Smi Roma Volley
22/11/2024
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LeggiCon una nota odierna, la Federazione Italiana Pallavolo ha risposto alla richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’Assemblea dei Club, con la quale si chiedeva che venissero emanate a livello nazionale norme atte a regolamentare il tesseramento delle atlete transgender nei campionati nazionali di pallavolo femminile.
La Lega aveva avanzato tale richiesta poiché era stata verificata l’esistenza di un vuoto normativo sulla questione in quanto, in una precedente lettera di risposta alla Lega Pallavolo, la FIVB aveva evidenziato come non solo “le norme del CIO non fossero applicabili allo sport della pallavolo”, ma anche che “l’ammissibilità delle atlete transgender in competizioni nazionali deve essere valutata dalla Federazione Nazionale del Paese in cui esse vogliono competere”. La risposta di oggi, da parte della FIPAV, colma questo vuoto.
Il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, Mauro Fabris, commenta così la nota della Federazione: “Ringraziamo la FIPAV, in particolare il Presidente Bruno Cattaneo per la pronta risposta alla nostra richiesta, volta unicamente a colmare un vuoto normativo che rischiava di rendere incerte le regole circa il tesseramento di atlete transgender nei campionati femminili. Ora ci auguriamo che, fatte le dovute verifiche come stabilito dalla Federazione, l’attenzione dei media e l’interesse degli sportivi possa finalmente concentrarsi sull’alto valore in termini sportivi raggiunto dai nostri Campionati e sul crescente seguito che essi raccolgono tra gli appassionati, come dimostrano gli oltre 4.000 spettatori presenti domenica a Osimo per la finale della Coppa Italia A2”.
Di seguito, il Comunicato Federale in merito alla regolamentazione in materia di atlete transgender
In merito alle norme federali per il tesseramento delle atlete transgender, con la volontà di fare maggiore chiarezza sulla materia, la FIPAV precisa quanto segue.
Dopo aver effettuato un consulto medico-scientifico con l’Istituto di Scienza dello Sport del CONI riguardante la possibilità di regolamentare, in ambito sportivo, la materia delle atlete transgender, la Federazione Italiana Pallavolo conferma che la normativa di riferimento rimane in senso assoluto quella emanata dal CIO.
Il documento in questione è il “Sex Reassignment and Hyperandrogenism”, datato novembre 2015, e contenente raccomandazioni che hanno riempito un vuoto normativo, allineando il sistema sportivo alle più moderne norme giuridiche che definiscono l’identità di genere.
Più specificatamente si sottolinea che oggi l’unico indicatore medico-scientifico che può dire se un atleta può giocare in una categoria maschile o in quella femminile è il livello di testosterone.
Tale livello, per poter essere considerati atleta donna non dovrà eccedere per un anno intero i dieci nanogrammi per litro e dovrà essere raggiunto un anno prima dell’evento sportivo al quale si intende partecipare.
Il rispetto di tale condizione può essere monitorato da appositi test ed in caso di non conformità l’atleta dovrà essere sospesa dalle competizioni per la durata di dodici mesi.
L’unica autorità competente alla ricezione e alla valutazione dei dati medico-scientifici relativi ai monitoraggi è il Medico Federale.