Un 7 scritto sulla pelle affiancato a un cuoricino: un modo per essere unite e vicino a una compagna di squadra che sta vivendo un momento delicato e al contempo per essere sempre e ancor di più squadra.
E’ la grande coesione dell’Anthea Vicenza Volley, formazione di A2 femminile che sta ben figurando nel girone B con tre vittorie in cinque partite nonostante la dea bendata non abbia aiutato soprattutto Florencia Ferraro, giovane palleggiatrice biancorossa (classe 2003) che dopo il primo match contro Montecchio non ha potuto più scendere in campo.
E’ la stessa regista a raccontare quanto successo. “Mi sono sentita male – spiega Florencia – alla vigilia della seconda giornata di campionato e da lì è iniziato tutto. La società mi è sempre stata vicina facendomi sottoporre a esami specifici che hanno fortunatamente dato esiti negativi. Durante questo periodo un po’ buio, ho ricevuto messaggi incoraggianti da tantissime persone: amici, parenti e soprattutto ragazze che hanno giocato con me e che giocano tutt’ora. Dovrò osservare ancora sicuramente qualche settimana di stop senza fare alcuna attività. Ringrazio lo staff, in particolare coach Ivan Iosi, e le ragazze che hanno continuato a giocare conquistando tanti punti per la nostra Anthea Vicenza Volley. Vederle giocare con il mio numero tatuato sulla pelle è una forte emozione e mi rende orgogliosa di far parte di questo gruppo. Inoltre, ringrazio l’equipe medica guidata dal dottor Claudio Baracchini (direttore della Stroke Unit dell’ospedale di Padova) che si è occupata di me nel periodo del ricovero e che mi seguirà anche prossimamente. Ringrazio anche il dottor Luciano Rinaldi (neurologo), che mi ha seguito fin da subito”.
“Abbiamo scelto – le parole del capitano biancorosso Lisa Cheli – di stamparci il numero di Florencia con il cuore accanto perché vogliamo darle un messaggio come squadra, a lei facciamo il nostro in bocca al lupo”.
“E’ stata – aggiunge coach Ivan Iosi, che il sette ce l’ha disegnato sul palmo della mano – una notizia dura, che paradossalmente ci ha unito ancora di più. Da lì è nato questo simbolo scritto sulla pelle, un modo per dirci squadra”.