Minetti Infoplus Vicenza: Monique Adams parla di razzismo
Autore: Lega Volley Femminile
3 Dicembre 2005

Nel corso degli ultimi giorni il problema razzismo nello sport è salito ancor più alla ribalta dopo l’episodio che ha visto protagonista il difensore di colore della squadra di calcio di serie A del Messina, l’ivoriano Zoro, che, preso di mira da cori razzisti dai tifosi nerazzurri nel corso della partita con l’Inter, aveva deciso di lasciare il campo, per poi tornare sui suoi passi convinto anche dai giocatori di colore della stessa formazione milanese.

Anche la Minetti Infoplus Vicenza, la formazione di serie A1 femminile del Gruppo Vicenza Volley, può vantare nel suo organico una giocatrice di colore, la statuaria Monique Adams che, amata dai tifosi vicentini, è tornata quest’anno a vestire la maglia biancorossa. “Vengo dall’Alabama, dal sud degli Stati Uniti, dove il razzismo lo abbiamo vissuto anche in maniera pesante in passato. Adesso negli States la situazione è migliorata, ma abbiamo dovuto lottare a lungo contro la discriminazione – spiega la schiacciatrice di colore della Minetti Infoplus Vicenza – Non dico dunque che sono abituata a questo tipo di problema, non è possibile abituarsi a queste forme di razzismo, ma non si deve nemmeno lasciare nemmeno che questo fenomeno continui. Per me si tratta soprattutto di un problema di ignoranza: il colore della pelle non conta, nello sport a maggior ragione”.

Eppure proprio nello sport il problema del razzismo sta diventando sempre più pressante: “Si, è capitato anche a me, non lo nascondo, di essere insultata con espressioni razziste, anche qui in Italia, ma non è certo questo che può fermarmi quando sono in campo, anzi… Quando mi offendono per il colore della mia pelle mi carico ancora di più, divento ancora più determinata in campo quasi a volermi dire che se mi insultano è perché hanno paura di quello che posso fare contro di loro – spiega Monique Adams con il solito sorriso di chi è abituato a dare importanza solo alle cose vere della vita – Si tratta di paura forse, spesso è solo ignoranza, infondo me ne dicono di tutti i colori anche per il mio sedere o per il mio seno. È un modo forse per farmi perdere la testa, io invece mi carico ancora di più”.

Quale la soluzione allora per debellare questo pericoloso fenomeno? “Per fortuna nella pallavolo è un problema relativo, tuttavia non credo che lasciare il campo e darla vinta a chi intona cori razzisti sia la soluzione giusta – conclude la Adams – Non bisogna mai tirarsi indietro, anzi è necessario alzare la testa e ribadire, giocando ancora meglio, che il colore diverso della pelle non è un problema. Poi magari dopo aver vinto è ancora più bello esultare: è una soddisfazione incontenibile. Noi siamo sportivi e dobbiamo comportarci da veri sportivi, ovvero giocando al massimo delle nostre possibilità per poi festeggiare i nostri successi anche contro ogni tipo di razzismo”.

Sono diverse le giocatrici di colore che calcano i campi del volley, ma sottorete i tifosi, a parte qualche sporadico caso, sono abituati ad esaltare le qualità tecniche, e casomai anche estetiche, delle giocatrici dalla pelle color ebano piuttosto che ricorrere a beceri cori razzisti, ma il fenomeno della discriminazione sta ormai dilagando in ogni settore della società attuale e non si deve per nessun motivo sottovalutarlo.

 

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