Maturità, la seconda BOLLA di Valeria Papa per la pagina ufficiale Facebook Roma Volley Club Femminile
Autore: Smi Roma Volley
29 Luglio 2020

MATURITA’
Quando si compiono i 18 anni si diventa maggiorenni e, almeno da un punto di vista legale, si entra nel mondo degli adulti, con le conseguenze che questo cambiamento comporta. Ma un atleta quando raggiunge questo momento?
Secondo me la maturità sportiva non ha necessariamente una corrispondenza tecnica o tattica, che tuttavia è molto probabile avvenga principalmente come conseguenza.
Un atleta diventa davvero tale, indipendentemente dall’età e dalla categoria alla quale partecipa, quando assume la piena consapevolezza dell’importanza che hanno i dettagli, dentro e fuori dal campo, durante l’allenamento e la partita quindi, ma anche nel tempo libero della giornata.
È quasi impossibile raggiungere il proprio massimo senza una dedizione quasi assoluta, un’attenta selezione delle priorità e una preparazione, anche mentale, al lavoro. C’è sicuramente un fattore che favorisce notevolmente questo stato, il tanto temuto invecchiamento. In questo caso non è solo questione di maturità sportiva, scatta un vero e proprio istinto di sopravvivenza. Quando comincia questa fase?
Semplice, quando ti svegli al mattino felice, aspettando di vivere una serata speciale per il tuo anniversario, con cena in un luogo a sorpresa e passeggiata per Roma, ma terminato il primo allenamento della settimana, dopo esserti trascinata rovinosamente verso casa, cercando di dare, almeno all’apparenza, un’immagine decorosa, quando in realtà l’unica immagine che passa davanti ai tuoi occhi è quella di Russell Crowe che accarezza il grano nei Campi Elisi, guardi tuo marito e gli dici: «ordiniamo dal cinese?». Ecco li sì che puoi considerarti un atleta che fa rinunce importanti, anche se in realtà non puoi fare altrimenti, non riuscendo più a resistere al richiamo del divano post allenamento.
A volte vorrei tornare indietro e ripercorrere la mia carriera con l’esperienza che ho accumulato fino ad oggi, così come vorrei poter giocare con la spensieratezza che avevo a vent’anni, sempre che poi, tutta questa leggerezza io l’abbia mai avuta davvero. Mi sono sempre sentita un po’ “vecchia dentro”, o meglio, una persona responsabile, diciamo così, anche se allora non capivo e a volte ancora oggi mi sfugge, come canalizzare correttamente i miei sforzi, ma nello sport, come nella vita, certe cose vanno affrontate per poterle comprendere fino in fondo e per poterne trarre una lezione, non basta vederle fare agli altri o sentirle raccontare, anche se tenere gli occhi e le orecchie aperte sul mondo che ci circonda può essere d’aiuto; è la ferita che porti sul tuo corpo e nella tua mente quella che senti bruciare veramente e che, nel bene o nel male, fa di te la persona che sei oggi.

LA BOLLA di Valeria Papa ©️
Numero: 2

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