Non sveliamo nulla di nuovo. Anche Rosario Braia lascia la Riso Scotti dopo una sola stagione. Come per l’head coach Gianfranco Milano, per “Ros” si era trattato di un ritorno a Pavia dopo la prima esperienza maturata alcuni anni fa e culminata con la promozione in A2 al termine della stagione 2004-2005. “E’ stato un anno senza dubbio positivo – è l’incipit del tecnico materano – Ho accettato con piacere di tornare perché sapevo in che ambiente avrei lavorato e quindi non rimpiango affatto la scelta”.
Anche se ora è già tempo di ripartire di nuovo: “Un allenatore ha sempre lo zainetto in spalla – dice sorridendo Ros – Al termine di ogni stagione ci si confronta con la società e, se i programmi coincidono, si prosegue nel rapporto, se divergono ognuno prende la sua strada senza per questo che ci siano screzi o malumori”.
Di certo non ce ne saranno dopo la seconda partenza da Pavia: “No, anche perché credo che quest’anno abbiamo fatto il massimo possibile anche se, ad inizio stagione, ero convinto si potesse ottenere di più”. Spieghiamoci meglio: “Valutando la rosa la scorsa estate, pensavo potessimo arrivare più in alto al termine della regular season e magari centrare la qualificazione in Coppa Italia”. Invece… “Abbiamo vissuto alcune situazioni, in palestra, che ci hanno un po’ spento, limitato. Ci è mancato l’entusiasmo giusto per emulare Urbino ad esempio, un sestetto che ha sfruttato questa carica supplementare per arrivare addirittura quinto…”. La frase rimane in sospeso, quindi invitiamo Ros a proseguire: “Ci è mancata anche un po’ di sfrontatezza, quella che ti da la tranquillità di poter giocare senza assilli e ottenere così buoni risultati. Ma è tutto frutto delle situazioni di cui ho parlato prima. Avendole vissute in prima persona, a posteriori cambio il mio giudizio e dico che, in queste condizioni, abbiamo ottenuto il massimo”. Ros quindi saluta con il sorriso sulle labbra come sempre: “Ringrazio tutti indistintamente. Non faccio nomi perché dimenticherei sicuramente qualcuno ma porterò tutti nel cuore perché ognuno mi ha trasmesso qualcosa di straordinario”.