L’allenatore del Cariparma Parma Marco Botti scommette forte sulle sue ragazze. A riportare il grande volley nella citta’ ducale non e’ stata una squadra maschile. Questa volta e’ il ‘miracolo’ plasmato dalle mani di Botti ad aver regalato al pubblico di Parma una pallavolo da alti livelli. Il Cariparma, neopromosso in A2, ha subito l’impatto con il passaggio di categoria. E, ora, e’ al terzultimo posto in classifica. Ma l’entusiasmo non e’ mai scemato. Gran parte del merito va a chi siede a bordo campo, Marco Botti.
Si e’ da poco chiuso un 2007 senza dubbio importante. Qual e’ il tuo bilancio?
‘E’ stato un anno splendido. La promozione in A, ottenuta partendo dalla C, e’ un traguardo incredibile. Per questo posso solo dire che e’ un anno da incorniciare. Certo, poi c’e’ stata l’A2 e sapevamo che sarebbe stata dura. Ma credo che piu’ di tutto la classifica di ora si spieghi con gli infortuni che fino alle ultime settimane ci hanno penalizzato notevolmente. Proprio per questo, i 14 punti che abbiamo in classifica pesano oro’.
L’impatto con la nuova categoria era come pensavi?
‘Piu’ o meno si’. E’ una categoria in cui non c’e’ una squadra materasso, in cui anche l’ultima puo’ battere la prima e in cui, in sostanza, nessuna ti regala nulla. Lo vedremo anche nella prossima gara contro la Virtus Roma. In questa categoria ho imparato a capire il peso del fattore campo, conta davvero molto’.
Vedendo giocare la tua squadra l’impressione e’ che l’organizzazione di gioco sia ottima, senza dubbio adeguata alla categoria. Forse manca qualcosa a livello di tenuta fisica.
‘Non escludo che sia un problema di questo tipo. Certo, metri di paragone assoluti non ne esistono. Io vedo una squadra capace di giocare a ottimi livelli che a volte ha pagato la mancanza di rotazione causata da alcune indisponibilita’. Penso ad esempio a una giocatrice come Gibertini, che non ho potuto utilizzare come volevo’.
Vedendovi giocare, colpisce il modo in cui partecipi alla sfida, l’alchimia che hai saputo creare con le giocatrici. Come nasce tutto questo?
‘Siamo tutti diversi. Il mio carattere e’ questo. Metto la passione per questo sport in cio’ che faccio. Insomma, faccio fatica a dire che sia un lavoro, nonostante mi ritrovi in palestra due volte al giorno. Un lavoro per me non lo e’, semmai lo diventa. Faccio questo con grande piacere e credo che si veda quando scendiamo in campo’.
Si dice anche che durante gli allenamenti tu faccia cantare le ragazze.
‘Non e’ proprio cosi’. Mi spiego. Ho gia’ detto di essere una persona carica di entusiasmo, cosi’ cerco di trasportare le mie sensazioni alla squadra. Bisogna allenarsi molto, pertanto voglio che le ragazze vengano in palestra con il sorriso sulle labbra. E, allora, cerco di fare gruppo in tutti i modi. Uno nasce in ogni ritiro precampionato, quando chiedo alle ragazze di scegliere una canzone e di trasformarla nella nostra. Prendono la base, riscrivono il testo e poi la incidiamo. Durante i riscaldamenti di tutto l’anno e’ la prima canzone che viene messa nello stereo. E, allora, e’ logico che tutte cantino. Comunque, quest’anno e’ ‘Accidentally in love’, dalla colonna sonora di Shrek’.
Con questa passione Parma dove puo’ arrivare?
‘Io parlo di quest’anno e dico che sono molto fiducioso. Non ho mai avuto dubbi sul fatto che ci salveremo, anche se so che dovremo sudarcela sino all’ultima gara per i motivi che ho gia’ citato. Piu’ avanti non so, ma credo che con una piazza del genere nessun obiettivo sia davvero precluso’
E magari l’assenza degli uomini potrebbe aiutarvi.
‘Noi siamo partiti quasi per scherzo dalla Serie C e ora siamo in A2. Lotteremo sino all’ultimo per salvarci. Se ce la faremo, chissa’…’