LIU•JO Volley Carpi: il secondo allenatore Giacomo Meschieri si racconta a “Tempo”
Autore: Lega Volley Femminile
11 Marzo 2010

Giacomo Meschieri, conosciuto nell’ambiente come “Jack”, è lo stratega della LIU•JO Volley Carpi.
Nella società, in cui ricopre il ruolo di 2° allenatore e braccio destro di Augusto Sazzi, ha il difficile compito di studiare le avversarie e cercare di trovare la strategia migliore per poter vincere.
Professore di educazione fisica insegna nelle scuole elementari nella provincia di Reggio Emilia, il tempo a disposizione non è molto, ma quello che sicuramente lo gratifica di più sono le emozioni che questi giovani allievi gli sanno trasmettere. Il suo segreto? “Falli giocare e divertire e conquisti la loro fiducia!”.

Ciao Giacomo, raccontaci un po’ di te
Sono nato il 1 marzo 1979 a Guastalla e da un paio di anni ho intrapreso la carriera di allenatore a tempo pieno con l’Universal Volley Femminile Carpi e con la Mondial Carpi. E’, quindi, Carpi la città dove sono pallavolisticamente nato e cresciuto da quando avevo 15 anni, anche se abito a Rio Saliceto. Nonostante l’impegno pieno riesco comunque ancora a collaborare col Coni di Reggio Emilia, grazie al quale insegno alle scuole elementari seppur nella sola mattinata del lunedì mentre prima lo facevo in tutta la settimana.
Giocatore e allenatore, le differenze?
Sicuramente da allenatore si soffre di più! Quando sei in campo e l’arbitro fischia pensi solo a dare il massimo, seduto in panchina invece bisogna mantenere freddezza e analizzare lucidamente cosa sta accadendo in campo e quando la partita entra nel vivo non è sempre facile.
Professore di educazione fisica , è difficile insegnare?
Mi piace molto ma sicuramente non è facile. Nelle scuole in cui ho lavorato in questi anni ho vissuto situazioni particolari: classi di 30 bimbi da dover gestire in spazi angusti (le palestre scolastiche non sono certo come i palazzetti dove gioca la LIU•JO Volley Carpi). esigenza di integrare ragazzi stranieri che spesso non parlano la lingua, una sola ora alla settimana di educazione motoria e mille cose da fargli fare. Una cosa è certa però: se li fai divertire e conquisti la loro fiducia i bimbi ti regalano veramente tante soddisfazioni.
2° allenatore, ci descrivi questo ruolo?
Un ruolo particolare,al quale sto cercando di adattarmi sempre più. E’ fatto di tanto lavoro soprattutto fuori dalla palestra, dell’analisi e della preparazione delle partite, in modo da dare al 1° allenatore gli elementi per poter scegliere la strategia di gara. Ma anche in palestra bisogna sudare, appena una giocatrice ha un acciacco si scende in campo per fare da sparring!
Pregi e difetti di questo ruolo
Un pregio è sicuramente una più semplice gestione dei rapporti con le giocatrici, mentre un difetto è non essere colui che prende le scelte finali, ma questo fa parte del rispetto dei ruoli. In ogni squadra senza il preciso rispetto delle gerarchie non si va da nessuna parte.
La cosa che ti piace maggiormente del tuo ruolo
Il fatto di diventare a volte “confessore” delle giocatrici, che quando si devono sfogare spesso hanno più facilità a farlo con la figura del 2° allenatore
Un 2° allenatore può o deve intervenire durante i time out nelle partite?
Personalmente ritengo che un duetto con sovrapposizione di voci non sia molto utile. Le giocatrici devono focalizzare l’attenzione su un solo messaggio per volta. Se c’è qualcosa da dire è meglio parlarne col capo allenatore, poi sarà lui, se lo ritiene opportuno, a trasmetterlo a chi va in campo. Al massimo può accadere che si parli con un singolo giocatore per un consiglio che riguarda unicamente il suo ruolo.
Com’è il rapporto con Augusto Sazzi, primo allenatore?
Direi ottimo, è stato lui a volermi nel suo staff e di questo lo ringrazio. E’ un allenatore con molta esperienza e con il quale non è difficile dialogare e confrontarsi. Ho sicuramente appreso molto da lui sulla pallavolo femminile di alto livello, di cui non avevo esperienze precedenti. Collaboriamo molto anche a livello di settore giovanile cercando di far crescere la base della pallavolo carpigiana.
Cosa vuol dire allenare ragazze di valore come quelle che ha la LIU•JO Volley quest’anno in squadra?
E’ sicuramente una grande responsabilità e cerco di dare il massimo. Non nascondo che ai primi allenamenti dell’anno ho provato una grande emozione. Inoltre vivere il quotidiano in palestra con giocatrici di questo calibro è una fortuna e mi da la possibilità confrontandomi con loro e, anche semplicemente osservandole, di ampliare ulteriormente il mio bagaglio di allenatore.
Sogni e progetti futuri sia pallavolistici che non?
Per ora mi concentro su questa stagione, ma visto che mi piace molto insegnare pallavolo spero di poter allenare un settore giovanile di alto livello proprio qui a Carpi.
Il ricordo più bello e più brutto della tua carriera
Da giocatore un bellissimo ricordo anche se molto lontano: fu una vittoria nel giovanile contro la allora Daytona Modena, che fu considerata un vera e propria impresa sportiva. Mentre da allenatore invece sicuramente la promozione in serie A2 della scorsa stagione. Un brutto ricordo invece un grave infortunio patito da giocatore che mi rubò mezza stagione e le due coppe Italia perse in finale consecutivamente. Sembra proprio che non si possa bere lo spumante da quella coppa!

Cosa ti aspetti da quest’anno?
Speriamo di concludere in crescendo la stagione, magari con una cavalcata vincente nei play-off!

Gino Coloni (redattore Tempo)

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