VOLTA MANTOVANA. Quando un atleta finisce la carriera, chiude un libro denso di capitoli da sfogliare e rileggere tutto d’un fiato e ne apre un altro con pagine bianche ancora da scrivere. Dopo una lunga riflessione e dopo aver declinato svariati inviti a continuare, non solo da club interessati ad ingaggiarla ma anche da parte di chi le sta vicino, Evelyn Marinelli ha deciso di appendere le ginocchiere al chiodo. Abiterà sempre in collina, dove si è fidanzata.
“Ho cominciato a giocare a 12 anni – esordisce Evy – anche tardi se vogliamo, e sono uscita di casa a 16 anni nel 1991”. Nata a Bolzano, Marinelli nella stagione 91-92 si è trasferita nelle Marche, al Conero Volley di B1, dove è rimasta fino al 95, l’ultimo anno in A2. La sua seconda squadra è stata Jesi, in B1 nel 95-96, in A2 dal 96 al 99. La terza Vicenza (99-00) per il salto in A1, ma non è stato un addio, perché dopo un campionato Evelyn è tornata a Jesi e dopo un altro ha brindato all’A1 con questo club. Nel 2003 la scelta di scendere in B2 a Rovigo, che poi spiegherà lei stessa, e l’anno successivo a Verona. A Volta approda nel 2005 e il resto è storia recente.
Il libero che per cinque stagioni ha vestito la casacca voltese, compirà 36 anni il 20 luglio. L’età è un semplice aspetto, non la causa scatenante. C’è un intreccio di fattori alla base della scelta.
“Sicuramente prima o poi bisogna pensarci – osserva – se non ragionassi andrei avanti a giocare fino a 50 anni, se potessi. Negli ultimi anni di carriera si comincia a pensare al dopo. Non avevo previsto che capitasse adesso, ma diciamo che quest’anno non mi ha aiutato tanto a voler continuare. Un po’ per l’infortunio e un po’ per l’esperienza passata non sono rimasta contenta e ho perso la voglia. La passione c’è e resterà sempre, ma la stagione che si è conclusa mi ha dato una grossa spinta in questa direzione. Io non avevo mai subìto infortuni seri in tutta la carriera. Evidentemente ci sono anni in cui se parte male una cosa, ne succede una dietro l’altra. Sia a livello mio fisico che a livello personale sono rimasta delusa”.
Ora che tutto è finito possiamo rivelarlo: con coach Masacci non c’era sintonia. Anzi. Però lei preferisce soprassedere e ricordare solo situazioni belle, non tristi. Lapidaria la sua risposta.
“Per uno così non vale la pena di sprecare neanche un filo di fiato. Io sono felice e tranquilla e vado avanti a testa alta”.
Buoni, invece, i rapporti con le compagne.
“Mi sono trovata molto bene nel gruppo. Ho avuto, per l’ennesimo anno, la fortuna di avere a che fare con compagne positive. Diciamo che ho accumulato altre amiche”.
La carriera. Apriamo l’album dei ricordi.
“Mi sono tolta tante soddisfazioni. Ho avuto pure anni negativi, come penso tutti. La Nazionale? Una bellissima esperienza, che ho potuto vivere grazie al ruolo di libero. E’ durata poco, ma penso che nella carriera di un atleta sia la cosa che dà il massimo della soddisfazione. Ho fatto il mio”.
Adesso sveliamo un altro segreto, cioè che hai una paura matta di andare in aereo.
“Peggio. Non so come ho fatto a salirci quelle volte, ma adesso non mi obbliga più nessuno. In vacanza? Ci sono tanti bei posti da visitare senza prendere l’aereo. Fortunatamente il Volta ha compreso la mia fobia e mi ha sempre permesso di muovermi su quattro ruote”.
A proposito del Volta, c’è incertezza sul futuro.
“Per la società provo un grande affetto. Non ce ne sono in giro di club così. Spero che la situazione si risolva e auguro loro di fare l’A2”.
Cos’hai risposto alle squadre che ti hanno cercato?
“Sono stati più che altro dei contatti. La mia procuratrice sapeva quali erano le mie intenzioni. Avevo bisogno di pensarci, ma non ho cambiato idea. Una delle altre cose per cui ho deciso di smettere è che sono estetista e ho voglia di dedicarmi a tempo pieno a questo nuovo lavoro. Quando scesi in B2, lo feci per frequentare la scuola per tre anni e per poi cominciare a fare qualcosa nel settore, ma salendo in serie A ho quasi smesso. Adesso sto valutando proposte di lavoro. Sono abbastanza contenta e positiva per la mia nuova vita”.