Sorrisi, abbracci e lacrime di gioie hanno caratterizzato il lunghissimo post partita di Montichiari. Tra le grandi protagoniste della promozione in Serie A1 dell’Itas Trentino c’è senza dubbio Silvia Fondriest. La centrale roveretana, capitana delle gialloblù, è stata artefice di un finale di stagione di altissimo livello, un rendimento confermato anche mercoledì sera al PalaGeorge di Montichiari in gara-2 della finale Playoff con la Valsabbina Millenium Brescia. Per la numero sei di Trento un bottino di 13 punti personali con un ottimo 55% di positività in attacco, 2 muri e un’infinità di palloni sporcati a muro e poi rigiocati in contrattacco dall’Itas.
«Quando due anni fa sono andata via da Trento, non per scelta mia, mi sono posta come obiettivo quello di poterci ritornare – spiega Silvia Fondriest, centrale dell’Itas Trentino -. Sono davvero felicissima di come sia terminata questa stagione e devo ringraziare infinitamente Trentino Volley per avermi voluta fortemente riportare a Trento e aver creduto in me fin dal primo incontro avuto in estate. Questa è casa mia e tutto ciò ha un valore inestimabile perché questa promozione la sento ancor di più una cosa mia. Anzi, una cosa nostra perché è stata davvero una stagione bellissima, intensa e vissuta tutte assieme da un grandissimo gruppo. La stagione è iniziata in salita, ci sono stati dei momenti complessi ma proprio per questo è stata una soddisfazione ancor maggiore terminare il percorso con un risultato così prestigioso. I nostri meriti più grandi sono quelli di essere sempre stati in grado di rialzarci, di risorgere ed è proprio questo che ci ha permesso di arrivare fin qui dopo un percorso con tanti sali e scendi che ci hanno fatto crescere individualmente e come organico».
A fine gara hai comunicato ufficialmente la decisione di chiudere la tua carriera da atleta.
«Sì. Ci pensavo dallo scorso anno ma ho iniziato a concretizzare realmente l’idea da gennaio in poi. Non nego di aver cambiato emotivamente idea più volte in questi mesi, ma a livello logico è stato invece un percorso lineare verso questa decisione. La voglia che ho di giocare è la stessa di quando ero una ragazzina, fisicamente sto ancora molto bene ma ho dei progetti per la mia vita che sono in stand by da tanti anni, in quanto non compatibili con la pallavolo professionistica. Penso fosse giunto il momento di voltare pagina e di iniziare a costruire concretamente il mio futuro, ripartendo già dalle ottime basi poste nel corso degli anni».