LIU•JO Volley Carpi: A…Tempo di alzate con Francesca Giogoli
Autore: Lega Volley Femminile
28 Gennaio 2010


Per Francesca Giogoli, nata a Ozzano nell’Emilia il 20 marzo 1983, regista della LIU•JO Volley Carpi, giocare a pallavolo, che lo faccia dentro una palestra o su una spiaggia al mare, non fa molta differenza: è semplicemente la sua grande passione. Ma, quando gioca in un palasport, è anche molto di più, è un lavoro al quale si dedica anima e corpo. Lei si definisce una ragazza semplice, noi aggiungiamo che è stata anche coraggiosa perché a soli 16 anni ha pensato di lasciare la sua famiglia per provare l’avventura di arrivare in ‘serie A’.

Hai iniziato prestissimo ad alti livelli, cosa vuol dire questo?
Chi non ha la fortuna di avere la pallavolo ad alti livelli vicino casa deve decidere presto se provare
a fare della pallavolo il suo futuro. Cosi è stato per me anche se a quell’età si riflette molto meno, ci si butta! ci sono stati momenti duri tra studio, volley e lontananza da casa ma sicuramente ti formano

Sul volley sei sempre d’accordo col tuo fidanzato Marcello Abbondanza?
Prima di essere un allenatore è un fidanzato, con cui parlo di tutto e quindi anche di volley. ma quando ci vediamo cerchiamo di staccare la spina entrambi!

Qual’è secondo te la caratteristica principali di un’alzatrice?
Non è un ruolo facile perche la palleggiatrice deve mantenere sempre una lucidità e una sicurezza al di sopra di tutto quello che succede in campo (e … fuori).

I ricordi più belli dei tuoi anni giocati?
Sicuramente tutti gli anni delle giovanili con la mia squadra “di casa”, Ozzano nell’Emilia, che mi ha portato anche a far parte delle nazionali pre e juniores e poi la promozione dell’anno scorso a Piacenza.

Se potessi cancellare un episodio della tua carriera pallavolistica cosa elimineresti?
Bèh alcuni momenti difficili in alcuni anni dove non senti la fiducia di tutti, ma anche quelli fanno
crescere e fanno parte del gioco, aiutano a crearti una corazza.

Cosa vuol dire giocare ad alti livelli e quali sacrifici comporta?
La pallavolo diventa il tuo lavoro e tutta la giornata è incentrata su quello, difficile coltivare altri interessi o studi. Poi sicuramente la lontananza dalle persone che ami.

E a Carpi come ci si trova?
Qui è un ambiente diverso da tutti quelli che ho incontrato, è una grande famiglia che cerca sempre di supportarti, hanno una grande passione!

Segni o gesti scaramantici prima di una partita?
Io in particolare nessuno, ma tranquilli, ci pensa sempre qualche compagna a farti rispettare il suo! Chiedete per credere a Maria Pia Romanò!

Se dovessi ‘convincere o motivare’ qualche giovane giocatrice a diventare alzatrice cosa le diresti?
Da giovani non è sicuramente il ruolo più apprezzato, tutte vogliono schiacciare, fa più scena! Ma, senza essere di parte, è sicuramente un ruolo molto importante e decisivo, diciamo che il palleggiatore è la mente della sua squadra!

Se dovessi spiegare ai tanti tifosi che ogni domenica vi vengono a vedere, quanto sia bello giocare a pallavolo?
Bèh, dal numero e dalla partecipazione emotiva del nostro pubblico, penso che siamo riuscite a trasmetterlo bene. A parte tutto la pallavolo è emozionante e piena di sorprese, fino a che l’ultima palla non cade non si conosce il vincitore!

Il tuo idolo nella pallavolo? E nella vita in generale?
Nella pallavolo femminile abbiamo la fortuna di poter vedere giocare nel campionato di A1 diverse palleggiatrici fortissime. Tra le mie preferite ci sono Lo Bianco e Berg! Nella vita apprezzo le persone solari, positive e soprattutto limpide!

Il consiglio migliore che hai ricevuto?
Il consiglio più utile è stato quello di divertirmi sempre nel giocare a pallavolo, come quando eravamo bambine, credere in me ed essere meno autocritica.

Sogni e progetti futuri che riguardano la pallavolo e non?
Continuare a giocare a pallavolo, provando a farlo sempre al massimo delle mie capacita! Vivere serena e capire che … lavoro voglio fare da grande!

Gino Coloni
Gino Coloni (Redattore di Tempo, settimanale di Carpi)

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