Spes Conegliano: mercoledì Nesic e Fiorin a “Lo sport e il gioco come opportunità educativa”
Autore: Lega Volley Femminile
14 Marzo 2011

“E’ stupendo, i record te li tolgono, l’oro olimpico resta per sempre”, dichiarò il canadese Ben Johnson, dopo il record del mondo sui 100 metri. Pochi giorni dopo, risultato positivo all’antidoping, perse l’uno e l’altro. Cosa sono oggi sport e il gioco per bambini e ragazzi che stanno attraversando le fasi dello sviluppo? Rappresentano ancora un momento di incontro, gioia e aggregazione o sono invece diventati, figli dei tempi, solo prestazione, agonismo e conflitto tra famiglie? Studi scientifici dimostrano che un terzo dei genitori sono “nocivi” per la carriera sportiva dei figli. Dati di fatto dimostrano che ci sono squadre che cambiano più allenatori che divise. Questi i temi guida dell’incontro con campioni e protagonisti dello sport organizzato dall’associazione Nostra Famiglia – Irccs “E. Medea” per mercoledì 16 marzo alle 20.30 nella sede di Conegliano (TV). Nella serata del percorso “Argonauti” intitolata “Lo sport e il gioco come opportunità educativa” interverranno Dragan Nesic e Valentina Fiorin, rispettivamente allenatore e schiacciatrice della Spes, squadra di bandiera del volley coneglianese, Diego Bortoluzzi, ex portabandiera del Treviso calcio e ora secondo allenatore dell’Udinese di Francesco Guidolin, il 18 volte campione del mondo di Triathlon Giampietro De Faveri, Samuela De Nardi, motociclista, e rappresentanti delle società sportive del Benetton Basket, Benetton rugby e Sisley Volley. La serata sarà condotta dall’arbitro Gabriele Gava, che rappresenterà un altro mondo sempre combattuto come quello degli arbitri.

Giocherà “in casa” la Spes, realtà che rappresenta sul territorio coneglianese e non solo la conquista del primato del volley femminile, ma anche l’anima di una squadra che si dedica a coltivare sogni e bisogni del proprio tessuto sociale, attraverso azioni di sensibilizzazione che offrono nuove prospettive, in un periodo storico in cui lo sport sembrerebbe essere legato esclusivamente alla prestazione agonistica.

“Il bambino è portato per natura al gioco, a misurarsi, a competere per cercare di vincere,
confrontandosi sempre più con il mondo circostante – spiega il responsabile del progetto, lo psicologo Michele Borghetto – ha tutti gli stimoli necessari, ma ha bisogno di esprimerli in libertà, senza troppi schemi e l’obbligo di ottenere per forza il risultato. Forse il panorama sportivo risulta viziato da fama e denaro impedendo di concentrarsi anche a livelli giovanili sulla crescita dei ragazzi, quanto piuttosto sulla crescita del campione”.

Di prestazione e di risultati si parla a partire dai 12 anni, quando il ragazzo comincia a sapersi porre degli obiettivi, a seguire degli schemi meno basati sul solo dato reale, a cooperare e a cercare il risultato e non solo la prevalenza del momento. Il giovane, invece, trova stimoli dal bisogno di differenziarsi e dal desiderio di raggiungere le abilità e i traguardi possibili, di scoprire e sperimentare i propri limiti, di verificare i miglioramenti e di essere apprezzato per ciò che si impegna a fare.

“Il giocane passa crescendo – prosegue Borghetto – a motivazioni sempre più personali che, in definitiva, costituiscono il legame più solido con lo sport. Tali motivazioni non sono automaticamente produttive, e anzi, in un clima di insicurezza possono addirittura trasformarsi in spinte contrarie, tanto che l’allievo che non arriva a ritenerle concretizzabili non può che reagire con la rinuncia o la ribellione. Per questo forse sarà bene domandarsi che funzioni educative svolgano non solo allenatori e media, ma anche chi i ragazzi li segue, motiva e incentiva al lavoro e alla prestazione agonistica, che non sempre forse coincide con il risultato”.

Tutti gli incontri del percorso si terranno, come da programma, a partire dalle 20.30 fino alle 22.30 circa presso l’aula magna dell’Associazione e i materiali e il programma saranno disponibili sul sito www.emedea.it

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