Il presidente della
Minetti Infoplus Giovanni Coviello ha incontrato questa mattina i giornalisti locali nella sede del club in strada Marosticana. Argomento della conferenza stampa la situazione societaria dopo lo sfratto dal palazzetto e la programmazione delle diverse attività al termine della stagione regolare. Molti quindi i temi di discussione e le decisioni che nelle prossime settimane delineeranno il futuro del club.
“La situazione del PalaCia è ormai nota, – ha esordito il patron biancorosso – dopo la partita con Perugia siamo stati costretti a provvedere in fretta allo sgombero terminato la sera del 30 aprile, termine presentatoci come inderogabile data l’imminente ripresa dei lavori di ristrutturazione. A questa mattina non c’è nessun cantiere e vigileremo nei prossimi giorni; ci era stato detto che alcuni lavori non completati lo scorso anno sarebbero partiti subito. L’assessore allo sport Gianfranco Morsoletto ha dato la disponibilità a venirci incontro sul lato economico per quanto riguarda l’utilizzo di altri palazzetti, valutando questi costi, presente anche il presidente del Coni provinciale Nicolai, in circa 1000 euro, a fronte di una prima stima da parte del nostro direttore operativo Claudio Bianchi di almeno 15-20.000 euro, escluse le spese per il personale che dovremo trasferire tra Vicenza e Imola. Questa mattina due camion con gru sono partiti per trasportare tutti i materiali necessari allo svolgimento delle partite. È mancata la volontà di farci giocare i play off a Vicenza. E qui il problema non è l’Assessore ma la gestione da parte dell’Ufficio Sport. Do atto all’amministrazione di aver stanziato i soldi per la ristrutturazione del palazzetto, ma non è stato fatto il possibile per accelerare i lavori in modo da diminuire i nostri disagi, che sono enormi. Nell’incontro del 5 aprile mi fu detto che l’ipotesi di ridurre i tempi di chiusura sarebbe stata presa in esame; da allora non ho ricevuto nessuna risposta a riguardo. Lo scorso anno con il palasport chiuso per sette mesi abbiamo avuto perdite derivanti da mancati introiti pubblicitari per almeno 150.000 euro. Quest’anno non possiamo permetterci una cosa del genere, perché significherebbe per noi il fallimento, e pertanto andar via da Vicenza rimane l’unica strada percorribile.
Restare in provincia non è stato possibile, dato che per diversi motivi Bassano, Schio e Zanè non si sono rivelate delle opzioni realizzabili. Dopo aver valutato anche altre possibilità, Verona, Pordenone e Montichiari in primis, Imola è stata la scelta più logica, in virtù soprattutto degli ottimi rapporti con il Vicenza VolleyCenter della Uisp Imola Volley, affiliato a un’associazione ben radicata su un territorio che ci ha accolti favorevolmente, mostrando una grande fame di pallavolo e una cultura sportiva diversa da quella vicentina. Sicuramente giocheremo al PalaRuggi almeno una partita di play off e una della Coppa di Lega. Dal 22 al 24 giugno arriveranno da tutta Italia le dodici squadre partecipanti alla Girl League. Porteremo poi la prima tappa del circuito di beach volley che ci è stata assegnata e che organizzeremo a Imola nel fine settimana del 30 giugno – 1 luglio”.
Cosa succederà quindi a Vicenza? Quel che è certo è che la pallavolo non lascerà il palazzetto di via Goldoni. “Ci amareggia molto dover andar via – ha continuato Coviello – ma in realtà non ce ne andremo del tutto, perché resterà in atto il nostro progetto che riguarda le due serie B e le giovanili. Al PalaCia ci sarà ancora tantissima attività. L’assessore Morsoletto, come riportato da Il Vicenza del 6 aprile 2007, ha dichiarato: «a Vicenza c’era il basket maschile ad alto livello, ma poi la società è fallita. Si è forse suicidato qualcuno per questo? Vorrà dire che prima o poi cresceranno altre squadre». E infatti succederà così: il Vicenza Volley non lascia ma… raddoppia, dato che abbiamo acquistato i diritti per la serie B1 femminile; rinforzeremo la squadra, magari facendo tornare alcune delle nostre promesse attualmente in prestito in giro per l’Italia, promuovendo chi quest’anno ha fatto bene in B2. A Vicenza la nostra rimarrà la squadra di vertice, con obiettivi di crescere ulteriormente nel giro di due anni.
Stiamo anche studiando un progetto per rafforzare l’investimento sul settore maschile. Al momento la scelta più lineare appare quella di tenere la B2, confermando i giovani talenti che abbiamo lanciato quest’anno in B1, in serie D e nella Junior League. Ma nei nostri piani c’è anche un progetto ancora più importante che prevederebbe il coinvolgimento della federazione nazionale, per far nascere a Vicenza una Scuola di Pallavolo.
Se ci fosse stata la buona volontà si sarebbe potuto anche tenere la serie A, ma finora nessuno tra chi ne ha la possibilità ha fatto niente per andare in questa direzione. Di sicuro non siamo contenti di andarcene perché nel breve termine il danno economico è per noi enorme, ma al momento è l’unica strada per continuare a vivere. Ripartiremo a Imola, con tutte le difficoltà che questo comporta, ma probabilmente a regime ci costerà meno che stare a Vicenza. Facendo un confronto tra le tariffe, il PalaRuggi ha un costo di utilizzo orario inferiore a quello di una normale palestra cittadina come quella dove si allena la nostra seconda divisione. Lunedì ci sarà la presentazione ufficiale in conferenza stampa a Imola, dove per il momento illustreremo le attività della post season”.
Restano da risolvere i molti ostacoli burocratici che incombono sul trasferimento. “Anche volendo, non è consentito iniziare il prossimo campionato a Imola e poi tornare a Vicenza una volta terminati i lavori di ristrutturazione. Senza il palazzetto a settembre rimanere qui è quindi proprio impossibile. Chiederemo comunque formalmente al Comune la disponibilità dell’impianto, indispensabile per l’ammissione al campionato, per dimostrare per l’ennesima volta che non siamo noi ad andar via ma che di fatto ci hanno cacciato. Non credo proprio che ce la firmeranno, ma anche se dovessero cambiare idea Vicenza non sarebbe più in pole position e il trasferimento a Imola resterebbe ugualmente probabile. Abbiamo due possibili strade da percorrere. La prima è chiedere la deroga al consiglio federale per il trasferimento di provincia e la conseguente affiliazione alla Fipav di Bologna, una procedura che richiede tempi lunghi per l’approvazione ma che renderebbe automatici molti passaggi. La seconda è la creazione di una nuova società a Imola che acquisterebbe i diritti da quella esistente, una soluzione più semplice ma che comporta il pagamento di pesanti tasse e maggiori costi burocratici”.