LIU•JO Volley Carpi: su Tempo, alla scoperta del DS Davide Astarita
Autore: Lega Volley Femminile
25 Marzo 2010


I tifosi della LIU•JO Volley Carpi si preparano ad “invadere” Parma domenica con mezzi personali e anche grazie anche ad un pullman addirittura a due piani organizzato dalla società per seguire la squadra nello spareggio per il secondo posto per chi volesse cominciare a vivere le emozioni del derby in gruppo. La partenza sarà alle 16 dal piazzale delle piscine con ritorno a Carpi dopo la partita e il costo di solo 11 euro comprensivo del biglietto di ingresso al PalaRaschi, grazie allo sforzo societario per agevolare i propri tifosi.

Anche questa iniziativa, come tante altre e come la vita stessa del club, è frutto del lavoro della società biancorossa e, in particolare, del suo presidente Rino Astarita e del suo più che braccio destro, visto che è il figlio, il diesse Davide Astarita.

Davide Astarita con i suoi 24 anni è il più giovane Direttore Sportivo nel campionato di serie A della pallavolo femminile e a lui, coadiuvato appunto dal padre Rino Astarita, Presidente della società, spetta il difficile e importante compito di “condurre” la LIU•JO Volley Carpi ai massimi livelli.
In questa intervista possiamo capire quanto il padre Rino sia stato e sia tutto’ora fondamentale per lui e gli abbia saputo trasmettere passione, coraggio e una maturità, difficile da trovare al giorno d’oggi in ragazzi così giovani, per poter svolgere il suo lavoro nei migliori dei modi.
Davide non si risparmia nell’elogiare il padre Rino e lo staff tecnico, base del “Gruppo”, quello che lui vuole con la “G” maiuscola. Sono proprio queste persone i compagni di viaggio, che ogni giorno percorrono il cammino che ha come unica direzione la massima serie e in cui ogni ostacolo viene superato dal suo motto preferito: “volere è potere!”

Davide, raccontaci un po’ di te
Sono nato il 30 Settembre 1985, e ho terminato il Liceo Scientifico qui a Carpi. Ho iniziato a lavorare nella società di famiglia con i miei genitori e mio fratello Giovanni e ho sempre giocato a pallavolo, fin da piccolo, girando tutte le società sportive di Carpi. Sportivamente parlando possiamo dire che la pallavolo è la mia più grande passione.

Probabilmente tu sei tra i più giovani Direttori Sportivi nelle categoria volley, come mai questa scelta?
Ho iniziato ad aiutare mio Padre più per diletto che per reale necessità, quando ha iniziato l’avventura nel femminile. Contemporaneamente ho smesso di giocare col Club Giardino in Serie D, quindi lo spostamento da giocatore a dirigente è stato quasi automatico.
Per la giovane età, è vero, confermo. A 24 anni essere il D.S. di una società di A2 non è molto frequente, ma ho a disposizione tutte l’esperienza del papà/presidente, quindi mi sento tranquillo.
Poi se non ricordo male negli ultimi 4/5 anni abbiamo vinto 3/4 campionati insieme. E una Coppa… quindi direi che questo assortimento dirigenziale sia più che redditizio…

Appassionato di volley e soprattutto della LIU•JO Volley Carpi, grande tifoso, quali sono le emozioni durante le partite?
Le emozioni sono tantissime. Ho sempre vissuto la squadra molto da vicino e quindi gioito e sofferto come se in campo ci fossi anche io. E alle volte ho “sentito” le partite perfino più di chi scendeva realmente in campo. Il difficile sta nell’isolare le emozioni a fine partita e riuscire a giudicare in modo distaccato l’operato di tutti. Non sempre vincere significa far bene. Ma la cosa che i “non addetti” ai lavori fanno fatica a comprendere è che non sempre perdere vuol dire aver fatto male!

In cosa consiste “il lavoro” del Direttore Sportivo?
Il Direttore Sportivo fa la campagna acquisti, compra il materiale sportivo, organizza la parte logistico sportiva della società (viaggi, pullman, alberghi, amichevoli) e cerca di rendere il più serena possibile la vita di staff e giocatrici dentro e fuori dalla palestra. La vera “mission” è però quella di riuscire a parlare con tutti, cercando di capire e magari di smussare qualche angolo che col tempo viene a crearsi tra i vari caratteri in palestra.
Non è un compito facile, soprattutto quando hai a che fare con delle donne che non sempre dicono la verità…

Campagna acquisti, obbiettivi prefissati, soddisfatto?
Beh, si!! Molto soddisfatto. Tutti ci additano come i novizi. Tutti vogliono farci credere che non siamo in grado di gestire una serie A. Beh, a proposito di campagna acquisti, le prime due giocatrici con cui abbiamo firmato un contratto sono state Lucia Bacchi e Saara Esko, atlete di categoria superiore, che a inizio mercato, quando tutte le società di A1 le desideravano, hanno firmato per una neo-promossa e non credo abbiamo scelto Carpi per la nebbia! Queste sono dimostrazioni di capacità e sicuramente di programmaione, intraprendenza e voglia di fare.
Gli obbiettivi erano chiari: Pplay Off promozione! Siamo a tre punti dalla matematica qualificazione, con 5 partite da giocare, credo che per primi noi stessi, poi lo sponsor e tutta la città debbnoa essere orgogliosa di noi!

Obbiettivi sportivi e societari di medio lungo termine?
Si, il presidente a fine campionato scorso ha detto che non ci saremmo fermati, lui non sa cosa vuol dire il riposo! Abbiamo la fortuna di avere uno sponsor ambizioso e appassionato. Con lui costruiremo grandi cose, abbiamo la possibilità di programmare perché siamo sicuri del nostro futuro. Faremo la scalata che lui chiede, la serie A1 non è poi così lontana. Negli ultimi 5 anni mio padre ed io non abbiamo mai fallito un obiettivo, questo ci tengo a ribadirlo e siamo convinti che serie C, serie B e serie A in fondo siano simili… Ci vuole un bel gruppo e tanta voglia di fare. Ora il mio compito è riuscire a ricostruire quel gruppo con la G maiuscola che avevamo allestito per la promozione dell’anno scorso. Non mi ero illuso di riuscirci il primo anno, ma vedrete che lavorando bene sul mercato e scegliendo bene le giocatrici per qualità tecniche ma anche morali, arriveremo lontano.

Durante le partite casalinghe il palazzetto è sempre tutto esaurito. Secondo te, perché la gente si è appassionata così tanto?
Credo che la gente abbia visto e apprezzato il nostro lavoro, e probabilmente condiviso con la nostra società questo spirito di aggregazione. Siamo sempre stati una squadra forte, un gruppo forte e questo traspare dal campo alle tribune. Il pubblico ama vedere una squadra che lotta e si affeziona alle giocatrici carismatiche. Non è un caso l’acquisto di Lucia Bacchi. Con lei ho firmato un triennale, lei sarà la bandiera della società e del suo spirito battagliero. Per questo l’ho chiamata Tigre!
Ma il grosso del merito è del presidente. Lui ha sempre qualcosa di nuovo da proporre, sempre una idea nuova per coinvolgere sempre più gente. Con la sua passione ha contagiato la città intera. Il vero artefice del miracolo del volley a Carpi è lui!

Nell’eventualità di giocare i play-off li giocherete a Modena, difficoltà o vantaggio per Carpi?
A me non piace parlare di difficoltà o vantaggio. Parlandone prima, le difficoltà diventano alibi, e questo non fa parte della nostra filosofia. I vantaggi invece diventano pericoli di rilassamento, mai pensare di essere favoriti, bisogna essere umili e giocare col cuore!
Per questi motivi definirei i play-off a Modena uno stimolo! In ogni caso quella sarà la nostra “casa” futura per le partite di serie A, pur conservando un forte legame con Carpi, dove ci alleneremo spesso e giocheremo delle amichevoli e dove continueremo a curare al meglio il vivaio. Ma giocare a Modena, al PalaPanini, i play-off , magari contro Parma, solo poco tempo fa sarebbe stato impensabile. Anni fa al PalaPanini, Modena-Parma era una partita storica, sia pure al maschile. Sarà bello poter giocare nel tempio della pallavolo da protagonisti e magari riproporre la sfida al femminile.

Il ricordo più bello e quello invece che vorresti dimenticare della tua carriera di Direttore Sportivo?
Fortunatamente ho vinto più di un campionato, ma sicuramente il momento più bello è stato il trionfo a Santa Croce l’anno scorso. Abbiamo vissuto, allenato e sofferto quasi 6 mesi per arrivare a quella partita. Strappargli di dosso la promozione di cui erano così convinti è stata una vittoria straordinaria, perché ottenuta con volontà, dedizione, lavoro, fatica, cuore… Ricordo tutte di quella squadra. Un gruppo straordinario, che si legava all’allenatore e al suo staff come se poi in campo fossimo una cosa sola. E questa era la nostra forza, eravamo tutti uniti, era come giocare in 15.
Da dimenticare invece ci sono le due finali di Coppa Perse, anche se, potendo farlo sportivamente, cancellerei una partita, quella di Pontecagnano, sperando di risparmiare il ginocchio di Daria Parenti, grande atleta e soprattutto grande persona, che avrebbe sicuramente dato tanto a questa squadra.

La cosa che ti piace di più della pallavolo e in particolare della “tua” LIU•JO Volley Carpi?
La cosa più entusiasmante è il margine di crescita che ti offre questo sport. Ho imparato in questi pochi anni che chi vuole fermamente ottenere un risultato, in questo sport può farcela, perché la componente casuale è bassa e tecnica, fisico e determinazione si fondono insieme, rendendo possibili imprese straordinarie come la promozione dell’anno scorso anche a chi non parte da favorito. Sintetizzerei la pallavolo così: Volere è potere! Quello che in particolare mi piace della mia squadra è l’affiatamento che c’è tra noi dirigenti e lo staff tecnico. Personalmente ho un gran rapporto con l’allenatore Augusto Sazzi e credo che questo ci aiuti nelle discussioni e nelle scelte. L’affiatamento tra noi credo che sia la base migliore per la costruzione dei successi futuri. Ora non ci resta che continuare a lavorare a testa bassa, in attesa di completare il nostro percorso.

Sogni e progetti futuri non solo nel volley?
Per il volley, beh, partecipare ai play off vorrà dire giocarsi un posto per l’A1, questo sarebbe davvero realizzare un sogno, perché essere promossi al primo anno, avrebbe davvero il gusto di un miracolo! Ma io devo organizzare le stagioni in anticipo, quindi dovremo portare avanti il nostro progetto triennale, vorrà dire sedersi a tavolino, analizzare bene la stagione disputata e cercare di apportare quelle modifiche necessarie al miglioramento collettivo. In ogni caso il primo obbiettivo nel volley davanti a noi è raggiungere la serie A1.
Extra volley, grazie ai miei genitori, qualche bel progetto è già realizzato e ce ne sono già altri in divenire, soprattutto con mio fratello, ma di certo non vi racconto cosa farò “da grande”…

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