LIU•JO Volley Carpi: lo scoutman Gabriele Galeazzi si racconta
Autore: Lega Volley Femminile
30 Aprile 2010

Gabriele Galeazzi scout man della LIU•JO Volley si racconta e ci racconta, cosa voglia dire essere “scout man” e le sue grandi passioni: informatica, volley e quando è possibile una “bella passeggiata” in moto.

Ciao Gabri, raccontaci un po’ di te
Classe 1973 sono carpigiano di nascita e dal ’96 rolese di adozione. Gabriele per l’anagrafe, “Gabry” per gli amici anche se in palestra riecheggia un altro soprannome. Laureato in ingegneria informatica, sono cresciuto a pane, computer e pallavolo, le mie due più grandi passioni. Una di queste è diventata la mia professione principale e lavoro come consulente nel campo dell’informatica. Dal 2005 sono lo scoutman della prima squadra dell’Universal Volley Carpi (in pratica dall’avvento dell’era “Astarita”). Single, abito in campagna in quel “lembo” di terra al confine tra le province di Reggio, Modena e Mantova; ho un meraviglioso cane di nome Linda. Mi piace leggere, ascolto qualsiasi tipo di musica e quando il tempo lo permette prendo la moto e mi concedo qualche passeggiata (non amo la velocità …) sui nostri appennini.

Come ti sei avvicinato al mondo della pallavolo?
Ho iniziato a giocare nelle giovanili che avevo 13 anni: la prima “imbeccata” l’ho avuta a scuola (come tanti credo …) quando in inverno non uscivi a giocare a calcio e si giocava in palestra a pallavolo (o almeno ci si provava …). Visto che non avevo un’altezza “degna di nota” giocavo palleggiatore, a quei tempi era l’unico ruolo possibile per i piccoletti dato che ancora non esisteva il libero. Alle superiori questa passione si è cementata con la fortuna di avere come professore di educazione fisica Andrea Nannini (e credo non ci sia bisogno di aggiungere altro …). Ho giocato fino all’età di 25 anni, poi pian piano sono passato dall’altra parte, prima come semplice aiuto in palestra in squadre di categoria regionale poi un anno come secondo allenatore nella Goldoni (in via ufficiosa, dato che non avendo il cartellino figuravo in panchina come dirigente) conquistando la promozione dalla serie D alla C. Qualche anno dopo, nel 2005, un giorno d’estate, parlando con un mio carissimo amico che sarebbe stato il secondo allenatore dell’allora serie C dell’Universal Volley mi proposero di far parte dello staff tecnico in qualità di scoutman. Feci il colloquio con Rino Astarita e da allora faccio parte dello “squadra”; quel giorno Rino mi disse: “in tre anni vogliamo arrivare in B1…”. Beh, dopo quattro stiamo per disputare i play-off per la promozione in A1, niente male no?

In cosa consiste il tuo lavoro nella LIU•JO Volley?
Ogni volta che mi chiedono cosa faccio nella LIU•JO Volley e pronuncio la parola “scoutman” la stragrande maggioranza della gente (generalmente non addetta ai lavori) mi guarda con espressione perplessa, interrogativa e un po’ curiosa: la stessa che ad esempio avevano le persone quando per la prima volta hanno visto in una vetrina il cubo di Rubik. In italiano si traduce con “rilevatore statistico dati” ma come potete capire se cominci con queste parole la gente se ne è già andata prima ancora che tu finisca la frase. Principalmente lo scoutman è colui che durante una partita rileva ogni fondamentale della propria squadra, o della squadra avversaria o (come è di consuetudine) di tutte e due, e in pratica assegna una valutazione ovviamente non legata alla bellezza del colpo o della sua esecuzione, ma legata alla sua efficacia: per ogni tocco di palla viene registrato il giocatore che lo ha fatto, la posizione in campo in cui è stato fatto e la valutazione dell’efficacia del colpo; per la fase di attacco viene anche segnata la direzione, cioè da dove è partito il pallore e dove è arrivato. Questa attività fatta in tempo reale è di supporto agli allenatori in panchina ad esempio per prendere decisioni sulle scelte tattiche. Oltre alla fase attiva svolta durante la partita, generalmente lo scoutman si occupa anche di raccogliere e preparare tutto il materiale per il lavoro della settimana in preparazione alla gara, come video delle gare degli avversari, “scout” delle partite (ovviamente dell’avversario di turno) e preparazione dei montaggi video di base che poi verranno usati per preparare i filmati da vedere insieme alle giocatrici. Come lavoro di “servizio” io mi occupo anche della gestione del sito web e della parte del giornalino (che viene distribuito durante le gare casalinghe) che si occupa della prima squadra.

Consulente come primo lavoro e scoutman della LIU•JO Volley, è impegnativo seguire entrambe le professioni?
Beh, in certi giorni lavoro anche 12-13 ore: si parte alla mattina alle 9 per finire alla sera all’una o anche più tardi; ogni attività ha delle scadenze che non possono non essere rispettate. Per fortuna lavorare in proprio mi permette di avere una certa flessibilità di orario e con una precisa organizzazione riesco a portare a termine i vari impegni anche nei periodi più intensi. Certo è che da settembre a maggio tra il lavoro e la pallavolo non rimane molto tempo per altre cose: in questo mi aiuta anche la mia condizione di “single”, se avessi una famiglia non so come riuscirei a non trascurare qualcosa. Tra i momenti più “impegnativi” ci sono anche le trasferte lontane o le gare infrasettimanali: ad esempio nella settimana precedente il Natale ho fatto mercoledì sera a Vicenza, giovedì e venerdì tra Roma e Verona per lavoro, poi sabato partenza per San Vito dei Normanni (e voi sapete l’odissea causa neve…) e lunedì mattina alle 7 ritorno a Carpi; tempo due ore ed ero in ufficio per ripartire con la nuova settimana: un discreto “tour de force”…

Cosa ne pensi della LIU•JO Volley di quest’anno?
Dopo aver terminato la stagione di regular season, nonostante per me sia la prima esperienza in serie A, e aver visto tutte le altre squadre del campionato, posso dire con una certa sicurezza che la nostra squadra non ha nulla da invidiare alle altre formazioni (anzi, forse in diversi casi è vero il contrario). La meritata qualificazione ai play-off è il risultato di mesi di lavoro, iniziati a fine agosto. Forse, con il senno di poi, avremmo potuto avere qualche punticino in più, ma di quello sapete che di solito ci si riempiono le fosse. Ad oggi abbiamo tutte le carte in regola per poterci giocare la promozione: gran parte del nostro futuro è nelle nostre mani.

Sogni e progetti futuri (pallavolistici e non…)
Per ciò che riguarda la mia professione principale, ho imboccato da qualche anno una strada abbastanza definita e, salvo inversioni di marcia o deviazioni impreviste, sarà e rimarrà la via che voglio percorrere. Per ciò che riguarda la pallavolo… non so; un giorno durante l’anno di B2, davanti ad una pizza, fantasticando insieme ai presenti dissi: “mi tolgo la soddisfazione di arrivare in serie A, poi mi fermo..”. Come succede spesso a tavola, l’appetito vien mangiando e ora che ho raggiunto l’obbiettivo, come direbbe Forrest Gump: “visto che sono arrivato fin qua, perchè non andare avanti?”. E chissà che magari un giorno non si possa vincere uno scudetto o alzare la coppa dei campioni. Troppo audace come obbiettivo?

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