modo sano di fare pallavolo, vissuta non in termini speculativi o per produrre visibilità personale».