Ancora una gara che lascia l’amaro in bocca, seppur sia giusto ammettere la caratura d’un avversaria, la LPM BAM Mondovì, che alla fine della contesa ha ringraziato il pubblico acclamata dal coro “Salutate la capolista”. Ed è proprio la forza della compagine monregalese, che adesso ha agganciato in vetta Cuneo, a originare quella sorta di rammarico per come sono andate le cose. Le azzurre infatti non hanno mostrato d’acchito nessun timore reverenziale nei confronti delle padrone di casa. Apparse, dal canto loro, un po’ impacciate nel trovare il bandolo di una matassa che ha rischiato di imbrigliarsi anzitempo. E così la Sigel ha trasformato il proprio coraggio in spavalderia, finendo poi per mordersi le mani per un set perso in dirittura d’arrivo e il cui diverso esito avrebbe, perché no, potuto cambiare l’andamento del match. La Sigel, che nella prima frazione di gioco non ha sbagliato nemmeno un servizio, è partita in vantaggio ed è rimasta in vantaggio fino alle fasi cruciali. Quando, come capitato in altre occasioni, ha finito per arrendersi al prepotente ritorno della avversarie. Addirittura sei lunghezze (6-12) il vantaggio iniziale maturato. Che, dopo un break di tre punti, ha costretto coach Delmati al primo, precipitoso time-out. L’interruzione non ha smontato però i meccanismi azzurri, oleati e impeccabili fino a quel momento: avversarie fallose e doppiate (7-14) e gara strettamente in pugno. Grazie anche all’ottima vena di Jessica Ventura, capace oggi di inventarsi soluzioni da ogni parte del campo. Il valore di Mondovì però è rimasto fuori discussione. Le monregalesi ci hanno creduto e hanno iniziato a rosicchiare punti, approfittando anche del calo naturale della Sigel. Che però non ha assolutamente mollato. La potenza della Rivero, micidiale nel servizio e nelle conclusioni, e la precisione ossessionante dell’albanese Erblira Bici, hanno frenato in volata le azzurre (17-17). Che però, in un guizzo che avrebbe potuto essere anche decisivo, sono riuscite a tornare in vantaggio (18-20), con due conclusioni azzeccate di Jasmine Rossini. Poi il ritorno inarrestabile delle rossoblù che, superata la fase di difficoltà, hanno sprintato senza pietà. Decisivo, a nostro parere, il punto del 20-21, ottenuto dalle piemontesi al termine di uno scambio lunghissimo, anche con un pizzico di fortuna,con la chiusura dell’ineffabile Bici. Quindi doppio colpo di capitan Biganzoli (22-21) e ace di Sofia Rebora (il primo del match), che hanno imperversato sulle residue speranze azzurre. Sul 24-21 Campisi ha mandato in campo la Mucciola per la Agostinetto e la Gabbiadini per la Ventura. Ma un attacco errato di Jasmine Rossini ha chiuso il set sul 25-21. L’aver ceduto sul filo di lana non ha smontato la voglia della Sigel che, invece di accusare il colpo, è ripartita alla grande. Ancora azzurre subito in vantaggio nella seconda frazione, capaci di portarsi sul 5-9 con un muro della solita Furlan. E brave, grazie alle realizzazioni dell’ottima Ventura, di capitan Agostinetto e ancora della Furlan a restare avanti fino al 10-13. Poi la gara ha preso l’inerzia evidenziata dai pronostici, con il soprasso delle padrone di casa (16-14, altro ace di una Rivero al fulmicotone). Mondovì ha preso il largo, grazie alle chirurgiche conclusioni della Bici, alla disarmante difesa di Silvia Agostinetto e ai servizi quasi sempre forzati di tutte le sue atlete. Sul 21-16 Campisi ha rimesso in campo la Gabbiadini per una stanca Merteki, ma è stata la Tonello a chiudere i conti con un muro decisivo (25-17). Il terzo set è stato un monologo delle monregalesi. La Sigel è tornata in campo con la Murri al posto della Facchinetti, ma l’esito della gara è apparso ormai compromesso sin dalle prime battute. Quattro punti di break (6-2), poi l’allungo sino al 9-3 e Sigel incapace di reagire, mortificata oltre misura da una gara che avrebbe potuto sortire ben altri effetti. L’ultima ad arrendersi è stata il libero azzurro Claudia Marinelli, ma la sua strenua difesa poco è servita al cospetto di una squadra sicuramente meritevole dell’alta classifica. Mondovì infatti nel finale si è limitata a controllare il match, facendo il minimo indispensabile per mandare in porto una vittoria importantissima e conquistare anche la terza frazione di gioco (25-20). Per la Sigel un’altra dimostrazione di come le azzurre siano capaci di giocare ad armi pari contro tutti, ma solo fino a un certo punto. Dimostrazione fondamentale da cui ripartire per agguantare una salvezza ancora a portata di mano.